Ma quando e come è nato il vino? Tutti, almeno una volta nella vita, si sono posti questa domanda. Il vino, infatti, è una delle bevande più conosciute e apprezzate a livello globale, presente in quasi tutte le cucine del mondo. La sua storia è molto antica: si pensa che già i Sumeri – più di 6000 anni fa – producessero una primordiale versione di questa bevanda, utilizzando metodi di fermentazione non troppo distanti da quelli moderni.
Andiamo a scoprire quando è nato il vino e qual è la sua storia
I Sumeri
Anche se non si sa con certezza quando sia nato il vino, è abbastanza certo che le prime forme di vinificazione siano riconducibili agli antichi Sumeri. Infatti, grazie alle ricerche archeologiche, negli anni sono emersi diversi documenti cuneiformi che menzionano la produzione di vino. Sulle tavolette di argilla rinvenute, vengono dettagliatamente spiegate le modalità di coltivazione delle viti e il processo di vinificazione. La bevanda ricavata da queste pratiche era definita sikaru, e veniva per lo più degustata durante occasioni speciali, quali le cerimonie religiose. Nei secoli a venire, il processo di vinificazione sumero si diffuse verso ovest, raggiungendo l’Egitto.
Gli Egizi
Una volta appreso il processo di vinificazione, gli Egizi iniziarono a considerare tale bevanda parte integrante della loro cultura. Tutt’oggi è possibile osservare sulle tombe dei faraoni le rappresentazioni di eventi cerimoniali e sociali, durante i quali venivano serviti bicchieri di vino. Non ci è dato sapere se la bevanda avesse un sapore simile a quella che noi conosciamo oggi, ma possiamo confermare con certezza che il processo di vinificazione è rimasto pressoché identico. Tuttavia, almeno nell’Antico Egitto, il vino era considerato un bene di estremo lusso e perciò riservato a pochissimi eletti.
I Greci
Adesso che abbiamo compreso come e quando è nato il vino, possiamo iniziare a parlare dell’importanza culturale che questa bevanda ha ormai da millenni. Dall’Egitto, il vino attraversò il Mediterraneo, giungendo sulle sponde della Grecia. È con l’antica cultura greca che esso viene associato al mondo divino per la prima volta. Famosissimo è il Dio Dioniso (o nella mitologia romana, Bacco), colui che rivelò agli uomini il segreto del processo di vinificazione e in onore del quale si celebravano le cosiddette Orge dionisiache, delle vere e proprie feste dedicate alla bevanda. Inoltre, i Greci affinarono le modalità di produzione e di conservazione del vino, aggiungendo resina di pino per garantire la sua preservazione. Tale bevanda era inoltre ritenuta sacra, un vero e proprio mezzo di unione tra il cielo e la terra.
I Romani
Già prima dello sviluppo dei Romani, l’Italia era famosa per la sua innumerevole quantità di vitigni autoctoni. Tuttavia, le popolazioni pre-romaniche non conoscevano i metodi di coltivazione della vite e per tanto quest’ultime venivano spesso tenute incolte. Con lo sviluppo dei degli antichi Romani – che grazie alla loro espansione riuscirono ad apprendere i metodi di coltivazione da altre culture – la nostra penisola fu ribattezzata Enotria, ossia produttrice di vino. I Romani si scostarono progressivamente dalla cultura greca, rifiutando la connotazione divina della bevanda e considerandola esclusivamente come un buon accompagnamento per le carni e altre pietanze. È in questo periodo che nascono i brindisi propiziatori, quella tradizione arrivata fino ai giorni nostri: si brindava alla donna amata, al futuro, alla salute, proprio come accade oggi. Ma quando è nato il vino in senso moderno? Con l’espansione spropositata dei Romani, il vino si diffuse in tutta Europa, diventando una vera e propria bevanda universale. Possiamo dire che i primi a rendere questa bevanda una vera e propria etichetta culturale furono proprio loro.
Medioevo, Rinascimento e età moderna
Durante il Medioevo la vinificazione iniziò a decadere a causa delle invasioni barbariche. In molti luoghi la coltivazione della vite e addirittura il consumo vennero totalmente abbandonati. Già nel 1183, con la Pace di Costanza, l’agricoltura iniziò a risvegliarsi ma fu solo con l’avvento del Rinascimento che tale bevanda ritornò in auge. Infatti, grazie all’invenzione della stampa, iniziarono a diffondersi le scritture del Columella o di Plinio il Vecchio, testi che aiutarono a tramandare le tecniche di vinificazione. Inoltre, le tecnologie di produzione cominciarono ad affinarsi, consentendo una maggiore precisione nel controllo del processo di fermentazione. Nell’età moderna, invece, ci fu una vera e propria svolta nella conservazione del vino; vennero infatti inventate le prime bottiglie di vetro che garantivano una preservazione eccellente della bevanda. Quando è nato il famoso tappo di sughero, elemento distintivo del vino moderno? Bisogna ringraziare il famoso Pierre Dom Pérignon, che introdusse per la prima volta questa sorta di zaffo moderno, indispensabile per “imprigionare” nella bottiglia il gas contenuto nel vino.
Contemporaneità
Il vino è ormai una bevanda universale, immancabile durante le feste e le celebrazioni. Le cantine, i sommelier e gli appassionati di vino continuano a esplorare il mondo magico della vinificazione, sempre alla ricerca di novità. La storia del vino è una storia di innovazione, tradizione e apprezzamento per uno dei doni più antichi della natura: essa non è solo una bevanda ma una vera e propria etichetta culturale, che riflette la storia e la geografia di ogni regione del mondo.
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