The Farewell – Una bugia buona | Recensione

The Farewell – Una bugia buona | Recensione

The Farewell – Una bugia buona è una commedia drammatica del 2019 che segna il debutto sul grande schermo di Lulu Wang. Sebbene in precedenza la regista avesse lavorato solo su cortometraggi, questo film, presentato al Sundance Film Festival, ha attirato subito l’attenzione della critica. La trama si ispira ad una vicenda autobiografica: nel 2016 Lulu Wang scrive un racconto dal titolo What You Don’t Know, dove parla della malattia terminale di sua nonna e della sua esperienza di vita da immigrata cinese negli Stati Uniti; la pellicola si presenta proprio come un adattamento di questo racconto breve. The Farewell – Una bugia buona ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il Golden Globe per la miglior attrice in un film commedia o musicale assegnato ad Awkwafina, attrice che interpreta la protagonista Billi.

La trama di The Farewell – Una bugia buona

Il film segue la storia di Billi, una ragazza sino-americana, che però ha vissuto quasi tutta la sua vita negli Stati Uniti. La protagonista ha un rapporto molto stretto con sua nonna Nai Nai – che in mandarino significa nonna paterna – nonostante vivano a migliaia di chilometri di distanza. Billi sta già attraversando un momento di crisi personale, dato che le sue aspirazioni artistiche non la portano ad avere una stabilità economica, ma tutto peggiora quando riceve una notizia sulla salute della nonna. A Nai Nai è stato diagnosticato un tumore incurabile: l’intera famiglia decide di tornare in Cina per passare con lei gli ultimi momenti di vita e assicurarsi che lei rimanga all’oscuro della sua condizione. Per giustificare questa improvvisa riunione, la famiglia decide di organizzare il matrimonio di un cugino di Billi, anche per dare quello che potrebbe essere un ultimo momento di gioia per Nai Nai.

Due culture a confronto in The Farewell – Una bugia buona

In Cina quella della bugia buona è una pratica culturale che esiste realmente: in alcune famiglie cinesi i parenti anziani non vengono informati di diagnosi gravi, con l’obiettivo di proteggerli da ansie e paure e permettere loro di vivere serenamente gli ultimi mesi. Nel cuore di The Farewell, c’è anche il forte contrasto tra la cultura occidentale e quella orientale raccontato attraverso le emozioni della protagonista. Billi è cresciuta in America e di conseguenza ha valori diversi da quelli dei suoi parenti: fatica ad accettare la decisione di mentire ad una persona cara e, in un certo senso, giudica la sua famiglia che si aggrappa a questa tradizione. Il fascino della pellicola si ritrova proprio nella condizione della protagonista che vive un conflitto interiore: uno scontro tra culture che mette in discussione il suo senso di appartenenza. Da una parte la trasparenza occidentale e dall’altra la riservatezza orientale, una contrapposizione che porta lo stesso spettatore a chiedersi cosa significhi davvero fare la cosa giusta.

L’esperienza autobiografica di Lulu Wang

All’inizio della pellicola compare una scritta “Basato su una bugia vera” perché Lulu Wang effettivamente si ispira alla stessa bugia che la sua famiglia aveva raccontato alla nonna malata. La regista ha raccontato della sua esperienza al programma radiofonico This American Life. Ha spiegato che lei avrebbe voluto affrontare la malattia di sua nonna insieme a lei, per confortarla e anche piangere insieme: per Lulu Wang questo è il modo più naturale per affrontare la morte di qualcuno che si ama. La regista ha anche raccontato che sua madre, dopo averle dato la brutta notizia, le aveva detto subito che non avrebbe avuto voce in capitolo su come agire e che doveva accettare la decisione della famiglia. Lulu Wang ha deciso di tradurre ciò che ha vissuto nel personaggio di Billi, che come lei fatica a nascondere le emozioni che realmente prova e vorrebbe solo dire a sua nonna la verità e piangere insieme a lei.

In sintesi, The Farewell – Una bugia buona è un film che parla della morte e di come le diverse persone affrontano il lutto in base alla cultura e alle esperienze personali. Lo fa però con un umorismo quasi surreale, che riesce a stemperare anche i momenti più dolorosi. Il personaggio che più di tutti contribuisce a creare un’atmosfera leggera è proprio la carismatica e piena di vita nonna Nai Nai, interpretata in maniera eccellente dall’attrice Zhao Shuzhen. Nel condividere una storia autobiografica, Lulu Wang riesce a raccontare le contrapposizioni culturali tra Oriente e Occidente, senza mai cadere negli stereotipi. Il risultato finale è una storia familiare che riesce ad essere universale, in cui ognuno può riconoscersi.

Fonte immagine: PrimeVideo

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