Cosa significa dipendere da una sostanza, un comportamento o persino una persona? Il problema delle dipendenze riguarda moltissime persone e assume forme diverse. Non si tratta soltanto dell’abuso di sostanze o alcol; esistono e meritano la stessa considerazione anche le dipendenze affettive, quelle da gioco d’azzardo, dal sesso o dalla tecnologia, come smartphone e social media. Comprendere il meccanismo alla base di queste condizioni è il primo passo per affrontarle.
Indice degli argomenti
- Cos’è una dipendenza: il meccanismo nel cervello
- Sintomi comuni e campanelli d’allarme
- Le 4 tipologie di dipendenze più comuni
- 1. Tossicodipendenza: la dipendenza da sostanze
- 2. Dipendenza sessuale: quando l’impulso diventa ossessione
- 3. Dipendenza da gioco d’azzardo: la spirale della ludopatia
- 4. Dipendenza affettiva: il legame che imprigiona
- Come aiutare un familiare o un amico che soffre di una dipendenza
- Riconoscere il problema e chiedere aiuto: i passi concreti
Cos’è una dipendenza: il meccanismo nel cervello
Una dipendenza è un’alterazione del comportamento che trasforma una semplice abitudine in una ricerca compulsiva e incontrollabile del piacere. La persona dipendente perde progressivamente il controllo di se stessa, spinta da un bisogno che diventa prioritario su tutto il resto. Alla base di questo processo c’è il sistema di ricompensa del cervello, un meccanismo biologico che, attraverso il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina, ci spinge a ripetere azioni piacevoli e gratificanti. Nelle dipendenze, questo sistema viene “dirottato”: la sostanza o il comportamento creano un picco di piacere così intenso che il cervello lo registra come essenziale per la sopravvivenza, innescando un circolo vizioso difficile da interrompere.
Generalmente si distinguono due categorie principali.
Tipologia di dipendenza | Caratteristiche |
---|---|
Dipendenze da sostanze | Coinvolgono l’assunzione di composti chimici (droghe, alcol, farmaci, nicotina). Generano tolleranza e crisi di astinenza fisiche. |
Dipendenze comportamentali | Riguardano comportamenti compulsivi (gioco d’azzardo, sesso, shopping, internet). L’astinenza si manifesta a livello psicologico (ansia, irritabilità). |
Sintomi comuni e campanelli d’allarme
Riconoscere una dipendenza, in sé stessi o negli altri, richiede attenzione a segnali specifici. Sebbene ogni dipendenza abbia le sue peculiarità, alcuni campanelli d’allarme sono trasversali:
- Craving: un desiderio intenso e irrefrenabile per la sostanza o il comportamento.
- Perdita di controllo: incapacità di limitare l’uso o il comportamento, nonostante l’intenzione di farlo.
- Astinenza: comparsa di sintomi fisici o psicologici negativi quando si interrompe l’assunzione o il comportamento.
- Tolleranza: il bisogno di aumentare la dose o l’intensità del comportamento per ottenere l’effetto desiderato.
- Abbandono di altre attività: hobby, interessi e responsabilità sociali o lavorative vengono trascurati a favore della dipendenza.
- Uso continuato nonostante le conseguenze: la persona persiste nel comportamento pur essendo consapevole dei danni che provoca alla sua salute, alle relazioni e alla sua vita.
Le 4 tipologie di dipendenze più comuni
1. Tossicodipendenza: la dipendenza da sostanze
La tossicodipendenza riguarda l’uso di sostanze stupefacenti, legali o illegali, che alterano lo stato psico-fisico. Rientrano in questa categoria l’abuso di droghe, ma anche l’alcolismo, il tabagismo e il caffeinismo. Secondo la “Relazione europea sulla droga 2024” dell’EMCDDA, la cannabis resta la sostanza più diffusa, ma desta preoccupazione la crescente disponibilità di cocaina e oppioidi sintetici. Lo stupefacente è una sostanza psicoattiva che, generando euforia e piacere, viene percepita dal cervello come necessaria. Con l’uso costante si sviluppa la tolleranza: l’effetto diminuisce, spingendo il soggetto a desiderare una dose sempre maggiore. La necessità di assumere la sostanza è poi rafforzata dalla paura della devastante crisi di astinenza.
2. Dipendenza sessuale: quando l’impulso diventa ossessione
Si tratta di un disturbo psicologico che si manifesta con un bisogno ossessivo di avere rapporti sessuali o di pensare al sesso. Si ritiene che alla base ci sia una disfunzione dei sistemi dopaminergico e serotoninergico, con un rilascio sregolato di dopamina. Il sesso agisce come un anestetico temporaneo da stati d’animo spiacevoli. Una volta esaurito l’effetto, però, ritornano sensazioni negative come rabbia, senso di colpa e vergogna. Quando questa dipendenza riguarda gli uomini si parla di satiriasi, mentre per le donne di ninfomania. La dipendenza sessuale, pur non essendo classificata come una malattia mentale a sé stante, si manifesta spesso insieme ad altri disturbi dell’umore, come il bipolarismo.
