Al momento dell’accaduto, il caso della scomparsa di Fabrizio Catalano ha scosso l’Italia intera. Il 21 luglio del 2005, le sorti di una famiglia vengono stravolte da una notizia che nessun genitore vorrebbe mai sentire. Fabrizio Catalano si trovava ad Assisi, in provincia di Perugia, quando è scomparso senza lasciare alcuna traccia dietro di sé, un caso ancora oggi aperto e seguito da trasmissioni come Chi l’ha visto?.
Chi era Fabrizio Catalano, il ragazzo scomparso ad Assisi
Fabrizio Catalano nasce a Torino, il 30 novembre 1985. È il primo di due fratelli, e nutre un amore particolare per la religione e per la musica. Fabrizio è un ragazzo solare, intelligente, sensibile e naturalmente predisposto alla gentilezza. Pratica la fede cristiana e frequenta l’oratorio, dove insegna ai ragazzini a suonare la chitarra, il suo strumento per eccellenza. Si iscrive a un corso di Musicoterapia, una tecnica moderna che implica l’utilizzo della musica come approccio alla persona. Gli esami del primo anno vengono brillantemente superati e Fabrizio raggiunge Assisi il 16 luglio 2005, dove dovrà trattenersi due settimane per frequentare i corsi estivi. Lo aspetta poi un periodo di vacanza in Calabria, dove si sarebbe recato con degli amici, avendo già anche acquistato il biglietto. Eppure, la mattina del 21 luglio, Fabrizio sarebbe scomparso senza fare più ritorno a casa.
La scomparsa: la cronaca del 21 luglio 2005
La mattina del 21 luglio 2005, Fabrizio si stava avviando a lezione, ma diversamente dagli altri giorni non fece ritorno a casa. Non vedendolo tornare, le sue coinquiline diedero ufficialmente l’allarme la sera del giorno stesso e avvertirono i suoi genitori, Caterina ed Ezio Catalano, che tempestivamente si recarono sul posto per cercare tracce del figlio. Nella camera di Fabrizio c’erano tutti gli effetti personali più indispensabili: il portafoglio, il cellulare e gli occhiali da vista, ma mancavano la sua sacca e la chitarra, che lui portava sempre con sé.
Fabrizio Catalano in una puntata di Chi l’ha visto?
Le ipotesi: allontanamento volontario o scomparsa?
Negli ultimi anni, Fabrizio si era avvicinato molto alla religione e, in particolare, era rimasto affascinato dalla storia di San Francesco d’Assisi, un uomo che, liberatosi di tutti i suoi averi, ha dedicato la propria esistenza all’amore per i poveri. Ciò fece pensare a un allontanamento volontario, per cui Fabrizio avrebbe seguito l’esempio di San Francesco, lasciandosi alle spalle la sua vita per inseguire un percorso di fede e di virtù. Tuttavia, quello che ai genitori parve impossibile da pensare fu che Fabrizio si fosse allontanato volontariamente senza averli prima avvisati della sua scelta. Inoltre, c’erano diverse cose che non quadravano; prima della sua scomparsa, il giovane aveva telefonato a una sua amica, dicendole: “mi è successa una cosa bellissima, ti racconto quando ci vediamo”, implicando che quel giorno la sua intenzione sarebbe stata quella di tornare.
Ezio e Caterina non si sono mai arresi di fronte alla tragica vicenda e hanno continuato ininterrottamente a cercare il loro primogenito, organizzando diverse battute di ricerca per ripercorrere il sentiero che il ragazzo avrebbe percorso nel giorno della sua scomparsa e attaccando le sue foto per tutto il paese, persino fuori dalle chiese francescane. La stessa Caterina racconta di aver mandato centinaia di lettere e bussato a decine di porte delle chiese francescane, spesso non ricevendo alcuna risposta.
Le indagini e i presunti errori delle forze dell’ordine
Nella vicenda della scomparsa di Fabrizio Catalano, le forze dell’ordine avrebbero compiuto degli errori che avrebbero potuto rappresentare un punto di svolta per le indagini.
Il primo errore fu commesso dall’agente che prese in custodia degli abiti di Fabrizio, i quali furono banalmente persi. Il secondo errore fu commesso da un altro agente, che aveva preso in custodia la chitarra di Fabrizio, rinvenuta da un uomo nel sentiero; la chitarra non presentava segni di usura, appariva intatta come se fosse stata utilizzata da poco, ma era leggermente umida. L’agente di polizia la appoggiò sul termosifone per asciugarla, ignorando che così facendo avrebbe compromesso qualsiasi impronta presente sulla chitarra.
Inoltre, Caterina stessa racconta di aver ricevuto un trattamento spesso approssimativo, se non proprio privo di empatia, da parte di alcuni agenti della polizia: racconta, ad esempio, l’episodio in cui un agente interruppe una battuta di ricerca dopo due ore poiché, a sua detta, “trovare un cadavere il giorno dopo o il mese dopo non avrebbe fatto differenza”.
Disperati e giunti all’esasperazione, Ezio e Caterina si sono rivolti anche a una sensitiva, che sosteneva di sapere in quale punto preciso del sentiero si trovasse il corpo del ragazzo, ma in cambio aveva chiesto loro 35.000 euro per le spese di ricerca. Da quel momento, i coniugi decisero che non avrebbero mai permesso che qualcuno lucrasse sulla loro tragedia.
L’attesa senza resa della famiglia Catalano
Sono ormai passati 20 anni dal giorno della scomparsa di Fabrizio Catalano, ma il suo ricordo è ancora vivo nella memoria di papà Ezio e mamma Caterina, che continuano a sperare in un suo ritorno. Le strade di Assisi continuano a essere tappezzate con la stessa vecchia foto di Fabrizio, nella speranza che il suo viso sia sempre quello di una volta, giovane, gentile e con un sorriso mozzafiato.
Nel corso degli anni, la famiglia Catalano ha mostrato un’unione e un coraggio senza eguali, dimostrando l’importanza dell’amore soprattutto nei momenti in cui tutto appare buio e perduto. La famiglia ha dato vita alle associazioni “Cercando Fabrizio – storia di un’attesa senza resa” e “Cercando Fabrizio e…”, una Onlus pensata per aiutare le migliaia di famiglie che hanno sofferto la scomparsa di un caro, senza un reale supporto da parte delle autorità.
Fonte Immagine in evidenza: sito web Cercando Fabrizio