Soap opera europee, un genere che resiste: Tempesta d’amore lo dimostra

La TV lineare è accerchiata dallo streaming, ma le soap quotidiane continuano a produrre puntate come se nulla fosse. Tempesta d’amore – 4430 episodi girati in vent’anni negli studi Bavaria di Monaco, rinnovo garantito fino al 2027 – è solo la punta dell’iceberg di un modello industriale che non si arrende alle nuove abitudini di visione.

In Europa l’appuntamento fisso con la fiction quotidiana nasce prima ancora delle piattaforme. Nel Regno Unito Coronation Street va in onda dal 1960 e oggi mantiene lo status di soap più longeva al mondo, pur affrontando critiche feroci per trame sempre più “crime” e per i tagli imposti dal budget di ITV.

Costi bassi, ritmo altissimo

L’economia della soap opera si basa su una struttura produttiva estremamente efficiente, caratterizzata da set permanenti, troupe di dimensioni ridotte e un’organizzazione che consente di realizzare un intero episodio al giorno. Un esempio significativo è dato da Bavaria Fiction, che adotta un sistema innovativo con un doppio team di regia: uno impegnato nelle riprese in studio e l’altro dedicato alle scene in esterna. Questo approccio permette a una serie come Tempesta d’amore di andare in onda con un tempo di lavorazione di appena poche settimane, garantendo un ritmo serrato e costante nella produzione.

La svolta vera per le soap è arrivata quando hanno iniziato a viaggiare oltre i confini. In Italia Tempesta d’amore sbarca su Canale 5 nel giugno 2006, poi trasloca su Rete 4 l’anno dopo e da allora presidia la fascia mattutina prima di pranzo. Il doppiaggio fa la differenza: la voce del dottor Michael, affidata ad Andrea Zalone, trasforma una storia bavarese in qualcosa che suona subito familiare al pubblico italiano.

Numeri che restano solidi

Trasferita nella fascia dell’alba, la soap tedesca raccoglie attualmente un pubblico compreso tra i 200 e i 280 mila spettatori, con uno share oscillante tra il 5% e il 7%. Nonostante questi numeri modesti, per Rete 4 rappresentano ancora una solida certezza all’interno del palinsesto, grazie ai costi di produzione estremamente contenuti e a un pubblico fedele che continua a seguirla con costanza.

Il punto centrale, tuttavia, non è tanto il dato quantitativo quanto quello relativo alla composizione del pubblico. Uno studio che analizza le abitudini di consumo tra i giovani europei evidenzia come gli under-35 mostrino una chiara preferenza per lo streaming, rispetto ai tradizionali broadcaster pubblici o free-to-air. Questo cambiamento generazionale lascia il genere delle soap opera prevalentemente nelle mani di un’audience più anziana, che si conferma la principale sostenitrice di questi prodotti televisivi.

Tentativi di riforma

Non a caso ARD aveva annunciato di dimezzare la durata di Tempesta d’amore a 25 minuti, scelta poi revocata dopo le proteste dei fan e delle affiliate regionali: ridurre la soap avrebbe liberato palinsesto, ma avrebbe indebolito un prodotto che garantisce ancora share superiori al 20 per cento nella fascia pomeridiana tedesca.

Che la soap sia viva lo conferma anche Plus belle la vie, chiusa da France 3 nel 2022 e resuscitata da TF1 l’8 gennaio 2024 con il sottotitolo Encore plus belle. Il rilancio ha portato la serie direttamente sulla piattaforma TF1+ oltre che in TV, segno che l’integrazione lineare-on-demand è ormai obbligatoria.

Crisi britannica e questioni di budget

Nel Regno Unito, invece, ITV valuta tagli drastici: The Sun parla addirittura di un possibile sacrificio di Emmerdale per salvare Coronation Street, mentre gli attori storici lasciano il set in cerca di guadagni migliori sui social e nelle serie premium.

Mentre i parlamenti europei discutono di un “streaming levy” che obblighi Netflix & Co. a finanziare le produzioni locali, i produttori di soap puntano su episodi più brevi, delivery multipiattaforma e operazioni nostalgia. Tempesta d’amore, con il suo formato inalterato e la capacità di generare ascolti affidabili in due Paesi diversi, mostra che la lunga serialità quotidiana può sopravvivere anche nell’ecosistema digitale, a patto di sapersi vendere come contenuto sempreverde, modulabile, economico.

Le soap non sono un residuo del passato. Finché riusciranno a mantenere costi bassi, a riciclare ambienti e a parlare ogni giorno al proprio zoccolo duro, continueranno a essere la spina dorsale di molte reti generaliste. Tempesta d’amore, che in Italia taglia il traguardo dei vent’anni nel 2026, è la prova pratica di questa resilienza.

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