Ogni promessa è debito di Salemme al Teatro Diana | Recensione

Ogni promessa è debito

Ogni promessa è debito: Vincenzo Salemme registra il sold-out al Teatro Diana di Napoli. Lo spettacolo sarà in scena dal 14 ottobre al 2 novembre

Il Teatro Diana inaugura la sua 45° stagione di prosa con Ogni promessa è debito, la nuova commedia scritta e diretta da Vincenzo Salemme e prodotta da Valeria Esposito per Chi è di scena in coproduzione con Gianpiero Mirra per DIANA OR.I.S.

In scena Nicola Acunzo, Domenico Aria, Vincenzo Borrino, Sergio D’Auria, Oscar Di Maio, Pina Giarmanà, Gennaro Guazzo, Antonio Guerriero, Geremia Longobardo, Rosa Miranda, Agostino Pannone e Fernanda Pinto.

Con scene di Roberto Crea, costumi di Francesca Romana Scudiero, luci di Cesare Accetta e musiche di Antonio Boccia.

Ogni promessa è debito: la sinossi

La commedia mette in scena la vicenda di Benedetto Croce, titolare della pizzeria Croce e Delizia a Bacoli, attività che dopo la morte della moglie Linda fatica ad andare avanti.

Durante una gita in barca insieme a suo figlio, sua figlia e il cameriere del locale, Benedetto batte la testa e, da sonnambulo, pronuncia un voto a Sant’Anna, promettendo di donare alla patrona di Bacoli ben 5.557.382 euro e 60 centesimi.

Al suo risveglio non ricorda nulla ma la notizia si diffonde rapidamente e a quel punto tutto il paese accorre in pizzeria per reclamare quella somma: dall’impiegato della banca al sindaco, dal parroco fino al fratello Gaetano…una cifra che però continua a ribadire di non avere.

Il ruolo dei social media e della tecnologia

I guai di Benedetto Croce iniziano proprio a causa dei social: a diffondere in rete il messaggio di aiuto in cui si parla della cifra promessa in voto a Sant’Anna è l’influencer Seccia Nera, presente sull’imbarcazione dei “Chiaviconi”, che soccorre la famiglia dispersa in mare.

Le parole di Benedetto Croce diventano virali e arrivano anche ai media locali: una scena che contiene riferimenti ad alcuni influencer napoletani e invita a ripensare la realtà odierna, dove tutto viene dato immediatamente in pasto ai social.

In un mondo in cui a contare sembrano essere solo i likes e i followers, l’utilizzo errato della lingua italiana da parte di molti personaggi spicca impietoso: un tratto comico che dà spesso luogo a equivoci e battute che fanno sorridere ma invitano anche a pensare.

La pièce affronta anche il rapporto dei più giovani con la tecnologia e gli smartphone. Significativa la battuta rivolta da Croce al figlio, che sintetizza la paradossalità dei tempi che viviamo: “È il telefonino che deve stare al tuo servizio, non tu al servizio del telefonino”.

Ogni promessa è debito: scene, luci e costumi

Le luci, a cura di Cesare Accetta, scandiscono il passare dal tempo, facendo intendere che sia trascorsa un’intera giornata: si passa dalla mattina, ovvero il momento in cui c’è stato il naufragio, al pomeriggio, dove si notano i colori aranciati del tramonto, fino ad arrivare all’atmosfera più scura della sera, quando avviene il colpo di scena. Assieme alle luci muta quindi anche il clima della commedia, passando da toni più umoristici a quelli più riflessivi.

Le scene di Roberto Crea ricostruiscono con efficacia gli ambienti, dalla pizzeria all’imbarcazione su cui si è svolta parte della vicenda, mentre i costumi di Francesca Romana Scudiero contribuiscono a caratterizzare i personaggi e le varie situazioni: ne sono un esempio i “Chiaviconi”, vestiti tutti di bianco ma dall’eleganza dal gusto discutibile, e i giubbotti di salvataggio, presenti nella scena finale.

Promettere o non promettere, questo è il dilemma

La famiglia e la società esercitano pressioni sul protagonista Benedetto Croce, affinché mantenga la promessa fatta. Nelle note di regia a cura dell’autore si parla di una “regola non scritta nel codice legale ma in quello dell’etica popolare, che ci obbliga a rispettare le promesse solenni”.

Ogni promessa è debito pone l’attenzione su una tematica molto attuale: in un’epoca come la nostra, in cui si fa fatica a credere a qualunque cosa, emerge un bisogno maggiore di fiducia. Da qui nasce la necessità di fare promesse, laddove un tempo era sufficiente dare la propria parola, che non sempre veniva mantenuta, spesso senza particolari conseguenze.

Uno spettacolo all’insegna della comicità trascinante di Vincenzo Salemme che però oltre a far ridere, riesce anche a sollevare interrogativi: la coscienza e la giustizia dovranno vedersela con la tentazione e l’avidità…chi avrà la meglio?

L’attore rende inoltre partecipe attivamente il pubblico: si rivolge agli spettatori del Teatro Diana in un momento cruciale, chiedendo loro cosa avrebbero fatto al suo posto, in quella determinata situazione di dubbio. Rompendo la quarta parete con un espediente teatrale efficace, Salemme invita a una riflessione personale: e se fosse successo a noi?

 

Fonte immagine copertina: ufficio stampa

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A proposito di Francesca Arfè

Laureata in Lingue e Culture Comparate, attualmente studentessa magistrale di Lingue e Letterature Europee e Americane. Bilancia ascendente Acquario con la testa tra le nuvole e il naso tra i libri. Dispensa consigli di lettura agli indecisi sul suo profilo Instagram @chicchedilibri. Cofondatrice di #PagineDaYamato, gruppo di lettura su Telegram dedicato al Giappone in tutte le sue sfaccettature.

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