In Bleach, l’immortalità non è mai una conquista da celebrare, ma una maledizione che si insinua nei personaggi più ambiziosi e li trascina sempre più lontano da ciò che li rende umani. L’anime e il manga di Tite Kubo, tra battaglie mozzafiato e trasformazioni iconiche, raccontano anche cosa succede quando qualcuno decide di sfidare la morte. Al centro di questa riflessione ci sono personaggi molto diversi tra loro, ma legati da un solo filo comune: l’immortalità. Alcuni lo fanno per paura, altri per orgoglio eppure nessuno ne esce davvero vincitore. In Bleach, chi insegue l’immortalità finisce quasi sempre per perdere di vista chi era, arrivando ad essere qualcuno di irriconoscibile. La morte, che dovrebbe far paura, diventa paradossalmente il confine che protegge ciò che rende umani: le emozioni, la consapevolezza che il tempo è limitato. L”immortalità in Bleach non è condanna per moralismo, ma per la sua visione vuota, senza fine, e accettare la fine, spesso è l’unico modo per dare valore a tutto il resto.
Mayuri Kurotsuchi
In Bleach, Mayuri è uno di quei personaggi che fanno parecchio discutere. Parte della Soul Society, combatte per salvare il mondo, eppure ogni volta che entra in scena lascia quasi un senso di disagio, non solo per l’aspetto bizzarro o per il modo teatrale con cui si presenta, il problema è che non ragiona come gli altri. Per lui ogni cosa è un esperimento, ogni persona è un potenziale soggetto da analizzare. Mayuri non combatte per giustizia o altruismo, ma la sua unica vera motivazione è la conoscenza: capire, scoprire, superare i limiti imposti dalla natura, dal corpo, dalla morte. Mayuri non cerca l’immortalità nel modo classico, non vuole diventare eterno per paura di morire, quello che vuole davvero è non smettere mai di evolversi. Cambia il suo corpo, lo modifica, lo ricostruisce come fosse una macchina e ogni battaglia per lui è una nuova occasione per testare qualcosa di diverso, anche e soprattutto su sé stesso. E ogni volta lascia la sensazione che, se solo il suo interesse fosse altrove, potrebbe facilmente diventare il peggior nemico possibile. Ma nonostante il suo atteggiamento spesso crudele e privo di empatia, resta un membro importantissimo per la Soul Society, contribuendo in modo decisivo alla vittoria contro i nemici; a modo suo. Definirlo cattivo non è del tutto corretto, perché lui non odia o distrugge per rabbia, ma neanche lo si può chiamare buono. Non conosce il concetto di pietà, e spesso tratta gli altri come strumenti: il rapporto con Nemu, creata in laboratorio da Mayuri stesso, basta per capire quanto sia distante da qualsiasi affetto umano. Mayuri è letteralmente un esempio perfetto di quanto Bleach sia capace di creare figure complesse e profonde.

Aizen Sōsuke
Aizen non perde mai il controllo, parla con calma guardando tutti dall’alto, facendo sembrare ogni sua mossa parte di un piano molto più grande; e così è. Sin dall’inizio, Aizen dimostra che la Soul Society con le sue regole e gerarchie, gli sta stretta, e l’idea che esista un Re Spirito da venerare, un sistema da rispettare, non lo hanno mai convinto. Vede un mondo pieno di limiti guidato da figure deboli, e per questo decide di cambiare tutto puntando in alto, vuole qualcosa che non dipende da nessuno. Il suo obiettivo non è semplicemente vivere per sempre, l’immortalità per lui, infatti, è solo un mezzo: quello che cerca davvero è il controllo totale, la possibilità di riscrivere le regole. E quando si fonde con l’Hōgyoku, un oggetto che realizza i desideri più profondi, comincia a trasformarsi in qualcosa che non è più del tutto umano. Eppure, Aizen non è spinto dall’odio, semplicemente pensa di essere l’unico abbastanza lucido da vedere quanto tutto sia sbagliato. E che per questo si sente in diritto di decidere per tutti. E in Bleach è sicuramente il personaggio più pericoloso di tutti, dietro ogni suo gesto c’è una logica fredda, elegante e soprattutto quella calma disarmante.
Fonte immagine: Wikipedia (di Alexdevil)
Yhwach
Un re con un’idea ben precisa, il suo piano non punta solo al dominio, ma a qualcosa di molto più radicale: cancellare la morte per sempre. Proprio con Yhwach, l’idea di Immortalità in Bleach è resa al massimo: la morte è una debolezza, un errore che va corretto. Per questo Yhwach vuole unificare tutti i mondi — quello umano, quello degli Hollow e la Soul Society — in una sola realtà eterna, dove la fine non esiste. Un mondo dove nessuno muore potrebbe anche sembrare un buon piano per qualcuno, ma è proprio qui che il suo sogno si trasforma in incubo. In un mondo dove nulla finisce, tutto perde significato, ogni cosa diventa vuota: la libertà sparisce e l’umanità si spegnerà lentamente. Yhwach vuole che tutto il mondo si pieghi a questa idea che lo vogliano o no, e di conseguenza, chi si opporrà verrà cancellato senza esitazione.
Fonte immagine: Crunchyroll
Tre visioni completamente diverse, ma che raccontano la perdita del loro lato umano e la costante ricerca dell’immortalità. Non tutti sanno che in realtà l’anime di Bleach: Thousand-Year Blood War è ancora in corso, e continua a esplorare i tre personaggi in maniera molto approfondita. Le nuove puntate, infatti, stanno seguendo l’arco finale del manga, che rappresenta il punto più alto e oscuro della serie. Chi ha letto il manga sa già come stanno proseguendo gli eventi; l’anime, con il suo ritmo più lento, sta invece offrendo anche contenuti aggiuntivi che arricchiscono la narrazione. E proprio in questa fase finale, Mayuri, Aizen e Yhwach tornano a farsi protagonisti.
Fonte immagine di copertina: Crunchyroll