Manga di Monster: la doppia personalità

Manga di Monster: la doppia personalità

Monster è un manga thriller psicologico scritto e disegnato da Naoki Urasawa, pubblicato tra il 1994 e il 2001, che esplora temi complessi come la manipolazione, l’identità e la doppia personalità. La storia è incentrata su Kenzo Tenma, un neurochirurgo giapponese che vive in Germania, la cui vita viene sconvolta quando scopre che un bambino a cui ha salvato la vita con un pericoloso intervento chirurgico alla testa, Johan Liebert, è in realtà un pericoloso serial killer. Il senso di colpa di Tenma deriva dalla sua ardua scelta tra salvare un bambino o il sindaco. Dopo aver scoperto ciò, perde il suo status sociale, ma anche la propria moralità, capendo che non si può mai fare davvero la scelta giusta quando bisogna scegliere tra chi è meritevole di essere salvato o meno. Oltre il senso di colpa e il libero arbitrio, uno degli elementi fondamentali del manga di Monster è proprio la rappresentazione della doppia personalità attraverso il personaggio di Johan Liebert. Scopriamone insieme le origini.

Johan Liebert: il caso di doppia personalità nel manga di Monster 

Johan Liebert è il principale antagonista della serie e rappresenta un esempio classico di doppia personalità. Questo tema viene esplorato attraverso vari aspetti della sua vita e dei suoi modi di agire. Johan e sua sorella gemella, Anna (Nina) Liebert, sono stati sottoposti a esperimenti psicologici estremi durante la loro infanzia, causati dai tentativi della Repubblica Democratica Tedesca di usare un orfanotrofio segreto, il 511 Kinderheim, per creare dei soldati potenziati attraverso crudeli condizionamenti psicologici ed esperimenti. Questi esperimenti hanno ovviamente frammentato la psiche di Johan, portando allo sviluppo della sua doppia personalità. Questo trauma legato all’infanzia è fondamentale per comprendere la complessità del personaggio e le sue azioni. Johan è un personaggio enigmatico e complesso, la cui doppia personalità si manifesta in diversi modi: da un lato, è un individuo estremamente carismatico e intelligente, capace di manipolare chiunque incontri; dall’altro, è un killer spietato e privo di empatia, che commette atti di violenza apparentemente senza motivo. 

Il Mostro del titolo del manga di Monster: com’è nato? 

Una delle domande centrali del manga è se Johan sia nato «mostro» o se le sue esperienze lo abbiano reso tale. La sua doppia personalità sembra riflettere questa dicotomia: da una parte vi è la sua umanità; dall’altra, il suo lato mostruoso e distruttivo. Questa dualità è rappresentata dal suo comportamento contrastante: carismatico e gentile in un primo momento, terrificante e crudele in quello successivo. Il Dr. Kenzo Tenma, che inizialmente salva la vita di Johan, diventa ossessionato dall’idea di fermare il mostro che ha liberato. La sua ricerca di Johan è anche una ricerca di comprendere la vera natura dell’uomo che ha salvato. Attraverso i suoi occhi, vediamo la sua lotta volta a distinguere tra l’umano e il mostro in Johan e questa ricerca di verità e giustizia è un tema centrale del manga. In realtà, il vero mostro, da come capiamo man mano che leggiamo il manga, non è Johan Liebert, bensì la società che lo ha sottoposto da bambino a questi traumi, che ne hanno sconvolto pienamente la personalità e il suo stesso modo di pensare. Mostro dell’opera è proprio il Kinderheim 511, che ha rovinato la psiche di tantissimi bambini per farne dei soldati senza sentimenti ed empatia, volti a diventare delle armi da guerra.  

Doppia personalità o identità multiple 

Johan non solo vive una doppia vita, ma manipola anche la percezione degli altri, facendo credere loro che egli abbia molteplici identità. Utilizza vari alias e crea false piste, rendendo difficile per chiunque capire chi sia realmente. Questo gioco di identità multiple aggiunge un ulteriore livello di complessità alla sua doppia personalità, confondendo non solo i personaggi della storia, ma anche noi lettori. Tra le varie identità, prenderà anche quella di sua sorella, in una delle scene più inaspettate del manga di Monster, acquisendone l’intera dolce e gentile personalità. 

La Doppia Personalità e gli Altri Personaggi 

Anna Liebert, la sorella gemella di Johan, è un personaggio che ha sofferto gli stessi traumi del fratello, ma ha scelto un percorso di vita completamente diverso. Mentre Johan abbraccia il caos e la distruzione, Anna cerca di costruire una vita normale e di trovare la pace. La sua lotta contro il passato e il suo legame con Johan offrono una prospettiva diversa sulla possibilità di superare una personalità frammentata. Un altro personaggio significativo è Wolfgang Grimmer, un uomo che ha subìto lavaggi del cervello sin da bambino. La sua personalità si divide tra il gentile giornalista e il violento «Magnificent Steiner», il suo alter ego. Grimmer rappresenta un ulteriore esempio di come traumi psicologici possano creare una doppia personalità. 

Conclusione 

Nel manga di Monster, Naoki Urasawa esplora in modo profondo e complesso il tema della doppia personalità attraverso i suoi personaggi, soprattutto Johan Liebert. La rappresentazione di Johan come un individuo con una personalità frammentata, capace di azioni sia affascinanti che terrificanti, crea una tensione costante nella narrazione e solleva domande fondamentali sulla natura umana e sul potere della psiche. Attraverso il concetto della doppia personalità, il manga di Monster non solo racconta una storia avvincente, ma invita anche i lettori a riflettere sulla complessità dell’identità e sul confine sottile tra il bene e il male. Soprattutto, capiamo quanto la base su cui ognuno di noi va a costruire una propria personalità sia proprio l’infanzia. Johan da bambino ha anche subito il trauma dell’abbandono da parte della madre, per la quale si è sempre sentito un mostro, anche a causa del libro di fiabe per bambini che leggeva da piccolo: Il mostro senza nome. Il libro, infatti, narra di un mostro che vagabonda alla ricerca di un proprio nome, dividendosi in due, siccome il mondo è troppo grande da esplorare in uno. Uno dei due mostri entra nel corpo di un fabbro che gli presta il proprio nome, in cambio della forza; il mostro, però, finirà per accrescere e mangiarlo interamente, tornando ad essere un mostro senza nome. Da lì, continua ininterrottamente ad appropriarsi di nomi altrui dando loro la forza, finendo però sempre per mangiarli e tornando ad essere il mostro senza nome che è. Il mostro senza nome fa poi lo stesso con il figlio malato di un re, col quale si trattiene spesso dal mangiarlo nonostante la fame, poiché gli piace il nome e la vita del principe. Dopo aver accumulato troppa fame, il bambino-mostro mangia tutti gli abitanti del castello e si rimette in viaggio. Alla fine, incontra l’altra parte di sé stesso, il quale, però, ha trovato la felicità anche senza aver un nome, accettando sé stesso. Il bambino, allora, mangia anche la sua parte, restando infelice poiché nessuno più poteva conoscere il suo nuovo nome: Johan. 

Fonte Immagine in evidenza: Wikipedia

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