Chi era Quintiliano: maestro di retorica e pedagogia

Maestro di retorica e pedagogia: Quintiliano

Chi era Quintiliano, scopriamo insieme

Marco Fabio Quintiliano nacque a Calagurris nella Spagna Tarraconese fra il 35 e il 40 d.C.: purtroppo, allo stato delle fonti non disponiamo di una data precisa. Più certezze si hanno, invece, sulla data della sua morte, avvenuta nel 96 d.C. 
Quintiliano fu, non a caso, figlio di un insegnante di retorica e pedagogia. Si trasferì a Roma in due distinti momenti: in tenerissima età – insieme al padre – per seguire le lezioni di Remmio Palèmone e Domizio Afro; una seconda volta – e definitivamente – probabilmente intorno al 70 d.C.
Che si trattava di un giovane molto talentuoso lo si capì fin da subito e, ben presto, Quintiliano da discepolo divenne maestro di retorica e pedagogia: definibile come un vero e proprio ‘oratore ideale’, Quintiliano maestro di retorica e pedagogia fu uno dei primissimi a ottenere una cattedra statale di eloquenza stipendiata (da capogiro, con compenso annuo di oltre 100.000 Sesterzi) dall’imperatore Vespasiano in persona. In cambio, ovviamente, il nostro maestro di retorica e pedagogia, doveva formare colti burocrati fidelizzati all’imperatore, in una più ampia prospettiva di creare una base culturale comune alle amministrazioni dell’impero.

La sua opera più famosa: l’institutio oratoria

Quintiliano  trasfuse tutto il proprio impegno intellettuale nella sua più grande opera, l’Institutio oratoria.
L’Institutio oratoria può essere descritta come una vera sintesi di tutta quanta “l’arte del dire”. Si compone, infatti, di ben 12 libri. L’Institutio oratoria è stata definita dagli studiosi come un vero e proprio manuale di retorica, pedagogia e didattica. Nell’Institutio oratoria si delinea in modo nitido la formazione dell’oratore ideale, dai primi anni dell’istruzione fino al completamento degli studi. Per Quintiliano, l’oratore ideale e maestro di retorica e pedagogia, deve sempre seguire la regola aurea del “vir bonus dicendi peritus”, sull’esempio del modello fissato da Catone il Censore.

Maestro di pedagogia oltre che di orazione

Il merito più grande dell’Institutio oratoria di Quintiliano, inoltre, è forse quello di delineare per la prima volta i principi relativi alla ‘pedagogia dell’infanzia’. Da Quintiliano vengono messi in risalto temi fondamentali ancora oggi, come l’importanza del gioco nella prima fase dell’apprendimento, la gradualità nell’acquisizione di conoscenze, il bilinguismo e l’esclusione di qualsiasi punizione corporale, poiché del tutto controproducente. Non si risparmiano, inoltre, giudizi positivi circa l’efficacia di un insegnamento ‘socializzato’ o collettivo: ogni forma di insegnamento esclusivamente individuale non è ritenuta sufficiente. Solo in questo modo diventa possibile la creazione di quella figura voluta da Vespasiano e Quintiliano insieme, di quell’oratore ideale perfettamente integrato nella società del tempo.
Una parte importantissima dell’Institutio oratoria è dedicata al rapporto fra maestro e allievo: affinché l’insegnamento pedagogico sia efficace occorre che l’insegnante tratti gli allievi con affetto e premura, un po’ come farebbe un buon ‘pater familias’ con i propri figli, non eccedendo né in severità né in indulgenza. In tale percorso risulta del tutto essenziale il rispetto delle vocazioni di ciascun discente: solo assecondando ciò che piace, infatti, i giovani possono tendere a una conoscenza integrale. L’insegnamento retorico e pedagogico di Quintiliano fece di lui un vero e proprio oratore ideale. Quintiliano maestro di retorica e pedagogia, sembra essere autore di una sola opera, seppur monumentale, come L’Institutio oratoria, ma in effetti Quintiliano fu autore di altre opere che purtroppo non ci sono pervenute. 

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons 

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