Negli ultimi anni sta succedendo qualcosa di bello: spazi dimenticati nelle città — tetti, balconi, cortili abbandonati — vengono riconvertiti in orti urbani, giardini pensili, veri e propri polmoni verdi, conosciuti anche come “Urban Gardens“. È un cambiamento che non riguarda solo la necessità di avere cibo più vicino, ma anche di riappropriarsi di comunità, bellezza e benessere.
Perché gli urban gardens stanno diventando importanti
Molte persone pensano agli orti urbani solo come un modo di produrre cibo, ma è molto di più. In Italia, per esempio, c’è il progetto Poty: un orto verticale che si può montare su balconi o terrazzi, fatto con materiali riciclati e facile da usare anche senza esperienza. Ci sono poi gli orti diffusi, dove tanti piccoli spazi sparsi e poco usati vengono messi insieme per creare comunità che coltivano, condividono e imparano.

Urban gardens in Italia: esempi che ispirano
- Milano, con i suoi oltre 2000 orti urbani e giardini condivisi; un progetto che coinvolge il Parco Agricolo Sud, che include vaste aree verdi.
- Il Giardino San Faustino a Lambrate: un grande spazio verde condiviso che unisce le persone e funge da area verde per chi vive in città.
- Progetto Jellyfish Barge nel pisano: una serra galleggiante che usa acqua, vetro ed energia rinnovabile per coltivare vicino all’acqua e con impatto ridotto.
I benefici degli urban gardens: non solo cibo
Un Urban Garden non serve solo a raccogliere verdura. È anche:
- Benessere personale: prendersi cura delle piante calma e migliora la salute mentale.
- Socialità: permette di conoscere i vicini, lavorare con la comunità, condividere momenti.
- Educazione: molte scuole usano gli orti per insegnare ai ragazzi da dove viene il cibo e l’importanza di rispettare la natura.
- Territorio e ambiente: riduce la distanza del cibo, abbassa l’impatto dei trasporti, aiuta l’aria e il microclima cittadino.
Le sfide da superare per gli orti urbani
Ma non è tutto semplice. Ci sono sfide reali:
- Spesso il terreno è contaminato o inutilizzabile.
- Acqua, sole ed esposizione possono essere risorse scarse o difficili da gestire.
- Il costo del terreno in città è alto, e i progetti devono trovare fondi, volontari o sostegno pubblico.
- Normative non sempre chiare: cosa si può coltivare, dove e con quali modalità è spesso incerto.
Idee e soluzioni per il futuro
- Vertical gardening e serre su tetti per sfruttare lo spazio che non è a terra.
- Sistemi modulari come “Poty” che permettono a chi ha poco spazio di coltivare in verticale.
- Orti diffusi: tanti piccoli appezzamenti che insieme diventano una rete verde coltivata dalla comunità.
Uno sguardo al futuro
Molto probabilmente gli Urban Gardens cambieranno sempre di più il modo in cui viviamo in città. Non diventeranno forse la fonte principale di cibo, ma sono già fondamentali per creare comunità, dare senso di appartenenza e rendere le città meno fredde e più vivibili. Se le istituzioni cominceranno a dare più spazio, semplificare le regole e sostenere queste iniziative, potremo vedere città più verdi, più resilienti e più felici.
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