Pompei Z, intervista ad Andrea Biglione

Pompei Z un film di Andrea Biglione. Intervista

Pompei Z è un film interamente girato l’intelligenza artificiale, con la regia artistica e tecnica di Andrea Biglione e la produzione italiana di Roberto Bessi (Ladyhawke, Wonderwell, Sultana’s dream, Le seduttrici – A good woman) e di Alessandro Torrisi, General Manager per Kalicon, produttori, nel 2024, di “Maserati: the brothers” e “Modì – Tre giorni sulle ali della follia”.

Pompei Z, che uscirà nelle sale nel 2026, è scritto e sceneggiato da umani, è realizzato come fosse un vero film per il cinema, in 4k, con la post-produzione del suono, il mix e la color correction. Gli attori del film, che devono ancora essere svelati, performeranno sullo schermo grazie a degli avatar AI con i loro stessi connotati.

Si tratta di un thriller post-apocalittico di alto livello in cui un improvviso terremoto sotto i Campi Flegrei squarcia Pompei durante il vertice del G7 sul clima, scatenando un contagio di zombie trasmesso in diretta streaming, guidato da un gladiatore conservato dal 79 d.C., e rovesciando i governi nel giro di poche ore. Mentre l’epidemia si intensifica, i pianificatori militari prendono in considerazione un ultimo tentativo di “sanificazione” nucleare del sito archeologico, mettendo la stessa Pompei sull’orlo dell’annientamento atomico.

Pompei Z – cenni biografici del regista 

Andrea Biglione è un regista, sceneggiatore e produttore italiano noto per il suo lavoro nel cinema contemporaneo. Ha debuttato alla regia nel 2011 con “Almeno tu nell’universo”, dramma romantico che esplora la complessità delle dinamiche amorose e familiari tra i giovani adulti. Nel 2018 ha diretto “Drony”, cortometraggio finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dal bando IMAIE. Nel 2021, ha diretto “N.E.E.T.“, una commedia commerciale che affronta il problema dei giovani NEET (Not in Education, Employment, or Training) in Italia. Il film è stato selezionato come Evento Speciale al Bif&st 2024 ed è stato presentato in festival quali Ischia Global Film Festival, Comedy Film Festival, Ferrara Film Festival e Fabrique du Cinéma Awards, con la sua uscita ufficiale avvenuta il 16 gennaio 2025.

Nel 2024 ha prodotto e diretto il cortometraggio GenAI “She Was Karim’s First Kiss”, premiato al Marano Ragazzi Spot Festival. Oltre alla regia, Biglione ha esperienza come produttore, avendo lavorato nel 2014 al film “Diario di un maniaco perbene”. Dal 2020 Andrea si dedica allo studio della tecnologia, ha conseguito dei master professionali in Artificial Intelligence e Blockchain Management.

Abbiamo intervistato il regista Andrea Biglione, che ha risposto a qualche curiosità sul film in uscita. 

Quali sono state le sfide maggiori nell’utilizzare l’intelligenza artificiale per un progetto di questa portata? (Problemi tecnici, etici, artistici?)

Le difficoltà che ci sono state e che ci saranno nel corso della produzione del film sono e saranno molteplici. I problemi tecnici sono in parte quelli a cui noi possiamo fare di meno, non abbiamo le risorse necessarie per addestrare modelli (ancora).

Il nostro lavoro è tanto su avere un knowledge efficiente che ci faccia capire come aggirare determinate problematiche, per il resto ci pensa la magia del cinema. I problemi artistici sono gli stessi che si trovano in una produzione tradizionale, dal mio punto di vista il lavoro del regista è quello di scegliere le persone più brave di se da una parte e capire quali sono i compromessi giusti da fare per portare il film a casa. La coperta è sempre troppo corta anche nelle produzioni AI.

A livello etico ad oggi non ho remore, no abbiamo nulla, ci prendiamo tutto. Al contrario penso che un approccio blockchain possa aiutare molto nel panorama di una ridistribuzione automatizzata dei profitti per l’utilizzo delle immagini utilizzate nei training delle AI. La cosa più sbagliata da fare invece è proprio indignarsi e nascondersi dietro la paura del cambiamento. A mio avviso in Italia abbiamo ben poco da perdere, il nostro “mood” è “grandi idee, poco budget”. Questo è lo strumento perfetto per riuscire ad utilizzare il linguaggio dei grandi film, per parlare al mondo dal nostro punto di vista. Inoltre penso che l’AI sia il nuovo internet, ovvero se non ci sei, se l’AI non ha tuoi dati, allora non esisti, al contrario, se ci sei, sei un patrimonio dell’umanità. Il vero problema è la centralizzazione di questo potere in pochissime aziende. Penso che questa riproducibilità estrema del digitale darà inoltre grande valore invece ai prodotti tradizionali, se possiamo definire prodotti cinematografici post-prodotti digitalmente “tradizionali”.

Da cosa nasce l’idea per questo film? Qual è stata la scintilla iniziale?

Un’intuizione creativa di Roberto Bessi, dopo aver visto un mio cortometraggio (premiato al Marano ragazzi Spot Festival) abbiamo tirato fuori alcuni progetti e paradossalmente parlando di altro ci è venuta fuori l’idea di Pompei z.

Ci sono stati momenti in cui l’IA ha prodotto risultati inaspettati o sorprendenti che ha deciso di mantenere?

Sempre, è parte integrante del processo. Ho avuto il piacere di conoscere Blasco Giurato, DOP di Nuovo Cinema Paradiso e tantissimi altri film, lui diceva “è il film che decide”, e succede la stessa cosa con l’intelligenza artificiale. Non perchè si facciano le cose a caso, ma proprio perchè la natura probabilistica di questo strumento tende a darci risultati inaspettati, nel bene e nel male. 

Come ha influenzato l’IA il processo creativo del film?

L’AI è parte integrante del mio workflow, quindi “tanto”. Credo fortemente che l’interazione umano-AI sia molto più forte della sola AI e dei soli umani. Non è niente di nuovo, è la storia che si ripete.

Perché ha scelto proprio Pompei come ambientazione per un’apocalisse zombie?

Pompei è una città famosa in tutto il mondo e non sono ancora mai stati fatti dei film zombie all’interno di quell’immaginario. Credo sia enormemente affascinante pensare ad una zona rossa post apocalittica fatta di antiche rovine, con dei pericolosi zombie. Il nostro intento è quello di costruire un prodotto che sia worldwide tanto quanto la nomea della meravigliosa Pompei e che possa per 90 minuti rendere l’Italia al centro del mondo.

Immagine in evidenza: ufficio stampa

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