Ihara Saikaku è stato uno degli autori più importanti della letteratura giapponese, noto soprattutto per le sue opere del filone letterario degli ukiyozōshi. Il fatto che attraverso questi lavori egli raccontasse storie di persone dedite ai piaceri della vita lo ha reso non solo noto per i racconti erotici, ma soprattutto un autore dedito alla rappresentazione realistica di quella che era la società del periodo Edo, in cui egli viveva. Non a caso, la sua opera più importante, Vita di un libertino, è considerata punto di censura tra gli ukiyozōshi e i kanazōshi, il che la rende un lavoro di grande importanza per la produzione letteraria dell’epoca.
La vita di Ihara Saikaku e la vocazione letteraria
Ihara Saikaku nasce a Osaka nel 1642 col nome di Hirayama Tōgo. Appartenente a una famiglia di commercianti, in un primo momento prende in mano gli affari familiari, ma a seguito della morte della moglie nel 1675 decide di tonsura, ovvero diventare un monaco laico e dedicarsi totalmente alla letteratura.
Gli esordi poetici di Ihara Saikaku: la haikai no renga
Egli nasce come poeta, più precisamente come autore di haikai no renga, di cui era un profondo conoscitore: si racconta infatti che fosse in grado di scrivere molti versi in poco tempo. Si trattava di componimenti ricchi di colloquialismi e basati su risposte veloci ai versi precedenti ed è per questo che anche i riferimenti ai classici erano pochi nelle sue poesie.
Le scuole a confronto: Teimon e Danrin
Dobbiamo dire che all’epoca vi erano due scuole di haikai no renga:
- Scuola Teimon: fondata da Matsunaga Teitoku, con sede a Kyoto, essa aveva numerose regole di composizione, data la prospettiva più conservatrice e alla tradizione classica.
- Scuola Danrin: nata a Osaka con Nishiyama Sōin, era una scuola più libera nella forma e nei contenuti, nata in risposta alla Teimon. Era quindi più innovativa e ispirata alla cultura contemporanea.
Saikaku studia inizialmente nella scuola Teimon, per poi passare alla Danrin, alla quale si sente più vicino, avendo meno limiti nella possibilità di espressione artistica. Non a caso, il suo nome d’arte è un omaggio proprio a Nishiyama Sōin. Il carattere sai di Saikaku è infatti un’altra possibile lettura del nishi presente in Nishiyama.
La prosa di Saikaku: la nascita dello ukiyozōshi
Successivamente, però, Ihara Saikaku decide di dedicarsi alla prosa. Tuttavia, soprattutto in un primo momento, sarà ampiamenti influenzato dalla haikai no renga. Possiamo dividere la sua produzione in due periodi, un primo in cui si basa molto sulle fonti classiche e soprattutto sulla haikai, quindi con uno stile molto poetico e con racconti lunghi e una seconda fase in cui si rende conto di avere maggiore abilità nello scrivere storie brevi e raccolte di storie unite da un filo conduttore. Inoltre, sono caratterizzate da un grande umorismo e soprattutto realismo: è così che Saikaku diventa il padre dello ukiyozōshi, scrivendo racconti che gli conferiranno una grande fama, soprattutto poiché accessibili a un pubblico più vasto.
I tipi di racconti di Saikaku
Nella sua produzione ritroviamo 3 tipologie di opere:
- Kōshokumono: sono lavori nei quali i protagonisti sono persone che prediligono le passioni e l’aspetto erotico dell’amore. Per cui in queste storie non sono presenti i sentimenti, tanto quanto la sensualità e il puro eros.
- Bukemono: qui i personaggi principali sono i samurai e troviamo quindi valori come il bushidō e il giri.
- Chōninmono: con questa tipologia Saikaku sposta la sua attenzione sulla classe emergente di quel periodo, ovvero i chōnin, i mercanti, e in generale sulla vita dei cittadini di epoca Tokugawa.
I racconti più celebri: un’eredità letteraria di valore inestimabile
Le opere più importanti di Saikaku appartengono alla prima categoria. Prima fra tutte, ricordiamo la già citata Vita di un libertino (Kōshoku Ichidai Otoko), nonché suo primo lavoro in prosa, uscito nel 1682. La storia racconta la vita di Yonosuke, che per tutta la sua vita non si dedica ad altro se non ai piaceri carnali, e delle sue avventure amorose. Nonostante non ci sia alcun intento morale e il protagonista sia piatto, l’opera riscosse un grande successo, in quanto era realistica e i lettori vi si sentivano più vicini. Altro lavoro di rilievo è Cinque donne amorose (Kōshoku Gonin Onna), dove sono presenti cinque storie, ognuna con una propria protagonista: il fulcro sta nel fatto che ognuna di esse si lasci trasportare dalle passioni. Si ritrovano quindi combattute tra rispettare le convenzioni sociali e seguire i propri sentimenti. In questo modo, Saikaku ci dà una visione realistica della figura femminile dell’epoca, ma trattata con ironia e senza intento morale. A seguito di numerose altre opere di grande successo, Ihara Saikaku si spegne nel 1693. Era stato apprezzato da molti lettori, ma criticato da tanti altri, considerandolo un autore di basso livello. Tuttavia, tra la fine dell’epoca Tokugawa e l’inizio dell’era Meiji fu rivalutato, lasciando così il segno nella prosa della letteratura giapponese.
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