Il fumetto italiano negli anni ’60: la storia

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Fumetto italiano negli anni ’60, scopriamone la storia

La storia del fumetto italiano ha ufficialmente inizio nel 1908, anno della pubblicazione del primo numero del Corriere dei piccoli, il  primo giornale a fumetti in Italia.
Il primo personaggio ideato invece, fu Bilbolbul, di Attilio Mussino. Il suo successo fu tale che la fumettistica italiana si sviluppò sempre di più, riuscendosi ad affermare anche all’estero a partire dal secondo dopoguerra. Ma quand’è che venne riconosciuta una vera e propria dignità di linguaggio al fumetto? 

Fumetto italiano negli anni ’60, la nascita

Fu durante gli anni Sessanta che questo modello di scrittura innovativo, andò sempre più specializzandosi a seconda delle diverse fasce socioculturali e d’età dei lettori. Si inizia a parlare infatti, di fumetto d’autore, rivolto principalmente ad un pubblico colto. Quest’ultimo verrà pubblicato sulla prima rivista italiana dedicata solo ed esclusivamente ai fumetti, la Linus, fondata nel 1965 da Giovanni Gandini e il socio Oreste Del Buono.

Ovviamente, come per tutti i movimenti artistico-letterari, il fumetto fu sottoposto nel corso degli anni a una serie di innovazioni. Dino Battaglia, uno dei creatori di Asso di Picche, influì soprattutto sulla narrativa e sulla grafica del fumetto, inserendo dei disegni più emotivi e dinamizzati.
Con Hugo Pratt invece, autore di Una ballata del mare salato, viene inaugurato un tipo di narrazione molto più riflessiva e dalle ambientazioni esotiche. Quest’ultimo verrà pubblicato anche sul Corriere dei Piccoli, dove inoltre cominciarono ad apparire i primi fumetti con le nuvolette.

Oltre che all’inserimento di nuove tecniche narrative e linguistiche, ci fu anche la nascita di nuovi personaggi che rispecchiano la messa in discussione della società dell’epoca: viene introdotta la figura dell’antieroe, un eroe negativo che non compie altro che crimini e malefatte. L’antieroe è infatti, il protagonista di un genere del fumetto che ha preso il nome di “fumetto nero”, ispirato al francese Fantax di Navarro e Mouchot.
In Italia, questo genere esordì nel 1962 con la pubblicazione di Diabolik, di Angela e Luciana Giussani. Diabolik è un ladro spietato e sempre intento a rubare denaro e gioielli assieme alla sua fidanzata Eva Kant. Questo personaggio divenne talmente tanto celebre da essere addirittura trasposto sia nel mondo cinematografico sia nel mondo della parodia: ricordiamo in quest’ultimo caso Cattivik di Bonvi e Paperinik di Penna.

Fumetto italiano negli anni ’60, l’evoluzione graduale

Col tempo nacquero anche altri generi fumettistici, tra cui uno dalle connotazioni più erotiche e sensuali che venne editato principalmente dalla Ediperiodici e dalla Edifumetto. Un esempio di fumetto erotico è Goldrake, un fumetto essenzialmente per adulti, creato nel 1966 da Barbieri e Angiolini che ne curò la parte illustrativa e dunque, i disegni. Goldrake è noto per essere un investigatore privato ispirato a James Bond e per essere un vero e proprio anticomunista: in alcuni episodi appare anche il suo forte razzismo nei confronti di neri e asiatici, da lui considerati inferiori.

Alla fine degli anni Sessanta invece, fece scalpore un altro genere di fumetti, quello umoristico. Mescolando gli elementi grotteschi e satirici con azioni di spionaggio, questo genere riuscì ad essere molto apprezzato, tanto da essere pubblicato per oltre quarant’anni. La prima produzione di fumetti umoristici in Italia fu Girighiz di Enzo Lunari. Di ambientazione preistorica, rappresenta la storia di un cavernicolo che affronta problemi quotidiani, sottintendendo una sorta di critica sociale.

Ovviamente la storia del fumetto continuerà ad evolversi in maniera sempre più proficua ed interessante nel corso dei decenni successivi.

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Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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