L’ebreo con Nancy Brilli al Teatro Diana | Recensione

L'ebreo

“L’ebreo” di Gianni Clementi in scena al Teatro Diana di Napoli dal 29 gennaio al 9 febbraio

La stagione 24/25 del Teatro Diana di Napoli continua e accoglie Nancy Brilli, protagonista de L’ebreo di Gianni Clementi insieme a Fabio Bussotti e Claudio Mazzenga. Prodotto da Società per Attori in collaborazione con Mielemovie, con la regia di Pierluigi Iorio e aiuto regia di Federico Le Pera, con scene di Alessandro Chiti, costumi di Josè Lombardi e luci di Javier Delle Monache.

L’ebreo: la sinossi

Marcello e Immacolata Consalvi vivono nel lusso di un appartamento situato nel ghetto ebreo di Roma e apparentemente nulla sembra turbare la loro serenità. Tuttavia, le proprietà che posseggono non sono frutto delle loro fatiche: tredici anni prima i due coniugi diventano intestatari di quattro appartamenti e due negozi del loro Padrone ebreo, catturato e deportato in Germania, ritrovandosi ricchi da un giorno all’altro.

Il timore causato dal ritorno del Padrone, che era stato ormai considerato morto, spingerà Immacolata a coinvolgere il marito a macchiarsi di orribili reati, trascinando entrambi in un’escalation di violenza senza via d’uscita.

Pagine di storia da non dimenticare

Ambientato a metà degli anni Cinquanta (1956), lo spettacolo mette in luce una delle pagine più buie della storia umana.

Nel 1938 vengono approvate le leggi razziali in Italia e, tra i tanti provvedimenti emanati ai danni degli ebrei, figurava l’esproprio di beni e proprietà: per il Padrone, il fidato ragioniere del suo negozio di stoffe, Marcello Consalvi, è il prestanome perfetto a cui intestare i suoi averi.

Intestare tutto al suo dipendente gli avrebbe concesso la possibilità di coltivare la speranza di poter entrare nuovamente in possesso dei suoi beni in seguito, quando le acque si saranno calmate.

Gli anni passano e la guerra è ormai finita ma del Padrone non si vede neanche l’ombra, fino a quando non lo sentono bussare alla loro porta. È l’inizio della fine: i due, sconvolti e in preda al panico, trascorrono intere giornate da reclusi in casa, abbigliati con dei pigiami a righe che ricordano quelli indossati dagli ebrei internati nei campi di concentramento.

Ricchezza e potere

Come specificato dal regista Pierluigi Iorio nelle note di regia, il Padrone ebreo è un “personaggio continuamente citato, mai fisicamente presente in scena”: risulta una presenza evanescente, gli spettatori non lo vedono e pertanto resta il dubbio se non sia soltanto una suggestione dei due coniugi, il primo tormentato nella coscienza, e la seconda angosciata dall’idea di una regressione sociale ed economica, ritenuta inaccettabile per le sue elevate ambizioni.

Sono proprio denaro e potere i leitmotiv di questa pièce. La diabolica Immacolata, di nome ma non di fatto, è una vera e propria femme fatale: sensuale ma crudele, la signora Consalvi è un’arrampicatrice sociale, disposta a tutto pur di preservare il tanto agognato status, considerato quasi un sogno, allo scopo di “farlo diventare solida realtà”.

Con l’interpretazione impeccabile di Nancy Brilli, L’ebreo, in scena al Teatro Diana di Napoli dal 29 gennaio al 9 febbraio, è una commedia noir dai temi purtroppo ancora amaramente attuali, che esplora le nefandezze dell’animo umano.

Fonte immagini: Ufficio stampa

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A proposito di Francesca Arfè

Laureata in Lingue e Culture Comparate, attualmente studentessa magistrale di Lingue e Letterature Europee e Americane. Bilancia ascendente Acquario con la testa tra le nuvole e il naso tra i libri. Dispensa consigli di lettura agli indecisi sul suo profilo Instagram @chicchedilibri. Cofondatrice di #PagineDaYamato, gruppo di lettura su Telegram dedicato al Giappone in tutte le sue sfaccettature.

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