Pomigliano d’Arco torna ad essere spazio di riflessione, aggregazione e cultura con la quarta edizione del RinascitaFest, in programma dall’11 al 21 settembre negli spazi dell’ex stazione della Circumvesuviana di via Roma. Un festival politico, artistico e culturale che, anno dopo anno, prova a smuovere le coscienze riguardo temi di attualità a promuovere cambiamenti che partono dal basso.
Riferito all’enciclica di Papa Francesco, il tema scelto per il 2025 è “Pane e Pace”: due parole semplici, ma cariche di significato. “Pane” come simbolo di diritti, solidarietà, inclusione e giustizia sociale; “Pace” come rifiuto della guerra, del dominio, dell’indifferenza e delle narrazioni tossiche che legittimano la violenza.
In un mondo attraversato da conflitti visibili in cui il dialogo è coperto dal rumore delle armi, RinascitaFest permette la riflessione riguardo il senso profondo di espressioni come pacifismo, disarmo, autodeterminazione dei popoli.
Come si racconta un genocidio
Tra gli appuntamenti più attesi, il panel di mercoledì 17 settembre “Come si racconta un genocidio”, con Lidia Ginestra Giuffrida specializzata in migrazioni del mediterraneo centrale e Medioriente, Jacopo Mocchi esperto d’Islam e Medioriente e Matilde Moro, appena tornata dalla Cisgiordania e specializzata anche lei in migrazioni e Medioriente. Il dibattito è stato guidato con lucidità e competenza dal giornalista Salvatore Toscano, che ha saputo creare uno spazio di confronto aperto e rilassato. Le sue domande hanno saputo valorizzare ogni intervento e mantenere alta la qualità del dialogo.
Il dialogo tra gli ospiti ha offerto spunti importanti ed articolati. A partire dalla testimonianza di chi vive quotidianamente gli orrori della guerra sulla propria pelle rischiando la vita, fino all’intervento di Matilde Moro che ha sottolineato l’importanza di affrontare la questione palestinese nel suo insieme, ricordando che l’occupazione è la violenza colpiscono l’intero territorio palestinese e non solo Gaza.
Al termine del confronto si è arrivati al ruolo dei media in merito alla questione, quindi Come si Racconta un genocidio?
Jacopo Mocchi dice che questo lo sanno i giornalisti che sono dentro Gaza e sono morti o quelli che mettono a repentaglio la loro incolumità ogni giorno. Matilde Moro invece si concentra sull’aspetto emotivo che c’è dietro l’informazione, ovvero cosa riesce a sensibilizzare l’opinione pubblica. Lidia Ginestra Giuffrida offre invece un’importante spunto di riflessione dichiarando “Ho paura che il mondo dopo Gaza rimanga lo stesso” denunciando l’indifferenza globale e la persistenza di un sistema internazionale che continua a ignorare le ingiustizie.
In fine è possibile dire che raccontare un genocidio non è solo un atto di cronaca, ma una scelta politica, un gesto di resistenza contro l’ingiustizia, che rompe il muro della complicità rendendo immortali le vittime. Parlare di genocidio oggi significa vedere la realtà per quello che è, e con questo incontro il Rinascita Fest ha dato spazio a questa verità ed al valore dell’informazione indipendente come strumento per costruire responsabilità e partecipazione.
La giornata si è poi conclusa non abbandonando i concetti di libertà ed identità in maniera più informale e giocosa. A’Sunagliera & Friends ha animato la serata con brani tipici della tradizione napoletana come la Tammuriata nera e Vesuvio, che hanno reso la fruizione complessiva del festival piacevole e divertente.
fonte immagine: ufficio stampa