Linda Villano si racconta e guida l’innovazione con le auto

Abbiamo raggiunto e intervistato Linda Villano, ragazza 26enne di Torino dalla determinazione sabauda, che vuole provare attivamente a cambiare le cose nel campo della sostenibilità e della parità di genere. Aspetti per cui – insieme ad AIDA, la sua associazione – è stata inserita da Forbes Italia 2025 nella lista delle 100 donne italiane più influenti. Qui sotto si racconta per voi lettori di Eroica Fenice.

Gli inizi: la passione per l’auto e il design

Ciao Linda, che percorso di studi hai fatto per arrivare in una posizione così importante a un’età comunque precoce per tutto ciò che già rappresenti?

Ho studiato al liceo artistico Aldo Passoni di Torino e poi Transportation Design allo IAAD di Torino: questo mi ha permesso di prendere un diploma che equivale a una laurea triennale. Sono sempre dell’idea che gli studi non vadano a gratificare una persona o a definire quanto questa sia amante della cultura e della conoscenza, né quanto abbia la volontà di distinguersi in qualche modo. Quello che mi ha portata a questo successo e impatto è soprattutto la mia grandissima fame. Secondo me è una caratteristica comune tra i designer, perché di base siamo tutti creativi.

Seguo molto la frase “la creatività nasce con l’esperienza” e l’esperienza la fai con la curiosità. Magari dedicare una domenica pomeriggio a visitare un museo ti porta ad essere più consapevole di cosa sia l’arte; se vado al cinema e guardo un film, riprendo degli aspetti che mi fanno pensare o inventare qualcosa: è tutto frutto dell’esperienza. Non è stata quindi la scelta della scuola a determinare ciò che sto vivendo adesso, ma il modo in cui ho deciso di affrontare gli studi e tutto ciò che è arrivato dopo.

Da dove nasce la passione per il design?

Tutto nasce dalla passione che ho avuto fin da piccola, ovvero disegnare. Disegnavo ciò che vedevo – ho ancora i disegni conservati – ad esempio facevo una patata ispirata alla canzone dei Superman Lovers, imitavo ciò che vedevo e questa cosa me la sono poi portata avanti negli anni. Al momento della scelta del liceo ho optato per l’artistico e lì mi sono resa conto di quanto mi piacessero tutte le arti. Poi, ovviamente, ho dato un significato più lavorativo al mondo dell’arte. Come si dice “l’arte fa delle domande, il design dà delle risposte”, motivo per cui ho scelto la seconda strada e successivamente mi sono appassionata al design.

E invece quella per le automobili?

La passione per le automobili nasce di nuovo per pura curiosità. Quando ho iniziato a studiare design – soprattutto al liceo, quando sei una spugna – ti appassioni tantissimo e ti intriga la storia del design, il come nasca la distribuzione di massa di oggetti meravigliosi dove coesistono forma e funzione. La macchina è un oggetto complesso, meraviglioso, fatto su misura per l’uomo. Più il tempo passa e più questo oggetto diventa sempre più simile a noi.

Così mi sono appassionata sempre di più all’auto e ho deciso di intraprendere questo percorso scegliendo lo IAAD per studiare Transportation Design, così da imparare a progettare un oggetto così complesso. Durante questo percorso di studi ho conosciuto Davide Lorenzone, mio docente di Storia del Design dell’Auto, e da lì ho iniziato a collaborare con il Museo Nazionale dell’Automobile. Approfondendo la storia dell’automobile, scoprendo cose nuove ed aneddoti, me ne sono innamorata sempre di più.

Linda Villano durante una presentazione della sua attività
Linda Villano durante una presentazione della sua attività

AIDA: un progetto per la parità di genere nell’automotive

Sei Creative Designer, ESG Ambassador e fondatrice dell’Associazione Italiana Donne per l’Automotive (AIDA): qual è l’obiettivo di tutti questi ruoli?

L’obiettivo di queste tre figure che rappresento è cercare di creare un impatto – possibilmente positivo – attraverso ciò che faccio. Applico la metodologia che ho appreso e con cui mi sono formata sia per creare grafica e comunicazione, sia per sviluppare percorsi di sostenibilità per le imprese, sia per generare un impatto sociale. Cerco di integrare criteri e principi di sostenibilità che riguardano sia la parte sociale che di governance. Il mio obiettivo è arrivare un giorno a dire “ho aiutato tante imprese a raggiungere la parità di genere” e questo mi renderebbe soddisfatta.

Questa è anche una sorta di rivalsa verso la disparità di trattamento di genere in questo mondo?

“Ciò che non ti uccide ti fortifica” è un po’ il mio motto e sì, sicuramente lo è. Non voglio parlare di cose negative, ma a tutte, in qualsiasi ambito, capitano momenti in cui si sente la disparità di genere: succede ovunque. L’ambito dell’automotive è molto maschile, a volte maschilista, e da una debolezza è nata una forza. Voglio spronare le donne a farsi forza, fare squadra e aiutarci tra noi.

Oltre a Torino il tuo progetto, incredibile per la forza con cui si sta sviluppando, è presente o punta ad essere presente anche in altre località d’Italia?

