Il delitto di Perugia riguarda l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia nel novembre 2007. È uno dei casi più controversi e seguiti nella storia della giustizia italiana e internazionale. È il giorno dopo Halloween e in una casa di studenti universitari a Perugia, una ragazza di soli 21 anni viene violentata e brutalmente uccisa.
L’omicidio di Meredith Kercher: la ricostruzione dei fatti
Meredith Kercher, una ragazza britannica di 21 anni, era in Italia come parte del programma Erasmus, per studiare e vivere un’esperienza all’estero. La casa in Via della Pergola 7 ospitava altre due ragazze italiane, Filomena Romanelli e Laura Mezzetti, e da qualche settimana era arrivata una quarta inquilina: la studentessa americana Amanda Knox.
Il 1° novembre 2007, giorno della festa di Tutti i Santi, Meredith si alza verso mezzogiorno. Le sue coinquiline italiane sono via per il ponte festivo. Amanda Knox e il suo fidanzato italiano, Raffaele Sollecito, sono presenti nell’appartamento e scambiano qualche parola con Meredith prima che lei esca per incontrare delle amiche. Dopo aver passato la serata fuori, Meredith si accorda con le amiche per vedersi alla lezione del giorno dopo e torna a casa.
Il giorno seguente, il 2 novembre, Amanda Knox chiama Filomena Romanelli, dicendole che, tornata a casa intorno alle 11 del mattino, ha trovato la porta d’ingresso aperta e nessuno dentro. Amanda riferisce anche che nella sua stanza c’era una finestra rotta, ma che non sembrava mancare nulla, e che la porta della stanza di Meredith risultava chiusa a chiave.
I due telefoni cellulari di Meredith vengono ritrovati nel giardino di un’abitazione vicina. Filomena, preoccupata, richiama Amanda esprimendole il timore che possa essere successo qualcosa a Meredith. Filomena si dirige quindi verso casa con il fidanzato e altri amici. Dopo aver verificato che nella sua stanza non manca nulla, chiede agli agenti della Polizia Postale, intervenuti per la denuncia del ritrovamento dei telefoni, di forzare la porta della stanza di Meredith. Senza un mandato, i poliziotti esitano, ma alla fine Luca, uno degli amici presenti, decide di sfondare la porta. La scena che si presenta è agghiacciante: Meredith Kercher è a terra, in una pozza di sangue, coperta da un piumone.
Meredith è stata brutalmente uccisa, con ferite profonde alla gola e segni di violenza sessuale. L’autopsia rivelerà che la causa della morte è un’emorragia provocata da una delle coltellate al collo. La scena del crimine appare confusa, con tracce di sangue e oggetti sparsi.
Le indagini e i processi: Amanda Knox e Raffaele Sollecito
Il delitto di Perugia travolse rapidamente l’esistenza di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, trasformandoli nei principali sospettati. Le prime indagini si concentrano su di loro e su Patrick Lumumba, datore di lavoro di Amanda, da lei accusato durante un interrogatorio. Lumumba verrà però presto scagionato.
Il processo di primo grado, caratterizzato da una forte attenzione mediatica internazionale, si conclude nel 2009 con la condanna di Amanda Knox a 26 anni di carcere e di Raffaele Sollecito a 25 anni per l’omicidio di Meredith Kercher. Amanda viene condannata anche per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba.
Nel 2011, la Corte d’Assise d’Appello di Perugia assolve Knox e Sollecito dall’accusa di omicidio, ritenendo le prove a loro carico (in particolare quelle relative al DNA) insufficienti e contraddittorie. La condanna per calunnia nei confronti di Amanda Knox viene però confermata, seppur ridotta a 3 anni (pena già scontata).
La vicenda giudiziaria, tuttavia, non è finita. Nel 2013, la Corte di Cassazione annulla le assoluzioni e ordina un nuovo processo d’appello, che si tiene a Firenze. Nel 2014, la Corte d’Appello di Firenze condanna nuovamente Amanda Knox (a 28 anni e 6 mesi) e Raffaele Sollecito (a 25 anni).
Infine, nel 2015, la Corte di Cassazione mette la parola fine al processo principale, annullando senza rinvio le condanne per omicidio e dichiarando definitivamente l’innocenza di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per non aver commesso il fatto. Questa lunga e complessa battaglia legale, unita all’immagine controversa della coppia dipinta dai media (Amanda Knox fu soprannominata “Foxy Knoxy”), ha suscitato molti dubbi sul sistema giudiziario italiano e sulla gestione delle indagini.
Rudy Guede: l’unico condannato per l’omicidio
Rudy Guede, un giovane originario della Costa d’Avorio e residente a Perugia, è l’unica persona definitivamente condannata per l’omicidio di Meredith Kercher. Il suo coinvolgimento nel delitto di Perugia è emerso quando le indagini scientifiche hanno rivelato tracce abbondanti del suo DNA sulla scena del crimine e sul corpo della vittima.
Guede, fuggito in Germania dopo l’omicidio, fu arrestato e processato con rito abbreviato nel 2008. Fu ritenuto colpevole di concorso in omicidio e violenza sessuale e condannato inizialmente a 30 anni di carcere. La pena fu poi ridotta a 16 anni in appello, sentenza confermata dalla Cassazione nel 2010. Guede ha ottenuto la semilibertà nel 2017 e ha finito di scontare la sua pena nel 2021.
Un caso controverso: dubbi, media e giustizia
Il caso del delitto di Perugia è diventato un intricato puzzle legale e mediatico. La condanna iniziale di Knox e Sollecito si basava su prove considerate poi deboli e contaminate, oltre che su testimonianze contraddittorie. L’enorme influenza dei media, sia italiani che internazionali, ha giocato un ruolo significativo nel plasmare l’opinione pubblica e nel complicare ulteriormente la vicenda.
Il dibattito sull’innocenza o la colpevolezza (morale o effettiva) di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, nonostante l’assoluzione definitiva, rimane vivo ancora oggi. Molti criticano le modalità con cui furono condotte le indagini iniziali e la gestione del processo da parte del sistema giudiziario italiano. L’omicidio di Meredith Kercher continua a sollevare dubbi irrisolti e a rappresentare un caso emblematico delle difficoltà nell’accertamento della verità giudiziaria, specialmente quando si intrecciano indagini complesse, pressione mediatica e differenze culturali.
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