Funghi mangia plastica: scoperta contro l’emergenza ambientale

Funghi mangia plastica: scoperta contro l’emergenza ambientale

L’ecosistema naturale oggi è in serio pericolo a causa dell’inquinamento ambientale. Molte specie, sia vegetali che animali, sono state messe a rischio dall’uomo e con il passare degli anni alcune specie, che esistevano in passato, oggi si sono estinte. Al contrario, però, sono nate nuove specie e organismi capaci di adattarsi alle mutate condizioni ambientali. Ovviamente questi avvenimenti non si riferiscono soltanto alle specie animali, ma anche a quelle vegetali. In particolare, parleremo della nascita di  funghi mangia plastica che sono riusciti a crescere grazie alle condizioni dell’ambiente circostante, diventando un esempio di come la natura sia arrivata in soccorso all’uomo nella lotta contro l’inquinamento ambientale.

Soluzioni naturali contro l’inquinamento della plastica

Ormai sappiamo che, al giorno d’oggi, la plastica rappresenta una delle principali cause dell’inquinamento, infatti, si stima che all’anno circa 20 milioni di tonnellate di plastica finiscano in natura, tra terre e oceani. Questo fenomeno costituisce una seria minaccia futura contro la sopravvivenza di tutte le specie, inclusa quella umana. Negli ultimi anni, però, sono state scoperte varie specie di funghi mangia plastica che crescono spontaneamente in natura, capaci di degradare la plastica, svolgendo, quindi, un ruolo molto importante. Nonostante siano nuove specie, nate in risposta al conseguente cambiamento ambientale, rappresentano una speranza in più per costruire un pianeta più sostenibile.

Fungo mangia plastica: le varie specie in un ecosistema diversificato

Sono state scoperte diverse specie di funghi in grado di degradare la plastica, un materiale resistente alla decomposizione e che quindi problematico per l’ambiente. Questi funghi mangia plastica fungono come veri e propri “pulitori naturali”, aiutando a ridurre gli inquinamenti da plastica.

Nella foresta pluviale amazzonica è stato scoperto un tipo di fungo in grado di convertire il poliuretano, un materiale molto resistente, in materiale organico. La cosa interessante di questo fungo, chiamato Pestalotiopsis Microspora, è l’ambiente in cui agisce, perché può consumare il poliuretano anche in spazi privi di ossigeno.

Si stima che entro il 2050, negli oceani ci sarà più plastica che pesci; infatti, la plastica più abbondante nelle acque è il polietilene, anch’esso un materiale con un lunghissimo processo di degradazione. La speranza per questi oceani è rappresentata dal fungo Parengyodontium album, che abita le acque marine e che è in grado di mangiare la plastica. Tuttavia, questo è processo che può avvenire solo e grazie alla luce solare.

Anche in Pakistan troviamo un altro tipo di questi funghi che hanno questa straordinaria capacità: parliamo dell’Aspergillus Tubingensis, scoperto in una discarica in Pakistan e abile nel degradare materiali come poliuretano poliestere.

Gli studi riguardo le qualità dei funghi mangia plastica sono ancora in corso, ma secondo gli scienziati questi funghi rappresentano una scoperta importantissima contro l’inquinamento ambientale e, soprattutto, per il processo di smaltimento dei rifiuti di plastica, nonché dei validi aiutanti per l’uomo contro l’emergenza ambientale.  

Fonte immagine: Freepik https://it.freepik.com/foto-gratuito/immagine-ravvicinata-di-funghi-gialli-allucinogeni-su-una-pietra-muschiosa_16935971.htm#fromView=search&page=1&position=21&uuid=edce0004-5f3a-4ced-a425-5aefc4907d74&query=funghi+marini

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