Nei primi giorni di luglio, rispettivamente 4 e 5, lo storico Castello Svevo di Termoli si è trasformato in un vero e proprio palcoscenico di eccellenze locali: L’Heritage WineFest arriva nel cuore del borgo antico Termolese. Il tema centrale dell’evento, che giunge alla sua quarta edizione, è quello dell’identità territoriale. Il percorso è suggestivo: degustazioni, racconti, prodotti artigianali e musica, una vera e propria manifestazione che è riuscita ad unire passato e presente in un brindisi collettivo.
Il WineFest come radice per il futuro
Qual è l’obbiettivo principale dell’evento? Valorizzare il patrimonio vitivinicolo e gastronomico delle regioni dell’Italia centrale, ossia Abruzzo, Molise e Puglia. La cultura vitivinicola è tutta da scoprire: oltre che a vini dell’area, sono presenti anche calici con uva veneta, da sorseggiare a due passi dal Castello Svevo, imponente custode della storia termolese. Quest’ultimo ha accolto produttori, artigiani e visitatori da tutta Italia, addensandolo da un’atmosfera conviviale e autentica. Non si tratta, dunque, solo di un evento enologico ma, soprattutto, di un progetto culturale che mette al centro la filiera corta.
Gli artigiani locali gridano: la qualità vale più di qualsiasi globalizzazione
Le bancarelle sono bellissime, tra le più significative troviamo quella dedicata all’olio extravergine, al patè di olive e ai pomodori secchi che ha portato alla luce una realtà sempre più diffusa, ma preoccupante: molti prodotti considerati “italiani” oggi in commercio, provengono in realtà dall’estero. La frase pronunciata da un artigiano è chiara:
“Noi lavoriamo con materia prima locale, ma è difficile competere con chi importa a basso costo e abbassa anche i prezzi al dettaglio”
Tutto ciò ci racconta una denuncia che richiama l’urgenza di proteggere i piccoli produttori e, soprattutto, di estendere l’educazione dei consumatori spingendoli a scegliere consapevolmente.
“Artigian Salumi”: dal 1982, non solo il vino
Un’altra voce che è risultata molto significativa è quella della Artigian Salumi: è una storica salumeria attiva dal 1982, portando a Termoli un assortimento di prodotti tipici, quali: capocollo, pancetta, lonza e salsiccia stagionata.
“Noi lavoriamo solo carne di qualità e nostrana, senza compromessi”
Il messaggio è chiaro e tondo, con il coraggio di esaltare un’epoca in cui la tradizione rischia di soccombere sotto il peso della produzione industriale di massa.
I vini del WineFest raccontano la terra: la testimonianza di Paquale Fusco
Uno dei protagonisti della serata è Pasquale Fusco, sommelier italo-americano, che ha guidato diverse degustazioni raccontando con passione la provenienza dei vini esposti:
“Il vino è arte, passa da un percorso che intreccia tutte le regioni di Italia, da Nord a Sud”
Data la sua grande esperienza, è visibilmente fondamentale restituire valore alle cantine familiari e alle piccole aziende vinicole. La biodiversità delle regioni dell’Italia centrale è autentica: i sapori sono ancora tutti da scoprire appieno.
E infine? I Wild Sound e il brindisi alle radici incantano il WineFest
La serata si conclude con stile: l’esibizione dei Wild Sound nel cuore del centro è poetica. Questi ultimi hanno saputo unire ritmi contemporanei e spirito tradizionale in una performance cool. Lo fanno nel cuore del borgo vecchio, a due passi dal mare. La musica, a nostro avviso, ha dato voce all’anima di Termoli, arricchendola di energia e partecipazione.
L’Heritage WineFest si conferma, dunque, più di una semplice fiera: è un atto di amore. Questo perché, l’energia sprigionata da ogni bancarella, da ogni artigiano e da ogni passante è un’occasione per tornare a scegliere con coscienza, per conoscere chi c’è dietro ogni etichetta o fetta di salume. I vini sono sinceri e, a Termoli si respira aria di prodotti autentici, dove si brinda sia alla memoria che al futuro, nel segno di un’identità che resiste e che, ancora oggi, sa emozionare.
Fonte dell’immagine in evidenza: OneEventi https://www.oneeventi.it/heritage-wine-fest