Album di John Mayer: 3 da ascoltare

Album di John Mayer: 3 da ascoltare

Stand-up comedian, producer di podcast, conduttore radiofonico; la lista di talenti di John Mayer è tanto lunga che faremmo notte se volessimo elencarli tutti, quindi ci limiteremo a isolare ciò per cui è più conosciuto a livello globale: la sua musica.
Il cantautore classe ’77 originario di Bridgeport, Connecticut, vanta ormai un ampio numero di lavori pubblicati, tra album in studio, live e EP, e non è di certo un compito semplice scegliere i 3 più iconici di tutta la sua carriera.

Ma a noi di Eroica piacciono le sfide, quindi sedetevi comodi e preparatevi a leggere il nostro personale ranking degli album di John Mayer che hanno fatto la storia della musica contemporanea!

  1. Continuum (2006)

Vincitore di 2 Grammy Awards nel 2007, è una linea di demarcazione importante per lo sviluppo artistico e l’affermazione sitilistia del chitarrista statunitense. Si allontana dalle sonorità dei suoi primi lavori per assumere un’impronta blues più riconoscibile, nei lick, negli assoli, nei testi e nelle linee vocali.

Con brani della caratura di Gravity, Slow Dancing in a Burning Room, Vultures e Stop This Train, Continuum è entrato nel cuore di molti fan di John Mayer come la sua opera magna, la meglio riuscita e la più amata di sempre.

  1. Room For Squares (2001)

L’album di debutto di Meyer è ricco di chiare influenze del periodo da studente presso il Berklee College of Music di Boston, uno dei più rinomati al mondo.
Sotto consiglio di Fujita Tomo, suo docente di chitarra all’epoca, decise, poco dopo essersi iscritto, di abbandonare la carriera accademica per dedicarsi anima e corpo a quella artistica. In brani come Neon, City Love e No Such Thing, però, il fraseggio più jazzy e la struttura armonica più complessa non lasciano dubbi: John era ancora attaccato ai dettami di un linguaggio più erudito, mutuato dalla sapiente guida del chitarrista giapponese. Da lì a poco, riuscirà comunque a trovare la sua vera voce.

  1. Battle Studies (2009)

Battle Studies è un album grosso. I testi, le atmosfere, gli ambienti sonori; tutto dà l’impressione di star fluttuando nel vuoto, attraversati, di tanto in tanto, da lampi improvvisi di euforia.
Come al solito, non manca la classica ballad che fa innamorare, che in questo caso è Who Says, il pezzo a sorpresa un po’ sottovalutato, Assassin, e la hit senza tempo, la bellissima Edge of Desire.

Inoltre, acquistando l’album su iTunes, si ha accesso alla sua splendida cover di I’m on Fire di Bruce Springsteen, l’unico e inimitabile Boss del rock a stelle e strisce.

Menzione speciale: Where the Light Is: John Mayer Live in Los Angeles (2008)

Inserirlo nel ranking numeato avrebbe significato giocare sporco, dato che è un live album che contiene la bellezza di 27 brani dall’intera discografia, ma non potevamo non dedicargli almeno due parole.
Non solo quando si parla di album di John Mayer, ma di lavori musicali in generale, il live all’ex Nokia Theatre di Los Angeles (oggi conosciuto come Microsoft Theater) è tra i momenti di storia della musica più belli e intensi mai incisi. Vedere per credere!

Fonte immagine: depositphotos

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A proposito di Christian Landolfi

Studente al III anno di Lingue e Culture Comparate (inglese e giapponese) presso "L'Orientale" di Napoli e al I anno di magistrale in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Martucci" di Salerno. Mi nutro di cultura orientale in tutte le sue forme sin da quando ero piccino e, grazie alla mia passione per i viaggi, ho visitato numerose volte Thailandia e Giappone, oltre a una bella fetta di Europa e la totalità del Regno Unito. "Mangia, vivi, viaggia!"

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