Pericolosa al pari del famigerato Squid Game e travolgente come il fenomenale K-pop Demon Hunters, Alien Stage è una webserie coreana che, seppur ancora lontana dalla risonanza mediatica delle due opere di fama mondiale, sta guadagnando sempre più consensi grazie all’ottimo equilibrio nella sperimentazione tra media differenti e alla sua profondità, da osservare ogni volta con occhi diversi.
Nel caso di Alien Stage, il termine “webserie” indica un progetto prevalentemente musicale in 2D cominciato nel 2022 e nato dal genio creativo delle artiste coreane Kim Soyeon e Yoon Joori (meglio conosciute rispettivamente come VIVINOS e Qmeng) e che si sviluppa attraverso la pubblicazione di video musicali animati, fumetti e merchandise ufficiale.
Trama
Ambientato in un universo distopico, in cui la razza aliena è riuscita a soggiogare l’umanità e ne cresce gli individui come “cuccioli da compagnia” per il proprio piacere e divertimento, Alien Stage gira intorno a una competizione mortale dove il prezzo da pagare è ancora più caro della propria vita.
Queste sono le premesse della serie, che prende il nome proprio da questo reality show i cui partecipanti sono umani allenati sin da piccoli e costretti a vedere gli amici con cui sono cresciuti morire o sacrificarsi per loro. Ognuno di loro è completamente dipendente dal proprio guardiano alieno (o “Segyein”) e non può fare altro che giocare, almeno finché non ci si prepara per la rivoluzione.
Sweet Dream (prologo)
Un repertorio unico
Il repertorio musicale presentato in Alien Stage è alquanto vasto e funzionale: seppur ogni personaggio segua uno stile preciso e ogni cantante/doppiatore abbia un timbro unico e riconoscibile, essi sono tuttavia abbastanza versatili da adattarsi ai diversi generi presentati, in base alla necessità narrativa. Non è un caso, per esempio, che alcune canzoni siano presenti in più versioni e interpretate anche e soprattutto in base alla resa emotiva e alle relazioni di ogni personaggio. I protagonisti di questa serie infatti, si specchiano gli uni negli altri in infiniti modi e ciò è profondamente riflesso in questo aspetto del progetto.
Tra i generi dei diversi brani si possono riconoscere canzoni prettamente melodiche (My Clematis e Sweet Dream, che presenta anche influenze disco-pop), rock (repertorio comune a personaggi come Till, Hyuna e Ivan — con delle influenze più melanconiche), ballate moderne e valzer (Ruler of My Heart, Wiege) e persino brani dove coesistono strumenti musicali diversissimi come chitarra elettrica e violino (Blink Gone).
Non meno importanti naturalmente sono i testi, che spesso si alternano tra inglese e coreano, sono accompagnati da dei monologhi nelle sezioni strumentali e presentano anche qui parallelismi, opposizioni e vari riferimenti agli eventi narrati.
«So che il mio amore era diverso dal tuo, ma anche quello era amore»
L’amicizia e l’amore, la famiglia e la perdita sono tutti temi portanti all’interno dell’opera, fondamentali per comprendere la disperazione dei protagonisti e le loro azioni e presentano tutti un denominatore comune: la loro disumanizzazione. Ognuno dei sei personaggi principali infatti ama in modo profondamente diverso dagli altri e ciò deriva esattamente da come essi sono venuti in contatto con questo sentimento — se, ne sono mai venuti in contatto.
Infatti, i bambini cresciuti all’interno dell’Anakt Garden (una struttura simile a un collegio in cui i futuri partecipanti alla competizione vengono allenati), hanno tutti esperienze diversissime con il ricevere e mostrare affetto: alcuni di loro passano i primi anni all’interno di rifugi umani o con le proprie madri, mentre altri non conoscono altro che la vita con i propri guardiani e, non avendo mai avuto qualcuno come loro a cui appoggiarsi, non sono neanche in grado di riconoscere i propri sentimenti. Altri ancora, non sono considerati che cavie da laboratorio, esperimenti che devono essere perfetti sotto ogni aspetto e da sfruttare il più possibile.
