Un grande problema dei giochi del franchise Pokémon è sempre stato il livello di difficoltà, ma oggi è possibile risolverlo attraverso la Nuzlocke challenge. La sfida fa parte di quella schiera di contenuti derivati dall’ingegno degli appassionati, che attraverso video, videogiochi fan made e creepypasta (storie horror sui Pokémon nate dalla fantasia dei fan) continuano a tenere alto l’interesse per un brand quasi trentennale. Le idee del fandom sono vitali per mantenere l’attenzione su una serie di giochi che sta perdendo la fiducia dei suoi clienti più affezionati, dopo vari flop come Pokémon Scarlatto e Violetto.
Ma che cos’è la Nuzlocke challenge?
Si tratta di una modalità di gioco non ufficiale inventata dai fan dei videogiochi Pokémon per innovare e rendere più intenso il gameplay. Non è mai stata inserita ufficialmente nei giochi, ma è diventata nel tempo una delle sfide più amate e diffuse nella community.
La sfida è nata nel 2010 da un’idea di Nick Franco. Franco pubblicò sul web una serie a fumetti in cui raccontava il suo gameplay su Pokémon Rubino. Il nome della sfida è frutto della crasi tra il Pokémon più rappresentativo del fumetto, cioè Nuzleaf e John Locke, personaggio di Lost citato in una gag ricorrente all’interno del web-comic.
La Nuzlocke originale era fondata su tre semplici regole:
- in ogni percorso o area di gioco è possibile catturare solo il primo Pokémon che si incontra. Questa limitazione nasce per costringere il giocatore a utilizzare Pokémon differenti rispetto a quelli dei classici gameplay, mettendolo in condizione di creare strategie diverse dall’ordinario;
- ogni Pokémon che va KO non è più utilizzabile e va depositato nel box o liberato. Se non si hanno più Pokémon disponibili la sfida è da considerarsi fallita;
- tutti i Pokémon utilizzati devono essere soprannominati. La scelta di inserire dei nickname nasce per creare un maggiore legame emotivo con la propria squadra.
Il successo del web-comic portò alla creazione di Nuzlocke Forums, uno spazio in cui gli utenti condividevano le proprie esperienze con questa modalità di gioco. Nel 2011 la Nuzlocke challenge sbarcò su YouTube come animazione, grazie allo youtuber Notepaddle e successivamente come gameplay alla fine dello stesso anno.
Le varianti principali della Nuzlocke challenge
Il successo della sfida portò gli appassionati a cercare delle alternative per renderla ancora più complessa e imprevedibile. Proprio la versatilità di questa modalità la rende così apprezzata dai fan, grazie alla moltitudine di clausole secondarie che si possono aggiungere.
Randomizer Nuzlocke
Nel 2012 venne rilasciato il software Universal Pokémon Randomizer che permetteva di rendere casuali gli incontri con i Pokémon selvatici. Le possibilità di personalizzazione offerte da questo strumento hanno riscosso molto successo tra gli utenti, che ancora oggi lo apprezzano molto.
Hardcore Nuzlocke
La variante più amata di questa challenge è la Hardcore Nuzlocke. Si tratta di una versione più complicata della Nuzlocke, nata nel 2016 dall’intuizione vincente dello youtuber Pchal. Il content creator decise di aggiungere altre regole per aumentare ulteriormente il livello di difficoltà:
- vietato l’utilizzo degli oggetti in battaglia;
- introduzione del level cap, una clausola che impedisce di portare la propria squadra di Pokémon a un livello superiore rispetto a quello del Capopalestra che si dovrà affrontare.
Soul Link
La Soul Link è una versione multiplayer della Nuzlocke challenge, in questa sfida il destino dei Pokémon dei due giocatori è strettamente legato, se uno dei due va KO, anche l’altro diventa inutilizzabile.
Deathless
L’ultima modalità alternativa è la Deathless, una versione estremamente complessa della sfida che unisce alle regole della Hardcore Nuzlocke il vincolo di non poter perdere nessun Pokémon.
Cosa rende speciale la Nuzlocke challenge?
Il punto di forza di questa sfida è che riesce a rendere il gioco più complesso e ogni vittoria una piccola emozione. Il suo potenziale ha portato molti content creator a farne un format di punta, con streamer come Creepy che cercano costantemente di unire la dimensione competitiva del gioco a quella narrativa.
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