Prisoners è un film del 2013 diretto da Denis Villeneuve. Un thriller con un cast d’eccezione e una trama coinvolgente, in grado di catturare lo spettatore e di lasciarlo con il fiato sospeso per tutta la sua durata.
L’avvincente trama di Prisoners
Il film è ambientato in Pennsylvania, durante il Thanksgiving Day, la festa del Ringraziamento. Due famiglie si riuniscono per celebrarlo insieme, ignare della tragedia che sta per verificarsi all’esterno dell’abitazione. Entrambe le famiglie hanno due bambine piccole che, accompagnate dai rispettivi fratelli maggiori, escono per una passeggiata. Durante un momento di distrazione da parte dei due ragazzi più grandi, le due bambine scompaiono nel nulla. Keller, il padre di una delle due (interpretato da un magistrale Hugh Jackman) inizia la sua frenetica ricerca, parallelamente alle indagini della polizia, condotte dal detective Loki (nei cui panni troviamo un magnetico Jake Gyllenhaal). Keller non è soddisfatto del modo in cui la polizia gestisce il caso e decide quindi di agire per conto proprio, per fare giustizia e trovare al più presto un responsabile, giungendo anche in alcuni momenti a sfiorare la follia. Il detective Loki, unico all’interno della sua squadra a non arrendersi con le ricerche, risulta sicuramente più prudente nella conduzione delle indagini, elemento che porterà a frequenti scontri con il padre della bambina scomparsa.
Keller, tra fede e disperazione
Il personaggio di Keller è presentato fin dalle prime scene come un credente particolarmente devoto: in più occasioni lo si vede recitare preghiere e portare sempre al collo un crocifisso. Ciononostante, la disperazione causata dalla scomparsa di sua figlia prevale su questo aspetto della sua vita, portandolo ad allontanarsi dalla sua stessa fede, arrivando al punto di infliggere torture terribili al povero e indifeso Alex, riconosciuto dall’uomo come rapitore della bambina e diventato capro espiatorio. Alex, proprietario di un camper che si trovava parcheggiato lungo il viale al momento della scomparsa, diventa facilmente il principale sospettato per l’uomo, ma non per la polizia. Il ragazzo viene infatti interrogato dagli agenti e immediatamente rilasciato: ciò non soddisfa Keller, che, preso da un disperato desiderio di verità, finisce per rapirlo e torturarlo. Si scoprirà poi che Alex è affetto da disabilità mentale ed è dotato di capacità mentali pari a quelle di un bambino di dieci anni: dunque, nonostante le torture a cui è sottoposto, non è in grado di contribuire al ritrovamento delle bambine.
Il finale di Prisoners
La pellicola scorre velocemente attraverso innumerevoli colpi di scena e attraverso l’introduzione di diversi misteriosi personaggi, ognuno dei quali in grado di aggiungere un pezzo al puzzle: è compito dello spettatore metterli insieme per trovare, insieme ai protagonisti, il colpevole. Pian piano il detective Loki e Keller riescono ad ottenere le risposte tanto desiderate, portando lo spettatore ad assistere ad un finale mozzafiato.
Fonte immagine in evidenza: Jake Gyllenhaal e Hugh Jackman in una scena del film (Mymovies.it).