«Il tipo dell’eroe caro alle folle avrà sempre la struttura di un Cesare. Il suo pennacchio le seduce, la sua autorità si impone e la sua sciabola fa loro paura». Le parole di Gustav Le Bon risultano profetiche nel “mondo grande e terribile” in cui ci troviamo sballottati oggi e prendono corpo nuovo – qui in Italia – nella figura di Giorgia Meloni, in particolar modo in riferimento alla questione ddl1660.
La scorciatoia
Il governo di Giorgia Meloni ha sguainato la sciabola e si è fatto strada tra le “fastidiose” regole della democrazia parlamentare. L’iter di approvazione del ddl1660, approvato a settembre alla Camera ed ora in discussione al Senato, stava richiedendo fin troppo tempo, entrando in una vera e propria fase di stallo politico e provocando non pochi disagi all’interno del centro-destra. Ciò è stato dovuto principalmente al crescente malcontento nella società civile riguardo agli effetti repressivi delle disposizioni previste dal disegno di legge.
Il Governo ha quindi argutamente escogitato una scorciatoia in modo da inglobare gran parte delle disposizioni del provvedimento sottraendosi alle procedure volute dalla nostra costituzione: un decreto legge. Ciò consentirebbe di rendere immediatamente efficaci le disposizioni contenute nel ddl1660.
Cosa prevede il decreto?
Il Disegno di legge (ddl1660), noto come “Ddl sicurezza”, promuove una serie di modificazioni al codice penale estendendo le sanzione ed inasprendo le pene. In poche parole, il ddl1660 mira a criminalizzare il dissenso e reprimere le forme di protesta più comuni.
Le disposizioni principali riguardano: potenziamento degli «strumenti di contrasto delle occupazioni abusive degli immobili previsti dal quadro normativo vigente», pene più severe per chi partecipa a manifestazioni occupando strade o ferrovie, «rafforzamento della sicurezza delle strutture di trattenimento e accoglienza per i migranti».
Il governo, di conseguenza, tramite il decreto legge sarebbe in grado di sostituire il ddl1660, eludendo una certa dialettica fondamentale nelle funzionali democrazie parlamentari. Il decreto legge conterrebbe, a quanto pare, delle modifiche rispetto al precedente disegno di legge come il divieto dell’acquisto di Sim da parte dei migranti senza permesso di soggiorno e l’eliminazione del “differimento della pena per le madri detenute”.
In cosa consiste un decreto legge e perché dovrebbe preoccuparci
Il decreto legge è un atto legislativo adottato dal governo solo ed esclusivamente nei casi di necessità ed urgenza. L’attività legislativa non spetta infatti al governo, detentore del potere esecutivo, ma al Parlamento, organo che rappresenta la volontà popolare.
La nostra Costituzione prevede l’attività legislativa del governo – è importante ribadirlo – solo nei casi di necessità ed urgenza. Ovviamente, i lenti binari entro cui si muove l’attività legislativa, hanno deformato questo fondamentale pilastro della nostra democrazia, viziando fortemente le attività del governo accentuandone i poteri.
Il governo, in un regime di Bonapartismo-soft (per citare Domenico Losurdo), si erge a unico interlocutore diretto con il popolo per mezzo di un legame diretto, escludendo il sistema di pesi e contrappesi previsto dai nostri costituenti.
Il ruolo marginale del Parlamento, e dall’altro lato la crescente autorità del governo, è la chiara espressione, per citare nuovamente Losurdo, di «un ridimensionamento teorico della democrazia. Dato che questa non riesce a realizzare le sue promesse, né per quanto riguarda i diritti materiali né per quel che concerne la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche, si procede ad una ridefinizione minimale che l’adatta all’esistente.»
Data la pericolosità delle disposizoni contenute nel ddl1660, la sua mutazione in un decreto legge riflette la postura autoritaria di questo governo, oltre ad essere un vero e proprio colpo basso alla democrazia e ai suoi pilastri fondamentali.
L’opposizione reagisce come un pugile stordito dopo un colpo particolarmente duro, stordita ed incapace di reagire in maniera efficace, tentando di incassare gli ultimi colpi prima di finire definitivamente al tappeto.
Nel sentiero tortuoso in cui si è incamminata la democrazia negli ultimi venti anni resta nelle nostri mani la possibilità di trovare una via d’uscita. Eppure pare sempre più complesso in quest’epoca di buio, in questo “mondo grande e terribile”.
Fonte immagine: Pixabay (Jackmack34, https://pixabay.com/it/photos/francia-la-polizia-caschi-4212388/)