Le tre opere in prosa più belle di D’Annunzio: una breve analisi

le tre opere in prosa più belle di D'Annunzio

D’Annunzio inizia a dedicarsi alla scrittura del romanzo nel 1889 ed è cosi che produce le tre opere in prosa più belle.

Ecco qui una breve analisi delle tre opere in prose più belle di D’annunzio!

1. Il Piacere

La prima delle tre opere in prosa più belle di D’Annunzio è Il Piacere: quest’opera ottiene un gran successo ma allo stesso tempo produce molto scandalo a causa dell’immoralità del protagonista che rappresenta l’alter ego di D’Annunzio. L’obiettivo di D’Annunzio, con questa opera, era quello di illustrare «la miseria del piacere» cioè voleva mostrare gli effetti negativi del condurre una vita ricca di piacere e sensualità. Il protagonista della prima delle tre opere più belle di D’Annunzio è Andrea Sperelli, egli è un nobile romano di origini abruzzesi che si innamora perdutamente di una donna di nome Elena Muti. Il loro amore avrà durata breve poiché Andrea rimane ferito in un duello e verrà curato da sua cugina a Francavilla dove incontrerà Maria Ferres. Una volta guarito, Andrea ritorna alla capitale e rincontra il suo primo amore, si trova cosi davanti ad una scelta, combattuto dalla passione che prova per entrambe le donne. Alla fine rovinerà tutto sia con Elena sia con Maria e rimarrà solo.

Questo romanzo è considerato una delle tre opere in prosa più belle di D’Annunzio perché è uno dei manifesti dell’estetismo decadente mostrando attraverso il protagonista l’amore per l’arte ma anche l’egoismo e la debolezza morale che portano al fallimento della vita.

2. Le vergini delle rocce

La seconda delle tre opere in prosa più belle di D’Annunzio è Le vergini delle rocce: quest’opera esprime il concetto del superuomo.  D’Annunzio alza una polemica contro la società firmando il manifesto del superomismo politico fondato sul dominio di pochi eletti, si tratta di una visione ancora legata al Decadentismo poiché si parla di elementi come il disprezzo per la borghesia e la specialità della figura dell’artista. Questa seconda delle tre opere in prosa più belle di D’Annunzio racconta di Claudio Cantelmo, un giovane che si trasferisce a Trigento dove incontra le figlie del principe Luzio Cantelmo: Violante, Massimilia e Anatolia che rappresentano la sensualità, la purezza e l’attacamento alla famiglia.  Egli dovrà scegliere quale delle tre sorelle diventerà sua moglie: sceglierà Anatolia che rifiuta per prendersi cura della sua famiglia e gli suggerisce di scegliere Violante ed è così che termina la seconda delle tre opere in prosa più belle di D’Annunzio. 

 In questo romanzo si assiste a una dissoluzione delle forme tradizionali e si ricerca uno stile prezioso ed elevato.

3. Notturno

Infine, l’ultima delle tre opere in prosa più belle di D’Annunzio è Notturno: in quest’opera si presentano temi e forme di scrittura più originale. Questo romanzo viene scritto durante i mesi di convalescenza che D’Annunzio passa in seguito ad un distaccamento della retina. D’Annunzio si abbandona ai ricordi, la maggior parte dei quali sono legai alla guerra, come la morte del suo amico Giuseppe  Miraglia, facendo di questa opera il diario della sua malattia attraverso una struttura frammentaria ma moderna e l’utilizzo di frasi brevi ed è cosi che si aggiudica il terzo posto  tra le tre opere in prosa più belle di D’Annunzio.

Scopri anche le sue poesie più belle e il concetto di panismo.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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