Mille e un babà, la grande (e dolce) bellezza all’Hotel Reinassence

Mille e un babà 2023

Mille e un babà, la grande (e dolce) bellezza all’Hotel Reinassence

Una location da sogno.
9 maestri pasticceri a sfidarsi, di fronte ad una giuria d’eccezione, a colpi di babà.
La seconda edizione dell’evento a firma Carmen Davolo e Caputo è stato un vero successo. E non poteva che essere cosi, dato l’incredibile bagaglio di esperienza della direttrice di Dieffe Comunicazione che, da oltre un ventennio, si occupa di organizzare contest e kermesse di pasticceria che hanno coinvolto (e valorizzato) talenti, annoverabili oggi tra i migliori al mondo. 

 Dove, come e quando è nato il babà?

Prima di parlare di quanto accado il 20 marzo, vediamo come è nato il dolce oggetto del contest. La versione più accreditata vede protagonista il re polacco Stanislao Leszczyński. Si narra che, durante una cena, Stanislao si fosse stufato del suo dolce abituale e abbia versato del vino speziato su una torta al formaggio, creando così una sorta di antenato del babà. Incantato dal risultato, il re lo chiamò “Ali Babà” in omaggio al famoso personaggio de “Le Mille e Una Notte”, di cui era un appassionato lettore.

La prelibatezza fece il suo cammino fino a Versailles grazie a Maria, figlia di Stanislao e consorte di Luigi XV di Francia, e al suo pasticcere Nicolas Stohrer. È interessante notare che all’inizio del 1700, il rum giamaicano stava diventando di gran moda alla corte francese, e veniva utilizzato in sostituzione del madeira scelto dal re polacco. Non è difficile immaginare gli aristocratici francesi che sorseggiano il loro rum mentre assaporano il dolce “orientale”.

Una volta approdato a Parigi, il babà subì ulteriori modifiche: zafferano e canditi furono eliminati, e gli venne data la caratteristica forma a cupola rigonfia. Fu Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI e sorella di Maria Carolina d’Austria, a portare nella città di Napoli, alla fine del Settecento, specialità come il gratin, la besciamella e anche l’amato babà. Si dice che Maria Antonietta fosse una golosa senza pari e che amasse sperimentare nuovi sapori.

La prima testimonianza scritta del babà risale al 1863 e si trova nel manuale di cucina italiana di Vincenzo Agnoletti. Tuttavia, bisogna attendere la fine del secolo perché il “fungo al rum” diventi un cult tra la borghesia napoletana, che fin da l’inizio lo mangiava passeggiando in uno dei tanti meravigliosi vicoli della città. Si racconta che le donne napoletane, per rendere omaggio al dolce, indossassero spesso cappelli a forma di babà durante le passeggiate domenicali.

Mille e un babà, l’edizione 2023

La rassegna Mille e un Babà, un vero viaggio sensoriale di odori, sapori e colori, ha visto la sua splendida seconda edizione nell’hotel Reinassence, con in gara 9 enfant prodige che si sono dati battaglia, reinterpretando e attualizzando il babà, appunto. L’Hotel Reinassence, situato nel cuore di Napoli, è noto per il suo design raffinato e l’attenzione ai dettagli. Il suo rooftop, affacciato romanticamente sul Vesuvio, ha offerto agli ospiti e alla stampa di settore un panorama mozzafiato, creando un’atmosfera unica e indimenticabile per un evento, imperdibile fin dalle premesse.

I concorrenti sono stati: il toscano Luca Borgioli, della “Pasticceria Gabardina” di Montemurlo, in provincia di Prato; la vicentina Beatrice Busatta della pasticceria “Babu dolce e salato”; Guglielmo Cavezza, titolare della pasticceria “Mommy Cafè” di Cicciano, in provincia di Napoli; il francese Jean Christiansen, della brasserie “Le Carré Français” di Roma; Giuseppe Cristofaro della pasticceria “Barbato” di Frattaminore; Roberto Maturo de “La Dolce Sosta” di Cusano Mutri, in provincia di Benevento; Alessia Rosellino di Pompei, in forza presso la pasticceria “Dulcis in Pompei”; Fabio Scozzafava, esperto di panificazione e senza glutine presso il “Ristorante Felice” di Lucca e Maria Varone, Pastry Chef dell’”Hilton Sorrento Palace”.

Tutte le proposte hanno stupito per sperimentazione, equilibrio e carisma, nel loro rispettoso tentativo di reinventare – in un dolcissimo dialogo con la tradizione – il “fungo” più amato a Napoli. Un esempio è stata l’interpretazione con i lamponi e cioccolato di Guglielmo Cavezza, il nostro preferito.

A giudicare i concorrenti sono stati: Antimo Caputo, AD dello storico Mulino napoletano; Sal De Riso, presidente dell’AMPI, la prestigiosa accademia che riunisce i migliori pasticceri d’Italia; Salvatore Capparelli, titolare dell’omonima pasticceria nel centro storico di Napoli, considerato, in città, uno dei maestri di questa specialità; il veneto Carlo Pozza, uno dei membri fondatori dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani e creatore, assieme ad altri colleghi berici, del dolce simbolo vicentino: La Gata e Sabatino Sirica, vero e proprio patriarca della pasticceria partenopea. La commissione, valutata estetica, presentazione, profumo gusto, colore, qualità degli ingredienti, morbidezza e alveolatura ha deciso che…

Mille e un babà, the winner is…

Lo scettro di miglior babà quest’anno, dopo la vittoria del giovane pasticciere Andrea Sacchetti (Pasticceria Nuovo Mondo di Prato) nel 2022, è tornato in Campania. È stata, infatti Alessia Rosellino, formatasi presso la CAST ALIMETI di Brescia, di “Gabbiano Dulcis in Pompei” a trionfare con la sua “Sinfonia di babà” questa riuscitissima edizione della rassegna a firma Molino Caputo.

Immagini in evidenza: Marcello Affuso

A proposito di Marcello Affuso

Direttore di Eroica Fenice | Docente di italiano e latino | Autore di "A un passo da te" (Linee infinite), "Tramonti di cartone" (GM Press), "Cortocircuito", "Cavallucci e cotton fioc" e "Ribut" (Guida editore)

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