Alex Polidori ospite al Comicon 2025 | Intervista

Alex Polidori in sala di doppiaggio - per gentile concessione dell'artista

Alex Polidori è come un’auto di Formula 1 in corsa. Riesci a vederlo mentre sfreccia veloce verso la vittoria. Classe 1995, Alex ha lavorato sin dall’infanzia come doppiatore, attore e, in seguito, anche cantautore. Tra i primi lavori ricordiamo Alla ricerca di Nemo; sotto la direzione di Carlo Valli, storica voce del compianto e indimenticato Robin Williams. “Nemo” è stato uno dei primi ruoli importanti nel mondo del doppiaggio e Alex aveva appena sette anni. Negli anni a seguire ha lavorato quasi incessantemente: dal cinema alle fiction, dal doppiaggio alla musica, non c’è ruolo che non abbia saputo ricoprire, sia nei film che nelle serie animate. Il vero botto, ovvero l’esplosione della sua fama, è dovuto in particolar modo al doppiaggio di Tom Holland e Timothée Chalamet. In occasione del Comicon 2025, durante il quale è stato presentato in anteprima il nuovo episodio di Storyland di Raffaele Tamarindo, abbiamo incontrato Alex. In questa produzione targata RT poop, in cui è presente una versione alternativa di Peter Parker, protagonista di un’avventura spaziale che omaggia proprio Robin Williams, Alex è tornato ad interpretare Peter Parker e noi abbiamo avuto l’occasione per fargli un’intervista.

Alex Polidori - per gentile concessione dell'artista
Alex Polidori – per gentile concessione dell’artista

Alex Polidori, stai lavorando molto in questo periodo (Comicon incluso) e Storyland è l’ennesima dimostrazione del tuo talento. Come ti fa sentire?

Mi fa sempre un enorme piacere partecipare a eventi come il Comicon, perché sono un’occasione rara per noi doppiatori di entrare in contatto diretto col pubblico. Il nostro lavoro avviene quasi sempre in sala, lontano dai riflettori, e il rapporto con chi ci ascolta avviene perlopiù tramite i social. Eventi come questo ci permettono di conoscere le persone dal vivo, chiacchierare, fare foto, sentire davvero l’affetto e l’interesse che c’è verso il nostro mestiere, e questo è bellissimo. Quanto a Storyland, è stato un progetto davvero figo e particolare per il web, in cui ho potuto ridare la voce a Tom Holland in un contesto inedito, perché il progetto rielabora scene di film già doppiati in una chiave completamente nuova. È stato pubblicato sul canale YouTube RT poop, che crea questi incredibili film crossover tra universi cinematografici diversi. Mi sono divertito tantissimo e sono grato di far parte di esperienze così creative.

Tom Holland e Timothée Chalamet sono gli attori che più “ti calzano”, ma a quali altri artisti sei legato in particolar modo?

Oltre a Tom e Timothée (che seguo anche come fan e che mi ispirano profondamente non solo perché li doppio, ma perché sono attori straordinari), sto seguendo molto anche Barry Keoghan, che ho avuto il piacere di doppiare e continuo a doppiare. Ha una presenza scenica magnetica e ruoli sempre molto intensi e insoliti. Per quanto riguarda la musica, spazio molto. Sono amante, però, delle belle voci. Un punto di riferimento canoro per me è Giorgia da quando sono piccolo e, ad oggi, direi anche Serena Brancale, che seguo da prima che esplodesse nel grande pubblico: la sua voce e il suo stile, anche un po’ ironico, mi affascinano da sempre. Come cantautore adoro Fulminacci e mi ispiro un po’ a lui per alcuni aspetti. A livello internazionale, John Legend ed Ed Sheeran sono due riferimenti per me: il primo per l’anima soul, il timbro e perché è anche un grande pianista; il secondo per la scrittura, la freschezza e l’approccio molto “street” e autentico alla musica.

Qual è il doppiaggio che hai amato di più e quello che ti ha reso il lavoro difficile?

Wonka è sicuramente tra i doppiaggi che mi hanno dato più soddisfazione, perché ho potuto unire la recitazione al canto in un ruolo iconico e pieno di magia. Una sfida importante è stata A Complete Unknown, il biopic su Bob Dylan: è stato complesso e affascinante perché dovevo ricreare il match vocale con le parti cantate che rimanevano in originale e seguire un sinc molto limitato a livello di articolazione labiale. Un lavoro che mi ha messo alla prova già da piccolo è stato Koda Fratello Orso: avevo 7 anni, ma avevo tantissime battute e un ruolo molto intenso, quindi mi ha insegnato tanto. Tra i più difficili cito anche Chiamami col tuo nome, perché il personaggio è estremamente introspettivo e comunicava emozioni profonde con poche parole: restituire tutto questo in doppiaggio è una sfida non da poco! Infine, Mommy di Xavier Dolan è stato uno dei miei primi ruoli “da grande”: avevo circa 18 anni ed è stato un lavoro psicologicamente intenso. E anche The Crowded Room, con Tom Holland, è stato molto impegnativo perché toccava temi legati ai disturbi della personalità: ho dovuto adattarmi a sfumature completamente diverse rispetto ai ruoli più classici.

Odissey di Christopher Nolan è in produzione, sarai Telemaco nella versione in italiano?

In realtà non si sa ancora nulla di ufficiale, lo stanno girando proprio in questo periodo. Sicuramente spero di continuare a doppiare Tom Holland in tutti i suoi lavori, ma non è mai qualcosa di scontato: non esiste il concetto di “voce ufficiale” nel doppiaggio, anche se più interpreti un attore nel tempo, più vieni associato a lui. Per ora non posso dire niente, ma incrocio le dita.

Sei anche un ottimo musicista, ci sono progetti che puoi spoilerare?

Assolutamente sì! Quest’estate usciranno nuovi singoli: uno sicuramente a giugno e forse anche un altro a luglio. Sto continuando a scrivere tantissimo, perché la musica è la mia più grande passione e il mio modo di raccontare ciò che vivo. Sto anche lavorando a brani con altri artisti, scrivendo per altri progetti e iniziando un percorso come autore e direttore artistico, un’evoluzione che mi stimola molto. Un progetto che unisce le mie due anime, quella musicale e quella da doppiatore, è il Music Film Award, un contest dedicato all’arte del doppiaggio cantato. Lo seguo insieme a mio fratello Gabriele Patriarca (anche lui professionista del doppiaggio: Teen Titans, Neville Paciock in Harry Potter n.d.r.) come direttore artistico: abbiamo già curato l’edizione 2024 con discreto successo e stiamo preparando quella del 2025 con tante novità. Si svolge all’interno del Music Film Festival di Ferrara, una manifestazione meravigliosa dedicata alla musica per il cinema.

Alex Polidori, Intervista
Alex Polidori – per gentile concessione dell’artista

Ne consegue che Alex Polidori è un ragazzo incredibilmente impegnato ma sempre con i piedi per terra, che riconosce l’importanza del duro lavoro, della preparazione e dell’affetto del pubblico. È possibile seguire Alex sui principali social media. Per il momento non ci resta che augurare un grandissimo in bocca al lupo ad Alex nell’attesa di rivederlo esibirsi sul palco e ascoltare i nostri beniamini parlare con la sua straordinaria voce. 

Immagine in evidenza e foto per gentile concessione dell’artista. Si ringrazia di cuore Christian Moioli

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