Questo progetto mi piacerebbe portarlo ovunque, in Italia ma anche all’estero. Non solo a Torino, anche se è bello essere partiti da qui perché Torino è ancora la città dell’auto, anche se si è trasformata. Vorrei portarlo in tutta Italia, anche perché l’associazione è italiana e il suo valore è arrivare ovunque, collaborando con altre associazioni e coinvolgendo sempre più persone.

A questo proposito, se una ragazza – o anche un ragazzo – volesse entrare attivamente nella tua associazione AIDA, come dovrebbe fare?

Per entrare nell’associazione basta contattarci sul sito associazioneaida.it e iscriversi tramite form. C’è una quota d’iscrizione simbolica che per l’anno corrente è di 20 euro. Possono iscriversi sia ragazze che ragazzi perché l’associazione è assolutamente inclusiva.

Il riconoscimento di Forbes e gli impegni futuri

Come ci si sente a essere inserite nella lista delle 100 donne italiane più influenti per Forbes? Ti senti un esempio per le altre donne?

La sensazione è incredibile, ma a differenza di quello che si può pensare io vivo questa cosa in maniera molto normale: per me è stato un regalo meraviglioso che ha premiato sacrifici, intraprendenza e voglia di mettersi in gioco creando un ponte per unire le donne. La cosa che mi rende più orgogliosa è far parte di quelle 100 donne che stanno portando un cambiamento. Questa è un’altra delle mie frasi preferite: mi piace sentirmi parte di questo cambiamento e portarlo anche alle altre donne.

So che nel weekend sei stata impegnata con uno dei tuoi progetti: che riscontro c’è stato? È stata piacevole come esperienza?

Assolutamente sì. Siamo state super impegnate io e le mie collaboratrici, in particolare Ilaria Bruno e Maria Paola Stola, che fanno parte del board. In questo fine settimana siamo state coinvolte come associazione sia al Salone Auto Torino sia al Festival Car di Revigliasco, che è il secondo concorso di eleganza in Italia certificato FIVA da pochissimo. Abbiamo organizzato tante attività, di cui siamo rimaste entusiaste: ad esempio abbiamo portato in piazza, nei Giardini Reali, uno stand semplice con tavoli e sedie dove invitavamo i passanti a disegnare, promuovendo così la cultura dell’auto e il design. Abbiamo anche incontrato figure esperte di fashion design ed è stato bello perché c’era una parte internazionale.

Linda Villano durante l'edizione del Festival Car 2025.
Linda Villano durante l’edizione del Festival Car 2025.

Abbiamo ospitato due designer molto famosi, Chris Bangle e Roberto Giolito: un’opportunità grandiosa per noi come associazione e per lo IAAD, che si contraddistingue per applicare i principi di responsabilità sociale a ciò che è pura passione e design. Dobbiamo ringraziare Andrea Levy, che sta lavorando molto con noi su questi temi. Al Festival Car abbiamo partecipato al concorso di eleganza con un’auto che ci è stata gentilmente prestata, una Bianchi unica al mondo della collezione Gardini, che avevamo già presentato al Milano Monza Motor Show. Ho avuto poi l’onore di premiare una Lancia Flaminia con il premio dedicato a Paolo Farina. La nostra presenza è stata ben accolta e richiesta, poiché ci stiamo distinguendo nel normalizzare la presenza delle donne in questo ambito. Il riscontro è stato meraviglioso: tutte le persone che sono passate erano entusiaste.

Obiettivi e un consiglio per le nuove generazioni

Per il prossimo futuro che obiettivi hai? E un sogno?

Il mio obiettivo è riunire più uomini e donne possibili che possano aiutarci e rappresentarci, sostenendo il nostro lavoro. Non voglio chiamarla lotta o guerra: lavoriamo con il positivo, non con il negativo, anche se quest’ultimo c’è e va contrastato. Questa estate, lanciando la lanterna dei desideri, mi sono resa conto che in questo momento non saprei cosa chiedere. Ho tanti obiettivi, ma tutti raggiungibili. Se proprio posso esprimere un desiderio sarebbe viaggiare con un’auto storica, la Citroen DS, insieme ai miei genitori, perché sono esperienze che io vivo ma loro non hanno vissuto. Vorrei anche viaggiare di più e, un giorno, non dover sempre correre ma godermi il bene che la vita offre.

Un consiglio a tante ragazze che studiano e hanno il sogno di creare qualcosa di simile a quello che hai fatto tu?

Il consiglio che posso dare è di non avere paura, di non commettere l’errore – molto comune tra le donne – di non chiedere aiuto. Collaboro quotidianamente con le donne e ciò che vorrei dire a una ragazza più giovane è di unirsi a noi: tutto diventa semplice se c’è spirito di associazionismo. In generale dico: non abbiate paura, ma abbiate piuttosto coraggio, tanta curiosità e lasciatevi ispirare. Bisogna poi prefissarsi degli obiettivi e cercare di raggiungerli con tutte le proprie forze.

Grazie mille Linda per il tempo che ci hai dedicato, per ciò che fai attivamente e per tutta la passione che ci metti nel farlo. Le persone possono cambiare le cose con impegno e duro lavoro e tu ne sei la dimostrazione. Noi di Eroica Fenice, dunque, ti facciamo un grande in bocca al lupo per tutti i traguardi che vuoi raggiungere in futuro.

Fonte immagini: fornite dall’intervistata

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