Il Teatro Acacia di Napoli apre il sipario per il primo spettacolo della stagione 24/25: “L’arte della truffa” con Biagio Izzo, in scena dal 24 ottobre al 3 novembre
L’apertura della stagione 2024/2025 del Teatro Acacia di Napoli è stata affidata a Biagio Izzo, protagonista dello spettacolo “L’arte della truffa”, insieme a Carla Ferraro, Roberto Giordano, Ciro Pauciullo, Arduino Speranza e Adele Vitale, con la regia di Augusto Fornari.
L’arte della truffa: sinossi
Il ricco imprenditore Gianmario Borghetti è in gara per ottenere un grosso appalto: quello della ristrutturazione del Duomo di Napoli. È un uomo integerrimo, da generazioni (suo nonno prima, poi suo padre) in ottimi rapporti con il Vaticano. Lui e sua moglie Stefania sembrano vivere una vita tranquilla, fino a quando il cognato Francesco non piomba in casa minando la loro quotidianità. Francesco (Biagio Izzo) è un truffatore ed è appena uscito da Poggioreale, avendo ottenuto gli arresti domiciliari grazie all’ospitalità della sorella. Dopo un imprevisto rovescio finanziario la sgradita presenza del galeotto diventerà di vitale importanza per salvare il conto in banca della famiglia Borghetti, ma se a essere truffata fosse proprio la Chiesa, istituzione che il buon Gianmario serve e riverisce con tanto zelo?
È possibile considerarsi “onesti truffatori”? Riflessioni sulla disonestà
La pièce, oltre a far ridere di gusto il pubblico di spettatori presente in platea grazie alla comicità di Biagio Izzo e alle eccellenti interpretazioni di tutti i protagonisti, pone il pubblico dinanzi a un quesito: è possibile definirsi “onesti truffatori”?
Un ossimoro scaturito dall’idea di “truffa a fin di bene”, perché il raggiro è concepito per salvare la famiglia e non resta fine a se stessa. Francesco, una sorta di moderno Robin Hood che non tollera le ingiustizie e ruba ai ricchi per donare ai poveri, ricorda inoltre che per quanto sia stata sbagliata la sua condotta, negli anni ha sempre pagato la giusta punizione, con il carcere. Quanti sono invece coloro che dai piani alti della società riescono sempre a passarla liscia avendo le spalle coperte, pur commettendo le peggiori nefandezze?
Il secondo dubbio che instilla la commedia è quello sulla possibilità di tradire se stessi e i propri valori. Purtroppo nel mondo degli affari ad andare avanti non sono i fessi, bensì gli squali: per quanto Gianmario abbia criticato il cognato, accetta il suo aiuto per uscir fuori da una situazione critica, scendendo a patti con la sua spiccata moralità. La famiglia Borghetti, stimatissima dal Vaticano, cosa avrebbe pensato della sua condotta? Parte emblematica della scenografia sono le fotografie di famiglia che ritraggono suo padre e suo nonno e che prontamente Gianfranco rivolge verso il muro subito dopo aver preso parte alla truffa, vergognandosi del disonore che avrebbe portato ai parenti.
Nonostante ciò, fino alla fine ritiene di essere diverso da Francesco, a cui si rivolge dicendo:” non sono un truffatore come te”. Peccato che invece lo sia diventato ormai anche lui: tuttavia, basterà il perdono del Cardinale per far si che la storia si concluda senza danni per nessuno!
L’arte della truffa, uno spettacolo da non perdere
A conclusione della pièce, Biagio Izzo si rivolge al pubblico con una battuta divertente: “Fate venire tutti quelli che incontrate a questo spettacolo, dite che vi è piaciuto e che vi siete divertiti, così avranno “la truffa” pure loro”! Ma non c’è inganno, Izzo si riconferma un grande artista: spettacolo spassoso, vivamente consigliato!
L’arte della truffa, scritta da Augusto Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia, e Vincenzo Sinopoli e prodotto da produzione AG Spettacoli e Tradizione e Turismo, è in scena al Teatro Acacia di Napoli dal 24 ottobre al 3 novembre, con scene di Massimo Comune, disegno luci di Luigi Raia, musiche di Gruppo SMP, costumi di Federica Calabrese e produzione esecutiva di Giacomo Monda.
Fonte immagine di copertina: Gilda Valenza