Gli assorbenti in Italia sono un bene di lusso?

ASSORBENTI

Tampon Tax in Italia: il costo delle mestruazioni e l’IVA sugli assorbenti

Gli assorbenti, è innegabile, ci hanno letteralmente cambiato la vita. Si stima che nell’antico Egitto le donne usassero foglie di papiro, mentre nell’antica Roma e fino al Medioevo si ricorreva a pezzi di stoffa o lana da lavare e riutilizzare. Una rivoluzione arriva nel 1888 in America con il primo assorbente usa e getta, un prodotto che però rimase a lungo un lusso per poche. Anche quando i prezzi calarono, le donne dovevano spesso servirsi da sole nei negozi, lasciando i soldi in una scatola per evitare l’imbarazzo dell’acquisto. Le mestruazioni, infatti, erano e in molte parti del mondo sono ancora oggi un vero e proprio tabù. Un tabù che si riflette anche in un costo economico e sociale specifico: la cosiddetta Tampon Tax.

Una breve storia degli assorbenti: da lusso a necessità quotidiana

Dalle soluzioni rudimentali dell’antichità, la strada verso i moderni prodotti per l’igiene femminile è stata lunga. Per secoli, la gestione del ciclo mestruale è stata una questione privata, affrontata con mezzi di fortuna. L’introduzione dei prodotti monouso ha rappresentato un passo avanti enorme per l’igiene, la comodità e la libertà delle donne, consentendo loro di partecipare pienamente alla vita sociale e lavorativa senza interruzioni. Quello che era nato come un prodotto costoso si è trasformato in un bene essenziale e non opzionale per circa metà della popolazione mondiale, ponendo le basi per un dibattito globale sulla sua accessibilità economica.

Il costo delle mestruazioni: quanto spende una donna in Italia?

Stimando l’inizio delle mestruazioni intorno ai 12 anni e la menopausa a 52, una donna attraversa circa 40 anni di vita fertile, per un totale di circa 460 cicli mestruali. Se un ciclo dura in media cinque giorni e un assorbente viene cambiato ogni quattro ore, una donna utilizza circa 5 assorbenti al giorno, 25 per ciclo, che si traducono in 11.500 assorbenti o tamponi in una vita. In Italia, una confezione di assorbenti costa in media tre euro, portando la spesa a circa nove euro per ciclo e a oltre 4.000 euro in una vita solo per i prodotti igienici. A questo si aggiungono le spese collaterali: l’acquisto di pillole e altri contraccettivi, e il costo di analgesici per crampi e dolori, che possono incidere per centinaia di euro ogni anno.

La Tampon Tax in Italia: la tassa sugli assorbenti

In Italia, circa 21 milioni di donne utilizzano regolarmente assorbenti. Eppure, per decenni, questi prodotti non sono stati considerati beni di prima necessità, subendo una tassazione sproporzionata.

L’evoluzione dell’IVA sugli assorbenti in Italia

Per lungo tempo, gli assorbenti sono stati tassati con l’IVA al 22%, la stessa aliquota applicata ai beni di lusso. Questo mentre prodotti come il tartufo o i francobolli da collezione godevano di un’aliquota agevolata al 10%. Dopo anni di proteste e campagne di sensibilizzazione, nel 2022 l’IVA è stata ridotta al 10%. Un ulteriore passo avanti è stato fatto nel 2023, quando l’aliquota è stata abbassata al 5%, equiparando finalmente gli assorbenti ad altri beni di prima necessità. Tuttavia, con la legge di bilancio 2024, il governo ha deciso di fare un passo indietro, riportando l’IVA sugli assorbenti al 10%, una scelta che ha riacceso il dibattito sulla Tampon Tax Italia e sull’equità fiscale di genere.

Il confronto con il resto d’Europa e del mondo

L’Italia non è l’unico paese ad aver affrontato questo tema. La Francia ha ridotto l’imposta al 5,5%, l’Olanda e il Belgio al 6%. Il Regno Unito, l’Irlanda e il Canada hanno completamente abolito la tassa. La Scozia ha fatto un passo rivoluzionario, diventando il primo paese al mondo a garantire l’accesso gratuito e universale agli assorbenti, riconoscendo la gestione dell’igiene mestruale come un diritto fondamentale.

Oltre la Tampon Tax: il fenomeno della povertà mestruale

La Tampon Tax è la punta dell’iceberg di un problema più vasto: la povertà mestruale o period poverty. Questo termine descrive le difficoltà economiche, sociali e sanitarie che molte donne e ragazze affrontano per accedere ai prodotti igienici, ma anche a servizi igienico-sanitari adeguati e a un’educazione sul tema. La mancanza di accesso a questi beni essenziali può portare a gravi conseguenze, come l’abbandono scolastico, infezioni e un profondo senso di vergogna e isolamento. Ridurre o eliminare la tassa sugli assorbenti è un passo importante per combattere la povertà mestruale e promuovere la parità di genere.

Come contribuire alla lotta contro la Tampon Tax

La lotta contro la Tampon Tax in Italia è una battaglia di civiltà. Ogni cittadino può fare la sua parte informandosi e parlando apertamente del problema, contribuendo a rompere il tabù che ancora circonda le mestruazioni. È possibile sostenere le associazioni che si occupano di povertà mestruale, firmare petizioni online e sensibilizzare la propria comunità. Chiedere che i prodotti per l’igiene mestruale siano trattati per quello che sono, ovvero beni di prima necessità, è un atto di giustizia sociale che riguarda tutti.

Fonte immagine: Pexels

 

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