La natura comunica. Tutta. Dalle piante agli animali. È in grado, letteralmente, di suonare per comunicare il suo stato di salute, la risposta agli stimoli ambientali e addirittura il suo stress. Questi suoni animali non sono quasi mai percepibili dall’orecchio umano, ma grazie alla bioacustica e alla strumentazione specifica che mette a disposizione (come microfoni speciali e software di analisi), è oggi possibile convertire ultrasuoni ed infrasuoni in segnali acustici percepibili. Esistono molti versi animali non udibili che in realtà nascondono una meravigliosa e potente comunicazione animale tra le specie, che vale la pena approfondire.
Il mondo dei versi animali non udibili: Introduzione alla bioacustica
Prima di vedere qualche esempio di animale di cui non riusciamo a sentire il verso, è bene parlare brevemente di cosa sia il suono, di cosa si occupa la bioacustica e dei vari tipi di frequenze che i suoni animali possono raggiungere, andando oltre i limiti umani.
Cos’è il suono e il limite dell’udito umano
Il suono è definito come quella porzione di frequenze di oscillazione (vibrazioni) udibile dall’orecchio umano, che si propaga attraverso un mezzo: fluido, solido e/o gassoso. Tutti i suoni che siamo in grado di sentire durante le nostre giornate si propagano comunemente attraverso l’aria, che è fatta di particelle; queste particelle, “scontrandosi” tra loro, propagano un’onda sonora in una certa direzione.
Di cosa si occupa la bioacustica nello studio dei versi animali
Come è possibile intuire dal nome, la bioacustica è la scienza interdisciplinare che unisce la biologia con l’acustica. Si occupa dello studio della produzione, trasmissione e ricezione dei suoni da parte degli organismi viventi (uomo compreso). Il suo scopo è comprendere la funzione di questi suoni nella comunicazione animale, nell’ecolocalizzazione (usata ad esempio dai pipistrelli), e nell’interazione generale tra un organismo e il suo ambiente. Studia quindi anche tutti quei versi animali non udibili dall’uomo.
Cosa sono gli infrasuoni e gli ultrasuoni animali
Come abbiamo detto, il suono si propaga con un’onda attraverso un mezzo e quest’onda sonora ha una frequenza di vibrazione misurata in Hertz (Hz). Sopra o sotto un certo valore, questa frequenza non è più percepibile dall’orecchio umano a causa dei suoi limiti fisiologici. L’uomo può percepire un intervallo (range) di frequenze che va, approssimativamente, da 20 Hz a 20.000 Hz (o 20 kHz). Il valore di 20 Hz rappresenta il suono più “basso” (grave) che possiamo percepire, mentre 20.000 Hz è il suono più “alto” (acuto). La gamma degli infrasuoni si riferisce a tutte quelle onde sonore che hanno una frequenza di vibrazione inferiore ai 20 Hz, risultando quindi suoni troppo bassi per essere percepiti dall’udito umano.
Al contrario, la gamma degli ultrasuoni comprende le onde sonore la cui frequenza supera i 20.000 Hz (20 kHz), e che sono quindi troppo alte (acute) per essere udibili dall’uomo. Molti versi animali non udibili ricadono proprio in queste due categorie.
Esempi di versi animali non udibili: un linguaggio ancora da scoprire
Adesso che sappiamo di cosa stiamo parlando, possiamo passare alla scoperta del meraviglioso linguaggio del mondo animale che utilizza frequenze al di fuori del nostro udito, passando inosservato la maggior parte del tempo. Non si tratta sempre di suoni completamente impossibili da rilevare per noi; a volte certi versi animali sfiorano i limiti della percezione umana ma sono, nella stragrande maggioranza dei casi, troppo difficili da sentire chiaramente a causa della situazione ambientale (rumore di fondo, distanza) o a causa della rapida variazione del segnale sonoro.
