Angela Caputo è una figura poliedrica: scrittrice, giornalista, redattrice e insegnante nella vita di tutti i giorni. Lei, però, è prima di tutto una persona instancabile, positiva e profondamente generosa, che si dedica con passione e senza riserve a tutto ciò che fa.

Le origini di Angela Caputo
Nata a Giarre, un suggestivo comune della provincia di Catania, Angela Caputo ha compiuto i suoi studi al Liceo Classico e poi ha conseguito una laurea in Lettere Classiche. Fin da giovane ha intrapreso collaborazioni con numerose testate locali come giornalista pubblicista, ampliando successivamente le sue competenze dedicate all’editing e alla correzione di bozze. La sua inclinazione per l’insegnamento l’ha portata anche a conseguire un diploma di specializzazione in ambito educativo, dedicandosi con impegno alla formazione degli studenti delle scuole di vari ordini e gradi.
L’esordio letterario di Angela Caputo
Il suo esordio come autrice avviene nel 2023 con il romanzo Bianca vestita di nero, pubblicato da Atile Edizioni. Il successo del primo libro è seguito dal suo secondo progetto, Amarti in una clessidra, che esce nel febbraio 2024 per lo stesso editore. Poco dopo, nell’aprile dello stesso anno, Angela decide di proporre una nuova versione di Bianca vestita di nero, rivisitata come romance. Contestualmente partecipa a due antologie di racconti, tra cui la silloge 10 Musei 10 Gialli, pubblicata da PAV Edizioni.
I libri in uscita
Attualmente Angela Caputo è prossima alla pubblicazione di ben quattro nuovi lavori. Il primo, Nel nome dei Padri,è un romanzo che mescola thriller, noir e paranormal, centrato su una maledizione del passato che si intreccia con il presente; il libro uscirà per Atile Edizioni. Il secondo progetto, Alchimie di smalto e inchiostro, unisce arte e scrittura ed è stato realizzato a quattro mani con la Strega Aborigena Ines de Leucio; l’opera, curata e prefata da Emanuela Sica, sarà pubblicata da Delta 3 Edizioni.
Infine, gli ultimi due manoscritti in arrivo sono raccolte poetiche premiate in concorsi prestigiosi: una grazie al Premio Inedito Sulle tracce del De Sanctis e l’altra vincitrice del Premio Internazionale di Letteratura Italiana.
Ritratto della scrittrice (fornita da lei)
L’intervista
Ciao Angela, raccontaci come è cambiato il tuo stile a partire dalla tua prima opera…
Grazie per questa bellissima opportunità, il mio stile è stato letteralmente stravolto con l’uscita di “Amarti in clessidra”. Prima ero concentrata a scrivere (e anche leggere) per lo più testi romance. Dopo l’esperienza di “Bianca vestita di nero” (che è un romance storico) mi sono concentrata su un altro romance ma mentre scrivevo ho stravolto tutto e il romanzo è diventato un multigenere. Ho riflettuto tanto su quanto stava accadendo e sono arrivata alla conclusione che nessun autore può essere etichettato. La scrittura è libertà.
Quale è il tuo testo che senti maggiormente e al quale sei più affezionata e perché?
Sono affezionata in modo particolare ad “Amarti in una clessidra“. È stato scritto durante la gravidanza dei miei bambini (due gemelli) per cui è come se mi avessero suggerito loro il multigenere, d’altronde la mia era anche una pluri attesa…
Cosa pensi delle donne nel settore artistico/creativo in Italia? Secondo te il fatto di essere donne può costituire un vantaggio in termini di carriera oppure no?
Questa domanda è molto interessante e la sento particolarmente mia. La donna può fare sicuramente carriera, portarsi avanti ma… Se è avvenente e piacente diventa per lei una croce perché subito la sua esposizione viene scambiata per altro, non come ricerca di comunicare un messaggio, un’idea o un pensiero, ma altro in modo più malizioso. Siamo ancora legati a vecchi pregiudizi. Occorre svecchiare certe posizioni. Ma d’altro canto ci deve essere la correttezza da parte di aziende, società, enti di promozione di non usare l’immagine della “bella donna” per vendere, cosa che spesso purtroppo si vede nei social. Non ho, diciamo così, una opinione positiva in merito. C’è da fare molta strada, insomma.
Hai già ottenuto molti riconoscimenti come autrice, quale è quello che ti ha emozionata o rappresentata di più?
Mi ha emozionato di più la finale del concorso letterario “Casa Sanremo Writers” di quest’ anno dove “Amarti in una clessidra” si è qualificato tra i finalisti in secondo ex aequo. È stata un’ emozione che ho vissuto a distanza.
Come ha accolto le tue pubblicazioni il pubblico finora e quale feedback invece ti aspetti in futuro?
Dalle recensioni, dai messaggi e commenti che ricevo direi molto positivo il feedback. Per il futuro mi auguro di mantenere sempre questa linea .
Una delle tua ultime pubblicazioni è un romanzo che hai definito come thriller paranormal noir: L’Ombra dei Padri con Atile Edizioni, quale è il tuo rapporto con il mistero?
Il mistero mi ha sempre affascinato anche se va scoperto con una certa cautela. L’“Ombra dei Padri” ha scavato sui lati oscuri di certe problematiche e mi ha messo a dura prova dal punto di vista psicologico. Però come sai la scrittura è catartica, avevo visto di immergermi in questa storia delicata e maledetta insieme.
Come è stato collaborare con la strega aborigena Ines de Leucio per produrre Alchimie di smalto e inchiostro (lavoro a quattro mani di arte e scrittura curato e prefato da Emanuela Sica per Delta 3 Edizioni)?
Non è stato un lavoro facile, ho compiuto un esperimento di scrittura immersiva con le ceramiche di Ines De Leucio. Lei è una personalità artistica a tutto tondo a volte si difficile interpretazione per cui sono davvero onorata che Ines abbia scelto me per questo lavoro a quattro mani. Si tratta di una installazione di poesia e pittura. Un esperimento come pochi di cui è difficile trovare il genere di appartenenza.
Presto usciranno anche due tue sillogi poetiche vincitrici di concorso, rispettivamente il Premio inedito sulle tracce del De Sanctis e il Premio internazionale di letteratura italiana. Che ruolo riveste la dimensione poetica nella tua esistenza?
Nella mia vita la poesia è il mio modo di comunicare e riflettere con me stessa. Non passa giorno che non scrivo pochi versi se non una poesia intera. Anzi sto proprio lavorando già per una nuova silloge. La poesia permette di scavare dentro se stessi. Grazie a un’amica credo di aver capito quale è il mio ruolo in ciò. Fare emergere le mie paure e parlare alle donne, fare capire loro che non sono sole e che tutte passiamo alti e bassi nella vita. Perché la poesia possa diventare evasione e perché no suggerire e aiutare.
Fonte immagine: ufficio stampa