Pittura Yōga: l’arte giapponese incontra l’Occidente

Pittura Yōga: L’Occidente nei quadri giapponesi

La pittura Yōga (洋画), letteralmente “pittura in stile occidentale”, è una corrente artistica giapponese nata dall’incontro tra l’arte tradizionale nipponica e le tecniche e i soggetti dell’arte occidentale. Questo stile, sviluppatosi a partire dal periodo Meiji (1868-1912), rappresenta un interessante esempio di ibridazione culturale e di come l’arte possa essere un ponte tra mondi diversi. Scopriamo insieme la storia, le caratteristiche e gli artisti principali di questo affascinante movimento artistico.

Le origini della pittura Yōga: l’influenza occidentale in Giappone

I primi contatti con l’arte occidentale: i missionari e le figure religiose

I primi contatti tra il Giappone e l’arte occidentale risalgono al XVI secolo, con l’arrivo dei missionari cristiani. Questi portarono con sé dipinti e immagini di figure religiose, che suscitarono l’interesse e la curiosità degli artisti giapponesi. Alcuni di essi iniziarono a imitare lo stile di queste opere, dando vita a quelle che possono essere considerate le prime forme di pittura Yōga.

Lo shogunato Tokugawa e la chiusura delle frontiere

Questo primo periodo di influenza occidentale fu però di breve durata. Durante lo shogunato Tokugawa (1603-1868), il Giappone adottò una politica di isolamento (sakoku), chiudendo le frontiere a quasi tutti i contatti con l’estero. L’arte occidentale, di conseguenza, cessò di essere un punto di riferimento per gli artisti giapponesi, ad eccezione della tecnica della prospettiva, che continuò a essere utilizzata in alcune opere.

La rinascita della pittura Yōga nel periodo Meiji

Il Bansho Shirabesho e la sezione dedicata all’arte occidentale

La situazione cambiò radicalmente con la Restaurazione Meiji (1868), che segnò la fine dello shogunato e l’apertura del Giappone all’Occidente. Nel 1855, ancora prima della fine dell’epoca Edo, era stato istituito il Bansho Shirabesho (Istituto di ricerca e traduzione per gli studi occidentali), che comprendeva una sezione dedicata allo studio dell’arte occidentale.

La prima scuola d’arte Yōga e gli artisti stranieri

Nel 1876, nel pieno del periodo Meiji, venne istituita la prima scuola d’arte Yōga del Paese, la “Kobu Bijutsu Gakko” (Scuola Tecnica d’Arte). Il governo Meiji, impegnato in un’opera di modernizzazione del paese, assunse artisti stranieri, come l’italiano Antonio Fontanesi, per insegnare le tecniche della pittura occidentale agli studenti giapponesi.

La competizione con il Nihonga e il declino dello Yōga

Tuttavia, la diffusione dell’arte Yōga suscitò anche reazioni nazionalistiche. Nacque così il movimento Nihonga (letteralmente “pittura giapponese”), che si proponeva di valorizzare e preservare la tradizione artistica nipponica, con i suoi quadri monocromatici – detti sumie – e policromatici.
La competizione tra Yōga e Nihonga portò, in un primo momento, a un declino dello Yōga e alla chiusura della scuola d’arte nel 1883.

Kuroda Seiki e la riaffermazione dello Yōga

Fu l’artista Kuroda Seiki, di ritorno dai suoi studi in Europa, a riaffermare con forza l’importanza dello Yōga. Grazie al suo impegno, nel 1896 venne istituito un corso di pittura Yōga all’interno dell’Università delle Arti di Tokyo (Tokyo Bijutsu Gakko), riconoscendo ufficialmente lo Yōga come uno stile pittorico giapponese a tutti gli effetti, al pari del Nihonga.

Stile e artisti principali della pittura Yōga

Le caratteristiche dello stile Yōga: tecniche e soggetti

La pittura Yōga si caratterizza per l’adozione di tecniche e soggetti tipici dell’arte occidentale, come la pittura a olio, la prospettiva lineare, il chiaroscuro e la rappresentazione realistica della figura umana e del paesaggio. Tuttavia, gli artisti Yōga hanno spesso reinterpretato questi elementi in chiave personale, fondendoli con elementi della tradizione artistica giapponese.

Yuichi Takahashi, Takeji Fujishima, Asai Chu e altri esponenti dello Yōga

Tra i principali esponenti della pittura Yōga si possono citare:

  • Yuichi Takahashi: allievo dell’artista inglese Charles Wirgman, considerato uno dei pionieri dello Yōga.
  • Asai Chu: uno dei primi artisti giapponesi a studiare in Europa.
  • Kuroda Seiki: considerato il padre della pittura Yōga moderna.
  • Takeji Fujishima: noto per i suoi paesaggi e le sue figure femminili.

Oggi, la distinzione tra Yōga e Nihonga è diventata sempre più sfumata, con molti artisti che utilizzano tecniche e stili di entrambe le correnti. La pittura Yōga, tuttavia, rimane un capitolo importante nella storia dell’arte giapponese, testimonianza di un periodo di apertura e di scambio culturale con l’Occidente.

Fonte immagine: wikipedia

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