3. Dipendenza da gioco d’azzardo: la spirale della ludopatia
Il gioco d’azzardo patologico, o ludopatia, è un disturbo caratterizzato da un incontrollabile bisogno di giocare. Chi ne soffre non riesce a fermarsi, pur essendo consapevole dei danni. La portata del fenomeno è allarmante: secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia i giocatori problematici o patologici sono circa 1,5 milioni. La vita del giocatore compulsivo viene progressivamente compromessa, minando le relazioni, il lavoro e le amicizie. Il processo di questa dipendenza è graduale e insidioso, suddiviso in diverse fasi:
- Nella fase iniziale, il gioco è occasionale, una valvola di sfogo.
- Nella seconda fase, compaiono i primi segni di dipendenza: menzogne, debiti e perdite sempre più frequenti.
- La terza fase è quella più critica: il giocatore perde completamente il controllo, compiendo talvolta azioni illegali e allontanandosi dalle persone care.
4. Dipendenza affettiva: il legame che imprigiona
La dipendenza affettiva disfunzionale è uno stato patologico in cui una persona crede che la relazione con un altro (partner, amico o familiare) sia l’unica condizione essenziale della sua esistenza. Questa visione porta ad annullarsi completamente, conferendo un’importanza totalizzante all’altra persona. La relazione diventa asimmetrica, generando un profondo malessere fisico e psichico. Chi soffre di questa dipendenza vive nel terrore costante dell’abbandono e manifesta un bisogno esagerato di attenzioni e rassicurazioni. Non riesce a prendere decisioni in autonomia e considera l’altro indispensabile per la propria sopravvivenza emotiva, finendo paradossalmente per soffocare il rapporto che tanto teme di perdere.

Come aiutare un familiare o un amico che soffre di una dipendenza
Vedere una persona cara lottare con una dipendenza è un’esperienza dolorosa e frustrante. Non si può costringere qualcuno a cambiare, ma un approccio informato e di supporto può aprire la strada verso la richiesta di aiuto. Ecco alcuni consigli pratici:
- Evitare di colpevolizzare e giudicare: la dipendenza è una malattia, non una debolezza morale. Rabbia e accuse creano solo un muro, spingendo la persona a isolarsi ulteriormente.
- Incoraggiare il dialogo in un momento di lucidità: scegliere un momento tranquillo per esprimere le proprie preoccupazioni in modo calmo e non accusatorio, usando frasi come “Sono preoccupato per te perché ho notato che…” invece di “Tu fai sempre…”.
- Suggerire un aiuto professionale: informarsi sui servizi disponibili, come i SerD o i numeri verdi, e proporsi di accompagnare la persona a un primo colloquio. Mostrarsi come un alleato nel percorso di recupero è fondamentale.
- Mettere dei limiti sani per proteggersi: aiutare non significa subire passivamente le conseguenze della dipendenza altrui. È giusto stabilire dei confini chiari, ad esempio rifiutandosi di prestare denaro per il gioco o di coprire le assenze dal lavoro.
Riconoscere il problema e chiedere aiuto: i passi concreti
Rompere il ciclo di una dipendenza è un percorso difficile ma possibile. Il primo passo, il più importante, è riconoscere di avere un problema e trovare il coraggio di chiedere aiuto. Affrontare una dipendenza da soli è estremamente arduo. È fondamentale rivolgersi a professionisti e a servizi specializzati. Ecco alcuni riferimenti pratici e autorevoli:
- SerD (Servizi per le Dipendenze Patologiche): sono centri pubblici del Servizio Sanitario Nazionale presenti in ogni ASL. Offrono supporto medico, psicologico e sociale gratuito a chi soffre di dipendenze da sostanze e comportamentali (come la ludopatia). L’accesso è diretto, non serve la richiesta del medico di base. Ad esempio, un punto di riferimento può essere:
- SerD ASL Roma 1: Via Plinio, 31 – 00193 Roma (RM). Telefono: 06 6010.5510.
- Telefono Verde Nazionale Gioco d’Azzardo (TVNGA): per chi soffre di ludopatia e per i loro familiari, è attivo il numero verde anonimo e gratuito 800 558822, che fornisce ascolto e orientamento verso i servizi territoriali.
- Psicologi e psicoterapeuti: rivolgersi a un professionista privato specializzato nel trattamento delle dipendenze permette di comprendere le radici del problema, sviluppare strategie per gestire il craving e ricostruire un’esistenza libera dal bisogno compulsivo.
Per maggiori informazioni è sempre utile consultare fonti istituzionali come il sito dell’Istituto Superiore di Sanità, che offre dati e aggiornamenti costanti sul tema.
Fonte “Dipendenze più comuni, le peggiori 4”: Freepik