Se pensiamo ai giorni nostri, l’abbigliamento quotidiano è spesso “un jeans ed una maglietta”. Ma vi siete mai chiesti quale fosse la mise giornaliera e quindi la moda nell’antico Impero Romano? Scopriamolo insieme.
Indice dei contenuti
L’abbigliamento romano in sintesi
Tipologia di indumento | Descrizione e uso |
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Tunica | Indumento di base per entrambi i sessi, simile a una lunga maglietta, differenziato per tessuto e lunghezza. |
Toga (uomo) | Ampio mantello semicircolare indossato in pubblico, simbolo della cittadinanza romana. Il colore indicava il rango sociale. |
Stola (donna) | Veste lunga e ampia indossata sopra la tunica, tipica della matrona (donna sposata). |
Mantello | Usato per proteggersi da freddo e pioggia. Esistevano vari tipi come la paenula (con cappuccio) e la palla (per le donne). |
L’intimo: subligaculum e strophium
Può meravigliare, ma anche in epoca romana esisteva l’intimo. Uomini e donne utilizzavano un piccolo slip detto subligaculum, ottenuto annodando un tessuto. Una versione più ampia era indossata da gladiatori e attori. Per le donne esisteva anche una sorta di reggiseno, detto strophium o mamillare, costituito da una fascia di stoffa o pelle.
La tunica: l’indumento per tutti
La tunica era l’indumento per eccellenza, indossato da ricchi e poveri. Ciò che differenziava le classi era il tessuto: lana per i meno abbienti, lino o seta importata dall’Oriente per i più facoltosi. Era composta da due rettangoli di stoffa cuciti insieme, lasciando i fori per testa e braccia. Per la donna arrivava alle caviglie, mentre per l’uomo, una volta stretta in vita da una cintura, si fermava sopra il ginocchio. Sulle tuniche maschili potevano essere cucite due strisce di porpora (clavi) per indicare l’appartenenza all’ordine senatorio (laticlavi, strisce larghe) o equestre (angusticlavi, strisce strette).
La toga: simbolo del cittadino romano
La toga era l’indumento esclusivo del cittadino romano maschio, indossata in pubblico per occasioni formali. Era un enorme telo di forma semicircolare, largo fino a 6 metri, drappeggiato con l’aiuto di schiavi. A seconda del rango, assumeva colorazioni diverse:
- Toga candida: bianca, per i candidati alle elezioni.
- Toga purpurea: riservata ai generali trionfanti e agli imperatori.
- Toga praetexta: bordata di porpora, per i senatori e i giovani fino ai 16 anni.
- Toga virilis: semplice e bianca, indossata dopo i 16 anni per segnare il passaggio all’età adulta.
Nonostante la sua importanza, era molto scomoda e in epoca imperiale fu indossata sempre meno.
La stola: l’abito della matrona
Anche per le donne esisteva un indumento da indossare sopra la tunica: la stola. Era una veste ampia e lunga, fermata da due cinture (una in vita e una sotto il seno) per esaltare le forme. Era il segno distintivo della donna sposata, la matrona, come si può vedere in molte opere conservate in musei come i Musei Capitolini.
Il mantello: per proteggersi dal freddo
A Roma esistevano diversi tipi di mantelli. Il più diffuso era la paenula, di forma semicircolare e con cappuccio, realizzato in lana, feltro o cuoio. Il pallium, più corto e semplice della toga, era preferito dagli uomini per uscire. Il mantello femminile per eccellenza era invece la palla, un grande scialle che avvolgeva il corpo e poteva coprire anche la testa.
Le calzature e gli accessori
Contrariamente all’idea comune, i Romani non indossavano solo sandali. Esistevano diversi tipi di calzature: sandali aperti (soleae), scarpe chiuse simili a mocassini (calcei) e calzature alte fino al polpaccio. L’abbigliamento era completato da accessori: l’anello per l’uomo, simbolo di potere; gioielli, nastri per capelli e ventagli per le donne.
Curiosità: pantaloni, calzini e pigiama
Nella moda romana mancavano alcuni indumenti per noi quotidiani. I pantaloni (bracae) erano considerati un indumento da barbari e si affermarono solo con l’imperatore Traiano, indossati dai legionari. I calzini (udones) erano usati solo nei climi più freddi. Infine, non esisteva il pigiama: i Romani andavano a letto con la stessa tunica che usavano di giorno.
Fonte immagine: Pixabay
Articolo aggiornato il: 09/09/2025