Serpenti pericolosi: i 4 più temuti

Serpenti pericolosi: i 4 più temuti

I serpenti sono delle creature estremamente affascinanti che abitano il nostro pianeta da milioni di anni. Il regno dei serpenti ospita una quantità molto variegata di specie, alcune di queste sono innocue mentre altre sono estremamente letali. Ma questi serpenti pericolosi, tanto temuti dall’uomo, sono davvero così mortali? O la paura che l’essere umano prova per questi animali è infondata? Scopri quali sono i 4 serpenti pericolosi più temuti dall’essere umano.

1. Il serpente a sonagli

Serpenti pericolosi: i 4 più temuti
Serpente a sonagli – Freepik

Questo rettile è tra i più famosi e temuti serpenti pericolosi del continente americano. Ha una lunghezza tra i 60 cm e i 2,5 metri (a seconda della specie) e presenta un corpo molto robusto, ma la sua caratteristica distintiva è il sonaglio. La struttura del sonaglio è simile a un insieme di gusci vuoti che si incastrano uno sopra l’altro; quando il serpente muove la coda, questi gusci vibrano riproducendo quel suono inconfondibile. Questa caratteristica dà il nome alla specie: i serpenti a sonagli, infatti, sono un gruppo composto da più di 35 specie che vivono in un’area che va dal Canada fino all’Argentina. Attenzione, questi serpenti non nascono con il sonaglio: questo si forma successivamente, quando il serpente fa la muta. Quei piccoli gusci che formano il sonaglio sono in realtà i residui delle squame che originariamente ricoprivano la coda, quindi a ogni muta si aggiunge un nuovo pezzo. Questo non vuol dire che il sonaglio cresca all’infinito; capita spesso, infatti, che le parti più vecchie possano rompersi. Ma qual è la funzione di questo sonaglio? Viene utilizzato come segnale di avvertimento e come strumento per ingannare chiunque si avvicini. Il serpente riesce a regolare le vibrazioni del sonaglio facendo credere di essere più vicino di quanto non sia realmente, confondendoci sulla sua effettiva posizione. Quella del sonaglio non è l’unica capacità straordinaria di questo serpente: osservandolo si possono notare due fessure tra gli occhi e le narici, chiamate termorecettori, capaci di individuare la temperatura corporea. Questi sono estremamente sensibili e gli permettono di individuare le prede anche al buio. Il serpente a sonagli è considerato uno dei serpenti pericolosi più temuti, ma in realtà cerca sempre di evitare il contatto con l’essere umano (a meno che non si senta minacciato). Anche quando morde l’uomo, il primo morso risulta essere più una sorta di avvertimento ed è privo di veleno, questo perché produrre quella sostanza implica un elevatissimo dispendio di energia e il serpente preferisce utilizzarla per paralizzare prede alla sua portata. È un animale capace di adattarsi molto facilmente; possiamo trovarlo in foreste, praterie, paludi e zone desertiche. Si nutre principalmente di piccoli mammiferi, uccelli e lucertole.

2. Il cobra

Serpenti pericolosi: i 4 più temuti
Cobra indiano – Freepik

Il cobra è tra i serpenti pericolosi più letali che esistano sul nostro pianeta; il pericolo, infatti, scaturisce dall’elevato livello di tossicità del suo veleno, considerato uno dei più letali al mondo. Per molte culture, questo serpente ha sempre rappresentato un simbolo di forza, potere e saggezza; basti pensare che nell’antico Egitto era un simbolo divino e di protezione. I cobra appartengono alla famiglia delle elapidae (un gruppo di serpenti velenosi) e uno dei loro segni più caratteristici è senza dubbio il “cappuccio”. Come riesce ad allargare questa parte del corpo? Il cobra riesce a espandere il cappuccio in quanto nella zona del collo presenta delle lunghe costole mobili, che gli permettono di allargare questa zona (solitamente quando si sente minacciato). Esistono varie specie di cobra e ognuna presenta caratteristiche differenti; ad esempio, i cobra del genere Naja sono dotati di una neurotossina capace di agire sul sistema nervoso della vittima. Questo veleno può causare paralisi muscolare e difficoltà respiratorie che possono portare alla morte. Molti di questi cobra, chiamati cobra sputatori, riescono a sputare il proprio veleno, definito citotossico in quanto capace di danneggiare i tessuti della pelle. Questi serpenti hanno una mira sorprendente: grazie alla loro capacità di percepire i movimenti, riescono a colpire le vittime negli occhi nel 60-80% dei casi, con un’elevata possibilità di causare cecità. Per quanto riguarda la loro alimentazione, si cibano per lo più di piccole prede come roditori, uccelli, lucertole e, a volte, altri serpenti. Purtroppo, molte specie di questi serpenti pericolosi sono a rischio a causa della distruzione del loro habitat e del bracconaggio.