In un contesto dove essi vengono sottoposti a dolorosi test e cresciuti con il solo intento di generare profitto e letiziare i propri aguzzini, questi personaggi fanno del loro meglio per sopperire alla solitudine e al senso di impotenza dentro ognuno di loro: tra sentimenti corrisposti e altri tenuti segreti, fino a toccare storie di abusi e violenze, le vittime finiscono per diventare carnefici e il confine tra ciò che è giusto e sbagliato si sfoca fino quasi a disintegrarsi del tutto.
Illustrazioni dal video musicale KARMA, che funge attualmente da atto conclusivo della serie
Rivoluzione e vendetta: due facce della stessa medaglia
In queste storie di oppressione sociale e controllo mediatico compare spesso la necessità di trovare un dignitoso angolo di mondo anche per gli oppressi e ciò avviene anche in Alien Stage, attraverso due personaggi in particolare, che dimostrano quanto sia difficile tenere fede ai propri ideali: Mizi e Hyuna. Le due ragazze, la prima indicata come protagonista della serie e la seconda come leader della Resistenza, hanno però visioni diametralmente opposte su come far sentire la propria voce. Secondo voi, quale miglior tentativo ci potrebbe essere se non quello di chiedere soccorso ai propri simili, nella speranza di ingaggiare un cambiamento significativo per decine di generazioni a venire? Ebbene, eseguire in segreto un piano del genere richiede uno sforzo non da poco e dei sacrifici che non tutti sono disposti a pagare…
E se la storia fosse andata diversamente?
Una delle caratteristiche più originali (e forse leggermente confusionarie) di questo progetto è la presenza di numerose “au” ufficiali (abbreviazione di “alternate universe”) e cioè sketch, prevalentemente sotto forma di illustrazioni e fumetti, in cui i protagonisti crescono e vivono la propria vita in contesti completamente diversi da quello originale. La più famosa è intitolata OFF THE RECORDS, in cui i sei personaggi principali sono degli attori intenti a girare la serie nel mondo reale.
Queste storie non sono considerate versioni canoniche degli eventi: ogni au è infatti vista come una narrazione parallela e indipendente da quella principale. Nel video musicale Wiege, inoltre, vengono mostrati frammenti delle vite dei protagonisti proprio in questi universi paralleli. Quest’espediente non solo è un modo di alleviare il peso delle tematiche trattate, ma è anche un modo divertente e stimolante di interagire con le autrici, che molto spesso rispondono a domande e curiosità sui personaggi ad eventi come i Q&A.
Alien stage: come guardarlo e seguire i futuri aggiornamenti sulla webserie
La webserie si compone principalmente di 12 episodi, a cui si aggiungono canzoni indipendenti e cover dei brani principali e, tra un episodio e l’altro, dei fumetti rilasciati a cadenza settimanale — che contribuiscono a comprendere meglio i personaggi e il loro passato. Tutti i contenuti menzionati sono disponibili gratuitamente su diverse piattaforme, ma per non complicare troppo le cose, è possibile visitare direttamente il canale Youtube ufficiale di VIVINOS. Per quanto riguarda ulteriori interviste e contenuti esclusivi, invece, è possibile abbonarsi al canale Patreon dedicato.
Purtroppo, uno dei motivi per cui Alien Stage non è ancora una webserie molto conosciuta (specialmente qui in Italia), è senz’altro l’assenza di traduzioni ufficiali: la maggior parte dei contenuti viene infatti tradotta principalmente in inglese e giapponese. Tuttavia, anche se questo può rendere complicato cogliere le sfumature più intrinseche del progetto, si tratta di una serie valida per molteplici motivi, che sia per il suo stile d’animazione in continua evoluzione, la profondità dei temi, la complessità dei suoi personaggi, o ancora, l’attento lavoro musicale a legare il tutto. Le autrici avrebbero inoltre confermato, in un recente Q&A, la progettazione di una seconda stagione di Alien Stage — ad oggi però, non sono ancora stati rilasciati annunci ufficiali o altre informazioni.
Fonte immagine in evidenza: Account X ufficiale di Alien Stage