Los Milagros de Nuestra Señora: 3 miracoli consigliati

Los Milagros de Nuestra Señora

L’opera Los Milagros de nuestra Señora è sicuramente il capolavoro di Gonzalo de Berceo. Nato presumibilmente nel 1196 circa, Berceo era un monaco secolare presso il monastero di San Millán de la Cogolla, un monastero benedettino che presenta una grande biblioteca alla quale Berceo poteva attingere. Le opere di Berceo rientrano appieno nel filone del Mester de clerecía, una corrente letteraria nata nel tredicesimo secolo, che si pone come obbiettivo quello di diffondere un sapere che fino ad allora era stato trasmesso solo in latino. I testi appartenenti al Mester de clerecía sono per lo più di carattere religioso, tuttavia dobbiamo ricordare che l’opera manifesto di tale corrente è il Libro di Alexandre, una rivisitazione in lingua castigliana della leggenda di Alessandro il Macedone, il quale presenta una versione anteriore in francese antico, ovvero il Roman di Alexandre. Per quanto riguarda Berceo, invece, incontriamo soprattutto testi religiosi, tra i quali ricordiamo: El Duelo de la Virgen, El Sacrificio de la Misa e Loores de nuestra Señora.

Los Milagros de Nuestra Señora: struttura dell’opera

Los Milagros de nuestra Señora è un testo scritto in versi alessandrini che comprende 25 miracoli preceduti da una parte introduttiva, nella quale Berceo, in chiave tipologica, mostra come l’uomo, attraverso la Vergine, possa sperare nella redenzione e nella vita eterna dopo la morte. I racconti dei miracoli sono tutti preceduti da un prologo, in cui il narratore si rivolge al lettore, e terminano tutti con un commento finale, di carattere didattico-morale, in cui il narratore passa dal caso particolare, ovvero il racconto, al caso generale, traendone quindi un insegnamento.
Ecco di seguito riportati 3 miracoli della collezione da leggere.

Miracolo 1: La casulla de San Ildefonso

Dalla Spagna all’istante intendo incominciare,
da Toledo la grande, famosa capitale,
perché non so di dove inizierò a narrare
ché i fatti sono molti più che sabbia del mare.
A Toledo la bella, questa città regale,
che giace in riva al Tago, un fiume eccezionale,
ci fu un arcivescovo, un chierico leale,
che era della Gloriosa amico naturale.
Si chiamava Ildefonso, lo dice la scrittura,
pastore che al suo gregge dava buona pastura,
uomo di santa vita e di gran dirittura:
il molto che diciamo, dal suo agire si appura.

Il primo miracolo consigliato è anche quello che apre la raccolta. È un miracolo che presenta una struttura narrativa particolare, perché è diviso in due pannelli narrativi, il primo riguarda Ildefonso e i due servizi che presta alla Vergine, ovvero la stesura di un libro dedicato alla sua verginità e l’anticipazione della festa dell’Annunciazione, alla quale la Vergine risponde donandogli una casula. Il secondo pannello narrativo riguarda Siagro, che invece trasgredisce il comandamento della Vergine, indossando la casula destinata a Ildefonso, e per questo destinato alla condanna mortale. Due pannelli narrativi che hanno una struttura opposta: una ascendente servizio-ricompensa, l’altra discendente disservizio-punizione. L’insegnamento che incontriamo nel commento finale è che la Vergine premia chi le è devoto e castiga chi invece trasgredisce le sue regole.

Miracolo 8: El romero de Santiago

Signori ed amici, per Dio e carità
udite altro miracolo, stupendo in verità:
Sant’Ugo lo racconta, che di Cluny fu abate:
lo riferì a un monaco della comunità.
Un frate della casa, Giraldo era chiamato,
prima di farsi monaco era poco assennato;
a volte commetteva qualche folle peccato
come un qualunque scapolo che non sia vincolato.
Gli venne in mente un giorno, e senza alcun indugio,
all’apostol di Spagna di far pellegrinaggio;
sistemò le sue cose, cercò soci al passaggio,
stabilirono quando iniziare il viaggio.

In questo miracolo incontriamo un devoto che non è devoto direttamente alla Vergine, ma a San Giacomo. Un protagonista, Giraldo, che possiamo definire in questo caso “bipolare”, essendo devoto ma peccatore allo stesso tempo. La situazione è aggravata dal momento in cui Giraldo commette un peccato di lussuria la notte prima di partire per il cammino di Santiago. Ed è proprio durante il cammino che incontra il diavolo sotto le mentite spoglie di San Giacomo, il quale ordina al malcapitato di auto evirarsi e poi di suicidarsi per penitenza dai suoi peccati. Si apre così una disputa sulla sorte dell’anima nella quale interviene la Vergine che deciderà che Giraldo è stato ingannato e che quindi merita una seconda possibilità. A quel punto l’uomo risorge e spenderà bene la sua seconda occasione, decidendo di diventare monaco.

Miracolo 21: El monje borracho

Di un altro miracolo vi vorrei raccontare
che è accaduto a un monaco d’abito regolare;
duramente il demonio lo volle spaventare,
ma la Madre gloriosa glielo seppe vietare.
Da quando era nell’ordine, pur essendo novizio,
amava ala Gloriosa sempre fare servizio;
si guardò da follia, dal parlare di sesso,
ma dovete ala fine scivolare in un vizio.
Entrò nell’osteria un giorno per ventura,
bevete molto vino, ciò fu senza misura;
s’ubriacò il pazzo, perse la dirittura,
infino al vespro giacque sopra la terra dura.

Il miracolo 21 ha sicuramente a che vedere con il peccato di gola: si tratta infatti di un monaco, devoto alla Vergine, che si ubriaca. Berceo fa fin da subito riferimento alla perdita dei sensi, annebbiati dall’alcool e non controllati dalla ragione. A questo punto il protagonista è più soggetto al diavolo, che gli appare in tre momenti diversi sotto forma di tre animali diversi: il cane, il leone e il toro. In tutti e tre casi, però, interverrà la Vergine ad aiutare il suo devoto, comportandosi per esempio da torera quando il diavolo è trasformato in toro, o bastonandolo quando è un leone. La Vergine, infine, accompagnerà il monaco fino al suo letto con gesti materni (riboccandogli le coperte e facendogli il segno della croce), con il significato, quindi, che Maria non è solo madre di Cristo, ma madre di tutti gli uomini.

Los Milagros de nuestra Señora è uno dei capolavori della letteratura spagnola per eccellenza, un’opera mariana, cioè dedicata alla Vergine Maria, che ancora oggi viene letta e studiata nella sua complessità. Possiamo quindi definirla un’opera con diverse chiavi di lettura, ma con una finalità ben espressa: mostrare il potere della Vergine e il suo ruolo di co-redentrice dell’umanità.

 

Fonte immagine: Amazon.

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