L’alfabeto armeno: origini, caratteristiche e simbolo di un’identità

L’alfabeto armeno: origini, caratteristiche e sviluppo

La lingua armena è la lingua nazionale della Repubblica Armena ed è anche parlata in altre parti del mondo in seguito alla diaspora armena. Si tratta di una lingua indoeuropea e il suo alfabeto, l’alfabeto armeno, è molto particolare: ripercorriamo insieme le sue origini, le sue caratteristiche e il suo sviluppo nel corso del tempo.

Le origini: la creazione di un alfabeto per la cultura e la fede

Le prime attestazioni scritte della lingua armena sono documentate a partire dal V secolo d.C., sebbene la presenza degli armeni nelle loro sedi storiche sia attestata già attorno al VI secolo a.C.

Proprio nel V secolo d.C., infatti, il capo della chiesa armena Sahak iniziò a promuovere la traduzione della Bibbia in armeno per rafforzare l’identità culturale e religiosa armena, poiché queste ultime erano pericolosamente minacciate dall’avanzata dell’impero Sasanide. Per l’occasione, un collaboratore di Sahak inventò un nuovo alfabeto completamente originale (sebbene alcune lettere siano stilizzate dall’alfabeto greco o dal copto): l’alfabeto armeno. Il collaboratore di Sahak, nonché inventore dell’alfabeto armeno, viene chiamato dagli storici Mesrop o Mašt‛oc‛ (spesso, quindi, ci si riferisce a lui con entrambi i nomi Mesrop Mašt‛oc‛). Sin dalla prima ora l’alfabeto armeno permette il fiorire della letteratura armena classica. Quando si parla di armeno classico, infatti, quest’ultimo viene denominato anche armeno aureo, proprio perché rappresenta l’epoca d’oro della cultura armena.

Le quattro forme di scrittura

Ci sono quattro forme di scrittura dell’alfabeto armeno: la prima si chiama erkatagir e fa riferimento alle lettere corazzate usate nelle iscrizioni epigrafiche, poi ci sono il bolorgir corsivo e il notrgir minuscolo e, infine, la scritta obliqua šeghagir, che è la più comune al giorno d’oggi.

Le caratteristiche dell’alfabeto armeno

L’alfabeto armeno è piuttosto numeroso: conta 38 caratteri. Si scrive da sinistra verso destra ed è un alfabeto in cui a ogni grafema corrisponde un suono. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, però, c’è una differenziazione da fare.

La pronuncia: differenze tra armeno orientale e occidentale

Mentre l’armeno orientale rimane fedele alla fonologia storica, e quindi presenta una fonologia più conservativa, a partire dal XVII secolo nell’armeno occidentale le consonanti sorde non aspirate dell’armeno classico diventano sonore, mentre le sonore diventano sorde. Motivo per il quale il simbolo բ, che corrisponde al suono dell’italiano b, corrisponde a b in armeno orientale ma p in armeno occidentale. Viceversa, il simbolo պ, che corrisponde al suono dell’italiano p, corrisponde a p in armeno orientale ma b in armeno occidentale. I caratteri armeni sono molto belli a vedersi e in alcuni casi è possibile vedere che alcuni di essi sono presi a partire, ad esempio, dal copto, come nel caso della lettera armena ճ, che corrisponde al suono iniziale della parola italiana ‘ciao’; suono che viene espresso in copto (fase finale della lingua egizia) dalla lettera Ϫ.

Caratteristica Descrizione
Inventore Mesrop Mašt‛oc‛
Datazione V secolo d.C.
Numero di caratteri 38
Direzione Da sinistra a destra
Corrispondenza suono/segno Generalmente a ogni grafema corrisponde un suono, ma con differenze tra armeno orientale (conservativo) e occidentale (con rotazione consonantica).

L’alfabeto armeno è un sistema di scrittura di una lingua parlata da relativamente poche persone, ma è proprio per questo motivo un simbolo di identità culturale e di resistenza, poiché nasce in seguito all’esigenza di rafforzare la cultura armena.

Fonte immagine: Wikipedia

L’articolo è stato aggiornato in data 22 agosto 2025.

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A proposito di Di Puorto Paolo

Appassionato di film (di quelli soporiferi, sia chiaro, non di quelli interessanti) ma anche studente di lingua tedesca e russa all'università di Napoli "L'Orientale".

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