Reggi qui un attimo al teatro Sala Ichòs | Recensione

reggi qui un attimo

La compagnia Eva & Lola, sabato 17 maggio 2025 alle ore 21.00 presenta al Teatro Sala Ichos di S. Giovanni a Teduccio lo spettacolo “Reggi qui un attimo”, in scena con la straordinaria interpretazione di Patrizia Eger e Maria Strazzullo, accompagnata dall’esecuzione musicale del maestro Sergio Mautone, e grazie al contributo artistico di Claudio Badii, Clelia Moscariello e Monica Scoppa.

Le voci dell’amore: note, parole e confessioni in scena 

Cosa succede quando sul palco si incontrano musica, parole e un tema universale come quello dell’amore? Nasce uno spettacolo a metà tra un concerto intimo e una conversazione confidenziale tra amiche. Reggi qui un attimo è tutto questo: un viaggio all’insegna della scoperta di tutte le sfaccettature dell’amore. Attraverso la voce recitata e cantata delle due attrici e grazie all’accompagnamento musicale del maestro, le due donne sviluppano, con leggerezza ed ironia, un palinsesto in cui si articola la messa in scena delle espressioni più disparate che l’amore può assumere nel corso del tempo.

Si comincia parlando di amori idealizzati e poi svaniti, di legami che hanno resistito al trascorrere degli anni, di lettere d’amore scritte e mai spedite, rimaste chiuse in un cassetto. E poi, si riflette sugli effetti dei rapporti modellati dalla contemporaneità digitale odierna, ma anche sull’amore viscerale per la propria terra, per le proprie radici, per ciò che ci definisce. Il racconto si snoda tra aneddoti, pensieri e confessioni, accompagnato dalla tradizione della musica classica napoletana – con brani di autori come Raffaele Viviani e Giuseppe Capaldo – che diventa colonna sonora e controcanto emotivo.

Reggi qui un attimo: il peso leggero delle emozioni condivise

Servendosi di piccoli cambi di scena che alternano i vari episodi di narrazione, le due attrici mostrano chiaro il loro intento: suggerire una trasformazione continua, in cui ogni emozione risulta immersa in un frammento unico ed irripetibile, così come accade per ogni persona che incrociamo sul nostro cammino e per ogni relazione che instauriamo con essa. Il titolo, “Reggi qui un attimo”, si ispira alla figura mitologica di Atlante e rappresenta un invito simbolico a posare, anche solo per un attimo, il peso del mondo interiore che talvolta ci può affaticare. È un gesto semplice, quasi quotidiano, che però racchiude il bisogno – e forse il diritto – di condividere le proprie paure e i propri segreti, quei fardelli soprattutto più invisibili agli occhi altrui.

Il risultato è un continuo dialogo tra suoni e parole, dove la leggerezza non esclude mai la profondità; un invito a riconoscere quanto ogni amore, anche il più nuovo, porti con sé le tracce di quelli passati e tenti, in qualche modo, di rianimarli, di trasformarli. Reggi qui un attimo è uno spettacolo che fa sorridere, pensare e, soprattutto, sentire. Perché l’amore – in tutte le sue forme – resta sempre uno dei quesiti più complessi che ci poniamo. E forse, anche uno dei pochi che vale la pena continuare a esplorare

Fonte immagine: Ufficio stampa

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