Le riviste cult che hanno documentato la moda giapponese, in particolare le sottoculture giovanili nate nella zona di Harajuku e in quartieri come Shibuya, hanno avuto un impatto significativo nella diffusione di quest’ultime non solo in Giappone. Sottoculture come la moda Lolita, Decora, Ganguro ecc., sono solo alcune delle street fashion emerse per le strade di Harajuku. Nate come forma di ribellione contro lo stile tradizionale e i canoni estetici giapponesi, hanno visto purtroppo un rapido declino con l’avvento della fast fashion, l’incessante influenza dei social media e una moda sempre più omologata con conseguente aumento della pressione sociale a conformarsi. Nonostante questo, eventi di street fashion come l’Harajuku fashion walk, un raduno periodico di appassionati, continuano a mantenere vive queste sottoculture. Durante il “periodo d’oro” della moda di strada ad Harajuku sono nate alcune delle riviste di moda giapponese più influenti, veri e propri magazine cult che hanno raccontato, plasmato e celebrato le varie sottoculture di Harajuku, contribuendo a definirne identità e spirito.
Le 3 riviste di moda giapponese da conoscere
FRUiTS
La prima fra le riviste di moda giapponese da citare non può che essere Fruits, stilizzato in FRUiTS. Magazine nato nel 1997 dal fotografo Shoichi Aoki che ben presto diventò la rivista di riferimento per la moda di strada di Harajuku. Sebbene la sua pubblicazione sia cessata nel 2017, la rivista ha conosciuto un revival nel 2023 ed è ora disponibile anche in inglese. FRUiTS era focalizzata principalmente sulla zona di Harajuku, documentando le tendenze e le sottoculture locali, come la moda Lolita, quella Ganguro, e le interpretazioni giapponesi di sottoculture occidentali come il punk e il goth. Il recente revival di FRUiTS rispecchia una crescente nostalgia per quel periodo e risponde al rinnovato interesse per rappresentazioni diversificate in un panorama della moda sempre più omologato.
Zipper
Proseguendo con le riviste di moda giapponese, un altro titolo cult è sicuramente Zipper. La storia di questo magazine inizia negli anni ‘90. Come Fruits, Zipper è una rivista popolare tra i giovani giapponesi che ha giocato un ruolo importante nel portare le sottoculture di Harajuku all’attenzione di un pubblico più vasto. La rivista ha continuato la sua pubblicazione fino al 2017, influenzando profondamente la moda giovanile giapponese. Nel corso degli anni, molte celebrità e influencer legate a Harajuku hanno citato Zipper come una delle principali fonti di ispirazione.
KERA
La terza fra le riviste di moda giapponese da ricordare è KERA. Fondata nel 1998, era inizialmente conosciuta come Kerouac in omaggio allo scrittore della Beat Generation Jack Kerouac. Ha seguito le orme delle riviste citate precedentemente, documentando e celebrando le sottoculture di Harajuku. Caratteristica distintiva di questa rivista era l’enfasi posta sulla moda Gothic Lolita, sullo stile Decora e sull’estetica tipica del movimento visual kei. KERA offriva ai lettori approfondimenti e dettagli sulle tendenze emergenti e interviste a icone della moda. È importante sottolineare che la moda di Harajuku e le sue varie sottoculture non rappresentavano solo un fenomeno di stile, ma un vero e proprio movimento culturale che celebrava la diversità e l’anticonformismo e riviste cult come KERA, Zipper e FRUiTS hanno abbracciato questa filosofia, offrendo a queste sottoculture una piattaforma su cui esprimersi. Purtroppo, nel 2017, anche KERA ha cessato la sua pubblicazione, un destino condiviso con altre iconiche riviste di moda giapponese, segnando la fine di un’era.
Oltre alle riviste come FRUiTS, Zipper e KERA, che sono forse i tre pilastri della moda Harajuku, esistono altre pubblicazioni che hanno contribuito a documentare la moda e le sottoculture di Harajuku e Shibuya. Ad esempio, CUTiE è stata una delle prime riviste di moda giapponese a concentrarsi sui trend giovanili e sulla street fashion, era principalmente nota per il suo interesse verso lo stile kawaii. Un altro magazine da ricordare è STREET che, come suggerisce il nome, ha documentato lo street style giapponese sin dagli anni ’80. Abbiamo poi il magazine Gothic & Lolita Bible che, sebbene più specifico rispetto ad altre riviste di moda giapponese, ha giocato un ruolo importante nella documentazione e promozione dello stile Gothic Lolita, un sottogenere dello stile Lolita promosso anche da artisti e musicisti visual kei molto famosi, come Mana dei Malice Mizer. Per quanto riguarda la moda Ganguro, la rivista di riferimento era Egg, che mostrava ragazze con pelle abbronzata, capelli ossigenati e un trucco eccentrico, rappresentando uno stile di vita e una moda che sfidavano i tradizionali canoni estetici giapponesi.
Fonte immagine in evidenza: m thierry, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons