Rosaria Corcione, seconda tappa per “Tessuti umani”

Tessuti umani- Rosaria Corcione

Promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito della rassegna “Visioni contemporanee”, la mostra Tessuti umani è stata inaugurata giovedì 2 ottobre, alla presenza dell’artista Rosaria Corcione, insieme alla curatrice Valentina Rippa e alla direttrice artistica e organizzativa Luisa Corcione.

“Tessuti umani”: la seconda fase del progetto

L’esposizione segna la seconda fase del progetto ideato e realizzato da Rosaria Corcione, nato con l’intento di sensibilizzare sull’emergenza ambientale e sull’inquinamento da microplastiche, e di mostrare come l’arte possa trasformare anche degli scarti in bellezza. Il progetto, avviato nel mese di giugno, ha coinvolto l’intera cittadinanza nella raccolta di materiali che, opportunamente trasformati, sono diventati parte integrante delle opere esposte nella mostra-installazione. 

Un viaggio poetico nel ventre di Napoli

L’installazione di Rosaria Corcione si sviluppa nel suggestivo scenario dell’Acquedotto Augusteo del Serino, sito archeologico romano che un tempo accoglieva l’acqua come linfa vitale della città. Qui Corcione trasforma lo spazio in un corpo pulsante, realizzando un’opera che, fatta di sottili e delicati intrecci di fibre naturali e frammenti plastici, evoca strati epidermici tessuti con gesti che sembrano seguire il respiro della materia viva.

Un percorso tra fragilità e rinascita

Nell’oscurità delle antiche cave tufacee dell’acquedotto romano, Rosaria Corcione colloca sculture che richiamano gabbie toraciche, simboli potenti del fragile confine tra vita e dissoluzione. Queste strutture non solo rimandano alla vulnerabilità del corpo umano, ma si propongono anche come involucri accoglienti, custodi di organi vitali come polmoni e cuore. “È un corpo che richiama al tempo stesso forza e precarietà, presenza e inconsistenza” afferma Valentina Rippa, curatrice della mostra.

L’opera sollecita lo spettatore a sostare nell’incertezza – continua Rippa – a confrontarsi con ciò che è fragile e imperfetto, svelando come la bellezza possa nascere anche dalla memoria del disfacimento”.

La responsabilità umana e il ciclo tossico della plastica

Le scelte materiche e tecnologiche dell’opera mettono in luce la responsabilità dell’uomo nei confronti della natura, senza cedere a facili idealizzazioni. Il tappeto luminoso, che accompagna il visitatore lungo il percorso, evoca i fondali marini, rendendo tangibile la circolarità tossica della plastica: dal mare, ai pesci, fino ai nostri corpi. Un messaggio potente e urgente sull’interconnessione tra inquinamento ambientale e salute umana.

Un’esperienza immersiva e multisensoriale

Parte integrante di Tessuti umani è la composizione elettroacustica di Marco Vidino, che crea un paesaggio sonoro in grado di tradurre in frequenze e risonanze il pensiero dell’artista, nonché il video realizzato da Upside Production, che amplifica la dimensione poetica e politica dell’installazione. Frammenti, sovrapposizioni e transizioni raccontano il passaggio simbolico “dalla goccia al mare”, rendendo la fruizione un’esperienza immersiva e multisensoriale.

La terza tappa di Tessuti umani: il laboratorio partecipativo

Il giorno 10 ottobre, l’Acquedotto Augusteo ospiterà un laboratorio collettivo condotto da Rosaria Corcione, in cui i partecipanti potranno contribuire attivamente alla creazione di un’opera, utilizzando le plastiche raccolte nei mesi precedenti. Un momento di condivisione e riflessione aperto a tutta la cittadinanza.

Per partecipare è richiesta l’iscrizione via email all’indirizzo: [email protected]

Il nostro consiglio è di non perdere assolutamente l’occasione di partecipare a questo evento e visitare questa mostra che, in modo potente, ci invita a riflettere sul nostro modo di abitare il mondo e su ciò che vogliamo lasciare in eredità alle future generazioni.

Come tiene a precisare la direttrice artistica Luisa Corcione (sorella dell’artista), questa mostra “non è solo un’esposizione di opere, ma costruzione di un tessuto sociale. È la dimostrazione che l’arte, quando si radica nei luoghi e nelle persone, non è un lusso, ma una necessità civile”.

La mostra sarà visitabile fino al 25 ottobre.

La location: l’Acquedotto Augusteo del Serino

Il luogo che ospita la mostra è il tratto napoletano dell’Acquedotto Augusteo del Serino, un’infrastruttura idraulica romana lunga oltre 100 km, che collegava le sorgenti del Serino a Miseno. Rinvenuto nel 2011 sotto il Palazzo Peschici-Maresca, nel cuore del centro storico di Napoli, il sito è stato aperto al pubblico nel 2015. Nel tempo è stato utilizzato come cantina, rifugio e discarica, rivelando così i segni stratificati della storia urbana.

Oggi è gestito da diverse realtà locali, tra cui l’Associazione Aqua Augusta in collaborazione con Celanapoli, che si occupano di recupero, valorizzazione e divulgazione del patrimonio culturale attraverso progetti di ricerca e nuove forme di fruizione.

ATS Tessuti Umani

Associazione Culturale Aqua Augusta [email protected] www.aquaaugusta.it

Sanitansamble EF [email protected] www.sanitansamble.it

Tuenda APS [email protected] www.tuenda.altervista.org

Associazione Culturale maDre [email protected]

Mach Power Italy Srl [email protected]

Fonte immagini: In evidenza (Ufficio Stampa – ph Amedeo Benestante);

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A proposito di Martina Coppola

Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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