Lo sguardo maschile – male gaze – nella settima arte è preponderante e si nasconde tra le increspature di una cultura patriarcale talmente radicata da essere difficile da individuare. Il genere horror rientra perfettamente in questo quadro. Le donne nell’horror hanno subito una transizione nel tempo: sono passate dall’essere vittime passive, alle combattive final girls, fino a diventare loro stesse assassine, mostri e psicopatiche. Finché sono state solo vittime non hanno mai suscitato domande, perché rientravano nella “normalità” sociale. Quando hanno cominciato a sopravvivere, a rivalersi e a essere puramente malvagie, sono diventate dei mostri.
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L’evoluzione della donna nell’horror: una sintesi
Il percorso del personaggio femminile nel cinema horror può essere riassunto in tre fasi evolutive principali, ognuna rappresentativa di un preciso contesto culturale e cinematografico.
Archetipo | Descrizione e periodo |
---|---|
Damsel in Distress (Donzella in Pericolo) | Personaggio passivo, puro e bisognoso di un salvatore maschile. Comune negli horror classici (anni ’30-’60). |
Final Girl (L’ultima Ragazza) | Unica sopravvissuta che affronta il killer. Moralmente superiore, spesso vergine. Tipica degli slasher (anni ’70-’80). |
Monstrous Feminine (Mostruoso Femminile) | La donna diventa il mostro, l’assassina, sovvertendo i ruoli di genere. Figura centrale dell’horror moderno (dagli anni ’90 a oggi). |
Le prime donne nell’horror come damsels in distress
Nei primi film horror (anni ‘30-‘60) le donne erano rappresentate con superficialità psicologica, finendo per essere delle donzelle in pericolo incapaci di badare a loro stesse, troppo pure per difendersi e funzionali a gonfiare l’ego dell’eroe salvatore. Esempi iconici sono Nosferatu, Dracula, White Zombie e Cat People: tutti titoli che rappresentano una figura femminile passiva, oggetto del desiderio maschile.
Nosferatu – Il vampiro del 1922
L’avvento delle Final Girls
La final girl degli anni ‘70 e ‘80 è una figura femminile che, soprattutto nel sottogenere slasher, sopravvive per fronteggiare il killer alla fine. Il termine è stato coniato dalla studiosa Carol J. Clover nel suo saggio del 1992 Men, Women, and Chainsaws: Gender in the Modern Horror Film. Per quanto possa apparire come una trasformazione positiva dalla damsel in distress, in realtà è spesso legata a una visione patriarcale: una final girl deve guadagnarsi la sopravvivenza con la propria superiorità morale. Deve essere pura, ripudiare il sesso e le droghe, atteggiamenti che invece i suoi compagni assumono, venendo per questo puniti con la morte. Esempi classici sono i film Halloween, Silent Night, Bloody Night e Non aprite quella porta.
Non aprite quella porta del 1974
Donne nell’horror moderno e contemporaneo
Dalla fine degli anni ‘90 le donne diventano protagoniste mostruose: assassine psicopatiche, figure possedute e madri crudeli. Film come Misery, Jennifer’s Body e Gone Girl portano a galla domande sulla reazione dello spettatore di fronte al mostruoso femminile. Questo termine (in inglese monstrous feminine) è stato teorizzato dalla studiosa femminista Barbara Creed nel suo saggio del 1993 The Monstrous-Feminine: Film, Feminism, Psychoanalysis. Grazie al suo studio, oggi possiamo affermare che la paura del femminile è una colonna portante del genere horror.
La fonte del turbamento risiede nella sovversione dei ruoli di genere e nella perdita di controllo sul corpo femminile. Quando un uomo è violento in un horror, l’associazione è quasi scontata. Ma quando è una donna, ci si chiede come sia possibile, perché viene associata a valori come dolcezza e accoglienza.
Misery non deve morire del 1990
Gli archetipi femminili che spaventano di più
All’interno dei film horror, certi ruoli sociali femminili vengono ribaltati per generare terrore. Parliamo di archetipi come:
- La madre: La figura materna che da amorevole diventa violenta (Hereditary, The Babadook).
- La seduttrice: La donna sessualmente libera e consapevole che uccide (Basic Instinct, Jennifer’s Body).
- L’adolescente: La ragazza durante la pubertà, il cui risveglio sessuale è rappresentato come mostruoso (L’Esorcista, Carrie, Pearl).
- La strega: Il femminile legato al potere e alla libertà, che spaventa la società patriarcale (The Witch).
Come disse il critico cinematografico Robin Wood: «Il vero soggetto del genere horror è la lotta che fa emergere tutto ciò che la nostra società reprime ed opprime».
The Witch del 2015
Persino i genitali femminili sono stati rappresentati come simboli di paura e perdita di controllo, come in Alien e Teeth. Film come Revenge continuano a esplorare il “mostruoso femminile”, dimostrando la validità di queste teorie.
Alien del 1979
Fonte immagine: IMDb
Articolo aggiornato il: 05/09/2025