Ryan Trahan, perché la sua serie 50 Stati in 50 giorni è un capolavoro

Ryan Trahan, perché la sua 50 Stati in 50 giorni è un capolavoro

Con i video della sfida “50 stati in 50 giorni” lo youtuber Ryan Trahan sta rivoluzionando la piattaforma, di nuovo.

I video di Ryan Trahan, la cura per un Youtube malato

Ammettiamolo: negli ultimi 5 anni, YouTube ha girato a vuoto. La piattaforma era diventata monotona, stantia, la corsa all’ottimizzazione e allo shock che aveva tolto anima ai contenuti. Poi, è arrivato Ryan Trahan e ha fatto una cosa apparentemente semplice: ha ricominciato a raccontare storie. E lo ha fatto nell’unico modo che conosce: genuino, buffo e autentico. Non è un caso, quindi che il nuovo format, “50 stati in 50 giorni”, sia uo dei punti più alti mai raggiunti da YouTube USA. 500 milioni di visualizzazioni ma soprattutto gli oltre 4 milioni di dollari raccolti, ad oggi (giorno 33), per St. Jude ne sono la prova definitiva: l’autenticità converte, intrattiene ed emoziona.

Le regole della sfida

Ma come funziona esattamente questa sfida? Il format si basa su tre regole :

  • 1) Deve pernottare in 50 stati americani in 50 giorni. Non basta attraversare un confine, deve fermarsi e passarci la notte. Un incubo logistico, reso ancora più complesso dalla costante minaccia della Wheel of Doom.
  • 2) Deve trovare e incoronare il miglior Airbnb d’America. È la sfida nella sfida. Il pernottamento non avviene in un motel a caso, ma in alloggi unici, assurdi o futuristici che diventano essi stessi protagonisti dell’episodio. 
  • 3) Deve completare la sfida con sua moglie e migliorare amica, Haley. 

La vera mission del viaggio: aiutare St. Jude

La sfida logistica e creativa è solo il motore, ma la vera destinazione del viaggio è un’altra: raccogliere fondi per il St. Jude Children’s Research Hospital. E la missione sta superando anche le più rosee aspettative (il goal iniziale era di un milione), con una media di circa 200.000 dollari di donazioni quotidiane. Perché proprio quest’ospedale? L’istituzione di Memphis è un simbolo di speranza. Il suo principio fondante è rivoluzionario: nessuna famiglia paga. Mai. Per le cure all’avanguardia, i viaggi o l’alloggio. Scelta migliore, quindi, non poteva essere fatta. Un’idea condivisa anche dai suoi spettatori, che stanno sostenendo la sua raccolta fondi con entusiasmo. Scorrendo tra i donatori principali ci sono nomi grossi e brand che devolvono cifre da capogiro. La vera magia, però, è un’altra: il fiume in piena composto da migliaia di persone comuni. È una community che si sente parte attiva della sfida, e lo dimostra in ogni modo possibile.

La Wheel of Doom ed altri espedienti  

Come si innesca una reazione a catena di questa portata? Con una strategia che è un capolavoro di interattività. Il suo motore è la “Wheel of Doom”, un meccanismo diabolico che funziona così: per ogni donazione da 50.000 dollari, Ryan e Haley devono interrompere tutto, ovunque si trovino, estrarre la valigetta che la contiene e girarla sul posto. Ogni segmento della ruota corrisponde a una penalità precisa, come essere costretti a navigare senza telefoni (Airplane Mode) o doversi separare per raggiungere la tappa successiva (The Split). Questo generatore di suspense dà al pubblico il potere di influenzare le vicende e ha attirato l’attenzione di figure come MrBeast, lo chef Nick DiGiovanni, Dhar Mann e Doctor Mike, che con i loro interventi hanno, di fatto, consacrato Ryan nuovo youtuber di punta.

La libertà dei limiti: una formula perfezionata nel tempo

Questa complessa architettura non è un colpo di fortuna, ma il risultato di anni di sperimentazione. Ryan Trahan non è nuovo a queste sfide virali con uno scopo benefico. La sua celebre Penny Series, in cui ha attraversato l’America partendo da un solo centesimo per beneficenza, era già un masterclass su questo principio fondamentale: i vincoli creativi non limitano, ma liberano.

La sfida “50 stati in 50 giorni” è la massima evoluzione di quella filosofia. Le regole ferree e i limiti apparentemente impossibili lo costringono a interagire con il mondo in modi imprevedibili, a trasformare ogni problema — una gomma a terra, un ritardo, una penalità della ruota — in un punto di svolta narrativo. Le sue sotto-missioni, come correre almeno un miglio in ogni stato o trovare le sue caramelle Joyride, sono la versione ridotta di questo metodo. Non sono semplici riempitivi, ma moltiplicatori di storie. Le restrizioni, per lui, non sono un mai state un blocco quanto piuttosto un acceleratore di creatività.

Il fattore umano di Ryan Trahan: l’antidoto alla perfezione

Nessuna di queste strategie funzionerebbe senza il vero centro di gravità del progetto: Ryan stesso. In un’era di “MrBeastification”, dove tutti inseguono l’epica, lui sceglie l’umano. La sua goffaggine, la sua autenticità e il legame con Haley sono l’antidoto a un mondo di contenuti patinati. Non mette in scena un film d’azione; condivide un viaggio, con tutta la fatica e la gioia che comporta. Ed è per questo che piace così tanto. 

Ryan Trahan: un nuovo standard per l’intrattenimento

Alla fine, la conclusione è una sola. Ryan Trahan non ha creato semplicemente una serie virale. Ha progettato un ecosistema dove intrattenimento, filantropia e business si alimentano a vicenda in modo perfetto. Dimostra che il successo non si misura in visualizzazioni, ma nell’impatto che si genera. In pratica, ricorda a tutti cosa può, e dovrebbe, essere YouTube.

Per entrare a far parte di questa splendida serie e sostenere il lavoro di St. Jude, il link è qui: https://50-states-in-50-days.experience.stjude.org/

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A proposito di Marcello Affuso

Direttore di Eroica Fenice | Docente di italiano e latino | Autore di "A un passo da te" (Linee infinite), "Tramonti di cartone" (GM Press), "Cortocircuito", "Cavallucci e cotton fioc" e "Ribut" (Guida editore)

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