Dopo il successo di Chiamami col tuo nome, André Aciman ci invita di nuovo nel mondo di quei personaggi con il suo seguito Cercami. È giusto fare una premessa, però: chi si aspetta unicamente il proseguimento della storia d’amore tra Elio e Oliver, troverà qualcosa di più complesso. Aciman sceglie infatti un approccio narrativo differente, dedicando tre parti distinte del racconto a tre voci: la prima è quella di Samuel (il padre di Elio), la seconda quella di Elio, e l’ultima quella di Oliver.
La struttura innovativa di Cercami: tre voci, tre momenti
Il romanzo si apre in un modo spiazzante, mettendo al centro Samuel – ormai anziano – durante un incontro casuale in treno con una donna molto più giovane, Miranda. Questa scelta ci introduce subito a uno dei temi portanti del libro: il tempo come forza trasformatrice. Vediamo come il passare degli anni abbia inciso sui personaggi, modellando i loro desideri, i ricordi e le loro stesse vite. Samuel si ritrova a vivere un amore inaspettato, che ne rivela aspetti inediti. Elio è cresciuto, è un pianista di talento la cui vita si divide tra l’Europa e nuove relazioni, come quella più matura e riflessiva con Michel. Oliver, dall’altra parte dell’oceano, vive con la sua famiglia ma è pervaso da una nostalgia persistente che lo richiama verso il passato e l’Europa.
Stile lirico e introspettivo
Lo stile di Aciman è inconfondibile: introspettivo, poetico, con un ritmo pacato che permette di entrare nei pensieri e nelle emozioni dei protagonisti. La sua scrittura esplora l’attesa e il desiderio, che qui appare meno travolgente rispetto all’adolescenza narrata nel primo libro. Non c’è una trama ricca di eventi esterni, quanto piuttosto un’esplorazione continua dei paesaggi interiori. La struttura riflette forse la frammentazione della memoria e delle esperienze vissute. Non c’è un climax tradizionale ma una serie di momenti emotivi e riflessivi che si intrecciano, privilegiando l’atmosfera e l’emozione rispetto a una costruzione narrativa lineare.
Cercami: tra autonomia e legame col predecessore
Sebbene sia un seguito, Cercami possiede una sua autonomia. La lettura è sicuramente arricchita dalla conoscenza del primo romanzo, ma il libro offre un viaggio emotivo godibile anche singolarmente. È una riflessione sulla ricerca di seconde possibilità, sulla riconciliazione con il proprio passato e sul valore profondo degli incontri umani. Aciman continua a esplorare con sensibilità temi come l’identità fluida, la complessità della sessualità e il desiderio come motore esistenziale, rifiutando etichette rigide.
Il finale di Cercami: riflessioni su amore e ritorno
Il finale è aperto e non offre soluzioni definitive. Aciman sembra suggerire che ogni legame, anche se apparentemente concluso, può lasciare una porta socchiusa, che il tempo trasforma ma non cancella del tutto. Cercami è dunque un romanzo sul ritorno e sulla sua impossibilità, un’opera che medita sul tempo che scorre e su come l’amore, pur mutando forma, possa continuare a esistere.
Fonte immagine: Feltrinelli