Il fumetto italiano negli anni 80: la storia

Il fumetto italiano negli anni 80: la storia

La storia del fumetto italiano ha accompagnato tutto il Novecento. I decenni che hanno, però, subito l’intervento di più flussi innovativi sono gli anni ‘60, ‘70 e ‘80.
Negli anni ‘80, il fumetto popolare e il fumetto d’autore, che fino ad ora erano stati considerati due filoni separati, iniziano a convivere e a mescolarsi l’uno con l’altro.

Precedentemente, infatti, il fumetto popolare italiano era rivolto ad un pubblico più vasto e affrontava temi comici, avventurosi e alle volte misteriosi mentre il fumetto d’autore era molto più impegnativo poiché riguardava tematiche sociali, politiche e culturali.

Fusione tra fumetto popolare e fumetto d’autore
Un primo esempio di fusione dei due tipi di fumetto italiano è Ken Parker, creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo. La prima serie fu pubblicata tra il 1977 e il 1984, dalla casa editrice Bonelli (che all’epoca possedeva nelle sue mani, insieme alle major Disney, il campo dell’editoria) ed ebbe fin da subito un enorme successo per via delle ambientazioni molto realistiche, la ricostruzione storica e filologica descritta minuziosamente e la forte attenzione alle tematiche sociali, tra cui il razzismo e la mancanza di inclusione nella società. Ken è infatti una rivisitazione del genere western che presenta questo personaggio che matura a forza di scontrarsi con i problemi esistenziali che affliggono gli uomini, soprattutto in quel periodo.

Martin Mystère

Nel 1982 debutta la prima serie Bonelli ambientata in epoca moderna, Martin Mystère incentrata sulla storia dell’omonimo personaggio creato da Alfredo Castelli. Martyn Mystère è un investigatore privato, noto come “Detective dell’ impossibile” ispirato al protagonista di una serie di racconti gialli scritti da Tiziano Sclavi. Questo fumetto italiano è molto interessante in quanto tratta argomenti misteriosi ai quali si aggiungono anche elementi di fantascienza, storia e archeologia.

Dylan Dog

Siamo nel 1986, quando invece viene pubblicato Dylan Dog, serie a fumetti che racconta la storia dell’omonimo personaggio, anch’esso creato da Tiziano Scalvi. Questa serie fu talmente tanto amata dagli italiani che nel decennio successivo riuscì a vendere addirittura mezzo milione di copie mensili e ristampe che erano richieste perfino all’estero. Dunque, l’uscita di Dylan Dog fu fondamentale per la storia del fumetto italiano. Questa serie venne apprezzata anche perché cela un significato davvero profondo: il genere horror al quale essa si rifà, viene utilizzato metaforicamente per simboleggiare le ansie, le preoccupazioni e i problemi che affliggono gli esseri umani.

Nick Raider

Giunti quasi alla fine di questo intenso decennio del fumetto italiano, non possiamo non citare la serie a fumetti poliziesca, Nick Raider, creata da Claudio Nizzi e editata dalla Sergio Bonelli Editore. Il protagonista è un detective della squadra omicidi della polizia di New York; è qui che investiga sui crimini commessi assieme al suo amico Marvin Brown. Questa serie affronta quindi tematiche che potremmo definire anche molto attuali: criminalità, delinquenza e malavita.

Gli anni 80 sono stati dunque anni molto intensi per il movimento fumettistico e dunque l’evoluzione della storia del fumetto italiano e di conseguenza per le editorie che ne pubblicavano le varie serie. Furono infatti, anni di sviluppo non solo artistico e culturale ma anche economico.

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Fonte immagine “La storia del fumetto italiano negli anni 80”: Pixabay

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