Topi neonati emettono ultrasuoni non udibili. Foto di Alexas Fotos su Pexels
Topi neonati: ultrasuoni come richiamo materno non udibile
Tra i versi animali non udibili più interessanti abbiamo gli ultrasuoni emessi dai topi neonati. Questi segnali ad alta frequenza hanno una funzione molto simile al pianto del neonato umano: stimolano la madre a cercare e prendersi cura del proprio cucciolo. Sono dunque un vero e proprio richiamo materno. Allo stesso modo, sono versi che esprimono un disagio, molto spesso legato alla fame, al freddo o al dolore. La madre risponde e localizza i propri cuccioli anche utilizzando segnali nella stessa gamma di frequenza. È interessante notare che gli ultrasuoni che emettono in caso di percezione di pericolo sono leggermente più bassi del normale, probabilmente perché così è più facile che altri topi adulti nelle vicinanze li sentano come segnale d’allarme.
Anche le falene comunicano con ultrasuoni, versi animali non udibili. Foto di Erik Karits su Pexels
Falene e pipistrelli: la battaglia degli ultrasuoni per sopravvivere
Così come i pipistrelli utilizzano gli ultrasuoni per l’ecolocalizzazione (localizzare le prede ed evitare ostacoli nel buio), anche molte falene emettono ultrasuoni, ma con scopi diversi: spesso per confondere i pipistrelli predatori ed evitare di essere catturate. Ad esempio, le falene della sottofamiglia Arctiinae (note come “falene tigre”, spesso velenose o sgradevoli al gusto) emettono serie di ultrasuoni simili a dei click. Questi versi animali non udibili fungono letteralmente da avvertimento acustico per i pipistrelli, segnalando il loro sapore disgustoso ed evitando così di essere mangiate (una sorta di “aposematismo acustico”). Alcune specie di falene non tossiche tendono addirittura ad imitare questi suoni (mimetismo acustico) proprio per ingannare e confondere i pipistrelli. Ma oltre alla comunicazione interspecifica (tra specie diverse) volta alla difesa, i click ultrasonici prodotti dalle falene vengono usati anche nel corteggiamento (comunicazione intraspecifica). Certi suoni specifici possono indicare il rifiuto o l’accettazione del partner, e i maschi di alcune specie emettono click ultrasonici per disturbare i segnali dei rivali, entrando così in competizione acustica.
Coccodrilli e alligatori usano infrasuoni non udibili. Foto di Henning Roettger su Pexels
Alligatori e coccodrilli: infrasuoni dalla schiusa alla difesa territoriale
Passando alle basse frequenze, alligatori e coccodrilli sono noti per emettere suoni a bassa frequenza, che spesso scendono sotto i 20 Hz, entrando quindi nel campo degli infrasuoni. Negli adulti, questi potenti versi animali non udibili (o appena percepibili come vibrazioni) hanno diversi scopi: difendere il territorio in cui si trovano da intrusi, attirare un partner durante la stagione riproduttiva e, secondo una teoria ancora dibattuta, potrebbero persino servire a stordire o localizzare le prede vicine tramite le vibrazioni trasmesse in acqua. La cosa forse più affascinante è che la comunicazione inizia prestissimo: i cuccioli cominciano ad emettere versi a bassa frequenza quando sono ancora all’interno delle uova. Questi segnali permettono ai piccoli di sincronizzare la schiusa tra fratelli e, allo stesso tempo, di comunicare con la madre. La madre risponde a questi richiami, aiutandoli a uscire dal nido e prendendosi cura di loro nelle prime, vulnerabili settimane successive alla nascita.
Oltre l’udibile: Il significato dei versi animali nella natura
Ci sono ancora moltissimi animali di cui non udiamo quasi mai il verso, ma le cui vocalizzazioni fanno parte di una complessa e affascinante rete di linguaggio. Questa comunicazione animale, basata su ultrasuoni e infrasuoni, detta regole fondamentali per la sopravvivenza, la riproduzione e l’organizzazione sociale in gran parte del regno animale, operando in un mondo acustico parallelo e in gran parte nascosto ai nostri sensi umani. Studiare questi versi animali non udibili attraverso la bioacustica ci aiuta a comprendere meglio la biodiversità e il comportamento delle specie nel loro ambiente naturale.
Immagine di copertina: di mtmmonline su Pixabay (https://pixabay.com/it/illustrations/audio-onde-sonore-suono-frequenza-3540254/)