3. Il pitone reticolato

Serpenti pericolosi: i 4 più temuti
Pitone reticolato – Freepik

Oltre ad essere uno tra i serpenti pericolosi più temuti dall’uomo, questo rettile detiene anche il primato di serpente più lungo che esista. La lunghezza dei serpenti generalmente dipende dal numero delle loro vertebre; un pitone ha un numero di vertebre che oscilla tra le 300 e le 330 (un numero enorme, se pensiamo che noi esseri umani ne abbiamo solo 33). Le vertebre dei serpenti possono aprirsi e chiudersi, dando loro la possibilità di ingerire prede di dimensioni considerevoli, caratteristica per cui il pitone è particolarmente noto. L’habitat del pitone reticolato comprende una vasta zona dell’Asia che va dall’India fino alle isole indonesiane, e vive immerso nelle giungle di quest’area (spesso in prossimità dei corsi d’acqua). Un pitone reticolato si distingue, oltre che per le sue enormi dimensioni, anche per la testa (solitamente molto più grande del corpo) e per la fantasia delle sue squame (che purtroppo l’hanno sempre reso vittima di bracconaggio). La sua lunghezza varia tra gli 1,5 e i 6,5 metri, anche se può superare i 7 metri. Nonostante sia temuto, questo serpente, a differenza di quelli precedentemente citati, non è velenoso. Come attacca le sue prede? Si avvinghia intorno ad esse per poi stritolarle e divorarle. La sua stretta è così forte da riuscire a bloccare la circolazione. Una volta uccisa la preda, il serpente la ingoia intera. Uno dei miti da sfatare è la paura che possa ingoiare un essere umano: nonostante i pochissimi casi registrati, è molto difficile che un pitone punti l’uomo come preda, sia perché non fa parte della sua alimentazione, sia perché allargare la bocca a tal punto è un processo troppo rischioso per questo animale.

4. Il mamba nero

Serpenti pericolosi: i 4 più temuti
Mamba nero – Wikimedia Commons (Tim Vickers)

Questo è sicuramente uno dei serpenti pericolosi più letali al mondo: il quarto e ultimo serpente di questa classifica è il mamba nero. Il veleno iniettato da questo animale è estremamente letale, tanto che il suo morso è conosciuto come il “bacio della morte”. Trascorse alcune ore dal morso, si iniziano ad avvertire sintomi come febbre e paralisi muscolare, per poi entrare in coma e arrivare alla morte. Ma esiste un antidoto per questo veleno? E questo rettile è davvero così pericoloso per l’uomo? Sì, esiste un antidoto e il suo veleno è realmente letale; tuttavia, è anche vero che il mamba nero morde l’uomo solo se si sente minacciato. Come tutti gli animali che producono veleno, anche il mamba nero utilizza la sua tossina solo in casi estremi o per immobilizzare prede che sa di poter mangiare, poiché la produzione di veleno richiede molta energia. Inoltre, solitamente evita il contatto con l’uomo perché ne è spaventato. Analizzando le sue caratteristiche, un primo elemento che salta all’occhio è il nome. Questo serpente si chiama “mamba nero” non per il colore del corpo, bensì per l’interno della sua bocca, che è completamente nera. Questo animale vive solo in Africa, più precisamente nell’Africa subsahariana. La sua lunghezza va dai 2,2 ai 2,7 metri e, oltre ad essere tra i serpenti più letali al mondo, è anche tra i più veloci esistenti. Si nutre di piccoli roditori, scoiattoli e uccelli che uccide con il suo morso letale per poi ingoiarli interi. Sebbene sia tra i serpenti più letali che abitano il nostro pianeta, se si mantengono le distanze non c’è pericolo.

Fonte immagine in evidenza: Freepik

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