Guerre dell’acqua: tra mito e crisi reale

Mappa principale del WPS del rischio predittivo delle guerre dell'acqua.

Oggigiorno, numerosi conflitti armati sono presenti in diverse parti del mondo. In particolare, le aree caratterizzate da una maggiore fragilità e dalla presenza di tensioni sono l’Africa (ad esempio, la regione del Sahel), il Medio Oriente, il Sud America e l’Asia meridionale. I conflitti moderni, quindi, interessano in modo significativo il cosiddetto “Sud globale”. Esistono diverse tipologie e sottotipologie di guerre, ma una in particolare sta emergendo con sempre maggiore evidenza: le guerre per l’acqua. Sebbene il termine sia stato coniato tra gli anni ’80 e ’90, molti esperti hanno a lungo dibattuto sulla reale esistenza di conflitti combattuti esclusivamente per l’acqua. Tuttavia, recenti studi e un numero crescente di eventi confermano il ruolo cruciale di questa risorsa nelle tensioni internazionali. Al tempo stesso, è stato osservato che la necessità di gestire una risorsa idrica comune può spingere gli Stati a una maggiore cooperazione.

L’acqua come causa, arma o vittima di un conflitto

Come sappiamo, l’acqua svolge un ruolo fondamentale nel sistema internazionale: è una risorsa vitale, economica, politica, geografica e sociale. L’acqua può trovarsi al centro dei conflitti in tre modi principali:

  • Come causa, quando la scarsità di una risorsa idrica genera tensioni tra le comunità o gli Stati che ne dipendono.
  • Come arma, quando viene usata strategicamente per danneggiare il nemico, ad esempio attraverso la privazione delle forniture o l’uso ostile di infrastrutture come le dighe.
  • Come vittima (o “casualty”), nel caso in cui le risorse idriche vengano deliberatamente inquinate o danneggiate durante un conflitto.

In questo ambito, uno dei più importanti centri di ricerca è il Pacific Institute, che ha analizzato gli scenari in cui l’acqua è stata un elemento centrale. L’istituto ha documentato migliaia di eventi storici in cui l’acqua ha avuto un ruolo primario nelle tensioni, e l’analisi di questi casi dimostra come questa risorsa abbia avuto e continui ad avere un’importanza cruciale nei conflitti.

Guerre per l’acqua: tre casi di studio

  • Etiopia-Kenya: in quest’area geografica, il fiume Omo è una risorsa vitale. Esso alimenta il lago Turkana, fondamentale per la sopravvivenza delle tribù locali. Negli ultimi anni, una drastica riduzione della portata d’acqua del fiume, anche a causa di progetti infrastrutturali a monte, ha causato un calo del livello del lago, innescando tensioni e scontri tra le comunità per l’accesso a una risorsa sempre più scarsa. Questo evidenzia come la mancanza di una risorsa vitale possa essere un pericoloso fattore di conflitto.
  • Egitto-Etiopia e la diga GERD: l’Egitto, la cui agricoltura e il cui approvvigionamento idrico dipendono storicamente dal fiume Nilo, considera le acque del fiume una questione di sicurezza nazionale. La costruzione della Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD) da parte dell’Etiopia ha generato forti preoccupazioni al Cairo. Il timore è che il riempimento della diga possa ridurre significativamente le riserve idriche egiziane, trasformando la gestione del Nilo in una delle principali cause di scontro geopolitico nella regione.
  • India–Pakistan: le relazioni tra i due Paesi sono storicamente tese. Per decenni, un elemento di stabilità è stato il Trattato delle acque dell’Indo, firmato nel 1960. Tuttavia, nell’aprile del 2025, in seguito a un attacco terroristico in Kashmir, l’India ha annunciato la sospensione della cooperazione prevista dal trattato, una mossa senza precedenti che ha aumentato i timori di una nuova escalation delle “guerre per l’acqua” a livello internazionale.

Le conseguenze delle guerre per l’acqua

Quando un conflitto è legato alla scarsità di una risorsa essenziale come l’acqua, le conseguenze a livello geopolitico e umano possono essere devastanti:

  • In primo luogo, questi conflitti minacciano la pace e la stabilità del sistema internazionale.
  • In secondo luogo, la scarsità d’acqua è una delle principali cause delle migrazioni forzate.

Quest’ultimo punto è particolarmente grave. La migrazione non comporta solo una perdita di popolazione per il Paese d’origine, ma anche una grave perdita in termini economici e di forza lavoro. Da questo punto di vista, l’acqua può essere considerata un pilastro fondamentale dell’economia di una nazione.

Implicazioni globali e opportunità di cooperazione

Le guerre per l’acqua devono quindi assumere un ruolo centrale nel dibattito politico e sociale contemporaneo. Tuttavia, questo tema non deve essere solo demonizzato. Spesso ci si concentra unicamente sul rischio di “water wars” e su come evitarle. Ma se l’acqua può essere un elemento di conflitto, può anche diventare uno strumento per promuovere la cooperazione. Infatti, il World Economic Forum ha ripetutamente evidenziato la crisi idrica come uno dei principali rischi globali. L’assenza di adeguate politiche di mitigazione rende plausibili futuri conflitti per l’acqua, ma investimenti mirati nella governance e nella cooperazione possono trasformare questa sfida in un’opportunità.

Inoltre, un indice fondamentale da monitorare è lo stress idrico, una condizione in cui la disponibilità di acqua è incerta e non garantisce la necessaria sicurezza idrica. Si stima che entro il 2050 una parte significativa della popolazione mondiale vivrà in condizioni di stress idrico. La soluzione consiste nel trasformare l’acqua da potenziale arma a strumento di pace, attraverso una governance multilivello e una gestione sostenibile delle risorse.

Un approccio concreto alla soluzione: il Water, Peace and Security (WPS)

A livello globale, si sta investendo sempre di più in una governance più sostenibile. Tra gli strumenti di tendenza in questo settore vi sono i Sistemi di Allerta Precoce dei Conflitti (EWS – Early Warning Systems). Questi sistemi, utilizzando variabili qualitative e quantitative, sono in grado di prevedere potenziali crisi umanitarie. Uno degli strumenti più innovativi è il WPS (Water, Peace and Security): un’iniziativa che, attraverso l’analisi dei dati sulle risorse idriche combinati con fattori socio-economici e politici, ha sviluppato un sistema di allerta precoce in grado di prevedere con un buon livello di accuratezza il rischio di conflitti in tutto il mondo con un anticipo di 12 mesi. Questo rappresenta un enorme passo avanti per organizzazioni internazionali, ONG e organi istituzionali nella prevenzione delle guerre per l’acqua.

Fonte dell’immagine in evidenza: https://waterpeacesecurity.org/info/global-tool-update-august-2025

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