Nuove scoperte sul suolo Pompeiano

Scavi di Pompei

Nuove scoperte sul suolo pompeianoemozionanti testimonianze affiorano dagli scavi della città di Pompei, in particolare dall’area nord del grande quartiere di Regio V. In questa zona, anticamente abitata dalla popolazione di ceto medio-basso della città, è situata la casa del Larario (scavata nel 2018) ed è proprio all’interno delle stanze di questa dimora che ad Agosto 2022 sono stati rinvenuti alcuni oggetti di straordinario valore.

Oggetti di vetro, piatti, ceramiche e mobilio sono stati ritrovati in ottime condizioni, incastonati nel tempo come se fossero fotografati al momento dell’eruzione. In una delle stanze venute recentemente alla luce si conservano addirittura parti di un telaio di legno di un letto e il volume di un cuscino del quale è ancora visibile la trama del tessuto originale.

Nonostante del letto sia pervenuta esclusivamente la struttura, si presuppone che quest’ultima fosse originariamente sormontata da una rete di corde che avrebbe fatto da base per un rivestimento in tessuto. Accanto al letto ha resistito al tempo anche un baule di legno, probabilmente lasciato aperto nel momento della fuga e per questo motivo ritrovato ricoperto di tavole e travi del solaio cedute durante il terremoto. Al suo interno sono stati ritrovati un piattino in sigillata (un tipo di ceramica tipicamente utilizzata per oggetti da cucina) e una lucerna a doppio beccuccio con un bassorilievo raffigurante la scena della  trasformazione di Zeus in aquila.

Ma c’è di più! Nella stessa stanza è riemerso anche un tavolino dalla forma circolare a tre piedi con ancora disposte sopra nella loro posizione originale, due ampolle di vetro, una coppa in ceramica e un piattino in sigillata. Pur non conoscendo l’identità e la storia dei proprietari di questa dimora è evidente che quest’ultimi appartenessero ad un ceto medio-basso. Delle cinque stanze di cui era composta la casa, escludendo quella che fungeva da deposito che non era nemmeno intonacata, solo poche erano ben decorate; ciò ci porta a credere che i mezzi non bastassero per il completamento di tutti gli spazi.

Nonostante ciò, il ritrovamento di oggettistica e utensili di vario tipo in tutti gli ambienti della casa dimostra che questi fossero abitati quotidianamente. Per esempio nelle stanze al piano superiore (raggiungibili tramite soppalco) sono stati trovati oggetti di uso comune, forme in bronzo, un brucia profumi a forma di culla, parti di un trittico e mobilio semplice. Un mobile ritrovato nello spazio di fronte alla cucina, invece, si è rivelato essere più sofisticato degli altri. Sebbene sia parzialmente compromesso dal crollo del solaio sovrastante, è rimasto sigillato per ben duemila anni conservando il corredo al suo interno. Alto due metri e diviso in quattro ante e cinque ripiani, il mobile contiene anforette, piatti in vetro, ceramiche da cucina e brocche una delle quali presenta delle applique decorate.

La possibilità di indagare un armadio nella sua posizione e condizione originale è un privilegio che fino a pochi anni fa nessun archeologo avrebbe pensato di avere, e invece oggi grazie a nuovissimi macchinari e tecniche di scavo tutto questo è possibile. In particolare è stata utilizzata la tecnica del calco in gesso che prevede il riempimento degli spazi vuoti causati dalla rottura degli oggetti con del gesso liquido. Una volta che il gesso si solidifica l’oggetto riacquisisce la forma che aveva prima di essere danneggiato. La stessa tecnica è stata utilizzata per un’altro scavo adiacente a quello della casa del Larario. Alle spalle della dimora, infatti, è presente un’altra unità abitativa che ha subito parecchi danni a causa di un parziale crollo del controsoffitto.

Solo grazie all’utilizzo del calco in gesso è riemersa lungo le pareti nord, est e sud della casa una boiserie. Alcuni pannelli presentano decorazioni ad intarsio e incise a cassettoni e addirittura alcuni elementi in osso per la maggior parte conservati nella loro posizione originale.

Così come sottolineato dal direttore generale dei musei e alla luce di queste entusiasmanti scoperte sul suolo pompeiano è ormai chiaro che l’antica città  è un sito dalla straordinaria capacità di stupire.

Foto in evidenza : Pixabay

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