La condizione dell’innamorato che aspetta

la condizione dell'innamorato che aspetta

 

La condizione dell’innamorato che aspetta può essere immediatamente riassunta dal passo che segue: 

“Sono innamorato? -Sì, poiché sto aspettando.” L’altro, invece, non aspetta mai. Talvolta, ho voglia di giocare a quello che non aspetta; cerco allora di tenermi occupato, di arrivare in ritardo; ma a questo gioco io perdo sempre: qualunque cosa io faccia, mi ritrovo sempre sfaccendato, esatto, o per meglio dire in anticipo. La fatale identità dell’innamorato non è altro che: io sono quello che aspetta. 

Questo è uno dei molteplici specchi di riflessione presenti all’interno delle pagine di Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes.  La lettura di  Barthes abbaglia e mette a fuoco, ritrova parole, fornisce spiegazioni, regala frammenti che un innamorato, da solo fatica ad assemblare. 

Perché soffermarsi sulla condizione dell’attesa? Probabilmente la risposta risiede nel fatto che essa è, spesso, il primo presupposto affinché un innamorato possa definirsi tale. Il motivo che mette alla prova la sua tempra. Si attende l’incontro, dopo essere stati velocemente o lentamente, stregati. Si attende un messaggio, un sorriso, uno sguardo, un cenno che possa far comprendere che soggetto e oggetto amoroso siano sulla stessa lunghezza d’onda. Ma nel momento in cui  l’altro non aspetta insieme a noi, cosa si fa?  Ogni strategia risulta vana e più numerosi si accumulano i giorni, più lungo si tesse il filo dell’attesa. Ci si sforza fino allo stremo. Sembra non esserci un freno. Il tempo scorre senza limiti se nel cuore vive la speranza. Quando è immerso in questa suspense, l’innamorato può dire di sé d’essere un mutilato che continua ad avere male alla gamba amputata.

La condizione dell’innamorato che aspetta risponde ad interrogativi costanti e pare non stancarsi. L’individuo è testardo, prosegue agendo sempre motivato dal medesimo input: “Che fare?” Scelgo la deriva: io continuo. Il soggetto si tramuta in un essere vulnerabile ma indistruttibile agli urti, in un naufrago che continua a nuotare tra le onde. Alla fine si salva? Non si sa.  La condizione dell’innamorato che aspetta è fatale, si inunghia (come scrive molto prima in versi Arnaut Daniel) fedele al patto con sé stessa. Il singolo suole definirsi stupido, pazzo, in delirio. Eppure non muta. L’innamorato resta ancorato al furor che riesce a smuovere macigni d’emozioni perché la forza che possiede è la più forte: il sentimento.  L’amore- e anche la sua attesa- permette che ci sia una lunga catena di equivalenze a legare tutti gli innamorati del mondo.

Fonte immagine: Pixabay

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