La Donazione di Costantino: falsa da 500 anni

La Donazione di Costantino: falsa da 500 anni

Donazione di Costantino: storia e curiosità

Considerata una delle più grandi imposture della storia, la Donazione di Costantino continua a suscitare fascino e curiosità. Nel 2017 il trattato di Lorenzo Valla, che ne smaschera la clamorosa falsità, ha compiuto 500 anni dalla sua pubblicazione.
Il più celebre alibi del radicamento del potere della Chiesa sulla terra fatta a brandelli da uno studio filologico: è così che il grande umanista ha distrutto un intero passato storico di falsa testimonianza. Distrutto, ma anche salvaguardato.

Quando è stata fatta la donazione di Costantino?

Nella sua Donazione, datata 30 marzo 315, l’imperatore Costantino I Il Grande avrebbe conferito a papa Silvestro I la giurisdizione civile su Roma, sull’Italia e sull’Impero romano d’Occidente, ammettendo la superiorità del potere papale su quello politico, su tutti i sacerdoti del mondo, sui cinque patriarcati (Roma, Costantinopoli, Antiochia, Alessandria e Gerusalemme).

Chiara legittimazione delle mire temporali universalistiche delle istituzioni ecclesiastiche nel Medioevo, la Donazione di Costantino riporta un editto che Costantino non aveva mai emesso. Tale documento godette del rispetto e dell’adesione di molteplici figure nel corso della storia: riesumata da papa Leone IX nel 1053, è citata anche da Dante Alighieri nel De Monarchia, il quale però la priva del suo valore giuridico.

Secoli di storia canzonati dal tentativo di rendere perfettamente giustificabile l’autorità del papato su quella del sovrano. La Donazione di Costantino racconta moltissimo dell’epoca in cui realmente fu registrata, probabilmente compresa tra il 750 e l’850, e della ricerca spasmodica una legittimazione temporale da parte della Chiesa. Nessuno ha mai dubitato per anni della veridicità dell’editto – perfino i nemici del potere temporale della Chiesa lo assurgono come veritiero – e questo ha generato le conseguenze più durature.

Perché Costantino si converte?

Secondo la leggenda, Costantino si sarebbe convertito al cristianesimo durante una campagna militare in Italia, quando avrebbe avuto una visione di un crocefisso che gli avrebbe promesso la vittoria in battaglia. In seguito a questa visione, Costantino avrebbe adottato il cristianesimo come religione ufficiale dell’Impero Romano e avrebbe avviato un processo di pace e tolleranza verso i cristiani, che fino ad allora avevano sofferto persecuzioni e discriminazioni.

Tuttavia, alcuni storici sostengono che la vera motivazione dietro la conversione di Costantino potrebbe essere stata più politica che spirituale, e che l’imperatore avrebbe adottato il cristianesimo per unificare il suo impero e rafforzare il suo potere. In ogni caso, la conversione di Costantino ha avuto un impatto profondo sulla storia del cristianesimo e ha aperto la strada alla diffusione delle idee cristiane in tutto l’Impero Romano.

Chi dimostro la falsità della donazione di Costantino?

A porre rimedio al più grande falso della storia è stato Lorenzo Valla, eccelso umanista, filologo, scrittore, nato a Roma e mai morto per i contributi elargiti al mondo della cultura. Avverso all’aristotelismo e alla cultura scolastica, allarga la sua polemica a tutto ciò che è astrazione e dogma e erge la lingua a eccelso strumento di comunicazione. Sviluppa un metodo filologico attento alla storicità e connette il proprio amore per le humanae litterae all’impegno civile.

Proprio in quest’ottica si inserisce la stesura del suo De falso credita et ementita Constantini donatione declamatio, redatto nel 1440 e pubblicato esattamente cinquecento anni fa, nel 1517. Lorenzo Valla si avvale delle proprie competenze storiche e linguistiche, e anche di una certa dose di indignazione, per dimostrare che la Donazione di Costantino è stata realizzata negli ambienti ecclesiastici durante il Medioevo. I suoi studi filologici rivelano in maniera inequivocabile che il latino adoperato non poteva essere antecedente rispetto alla proclamazione di Costantinopoli come capitale nel 330. Mette in rilievo la presenza di barbarismi, di concetti come quello di feudo, che non potevano sussistere all’epoca dell’imperatore Costantino.

500 anni fa il mondo veniva a conoscenza di una delle più scandalose menzogne storiche conservatasi nei secoli. Lorenzo Valla, intellettuale critico e grintoso, ripara gli squarci della storia. Ci restituisce la verità sgombra dalle  perturbazioni del tempo e dei meccanismi del potere. E facendoci capire che non tutto quello che sembra autentico si rivela tale, ci impartisce una grande lezione circa gli equilibri tra istituzioni che mutano incessantemente e circa l’importanza della verifica e della critica.

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A proposito di Duilia Giada Guarino

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