La produzione dell’acciaio: come funziona l’altoforno

La produzione dell’acciaio: l’altoforno

Scopri come funziona la produzione dell’acciaio. Articolo scritto in collaborazione con stainlesseurope.it

L’acciaio è una lega metallica composta principalmente da ferro e carbonio, la cui percentuale non supera generalmente il 2%. La produzione dell’acciaio avviene principalmente attraverso due processi distinti: il ciclo integrale da minerale di ferro e il ciclo da rottame di ferro riciclato. Sebbene la conoscenza di leghe ferrose affondi le radici nell’antichità, è stata la rivoluzione industriale a introdurre le tecnologie che hanno portato ai moderni e sofisticati processi siderurgici.

Le due vie per la produzione dell’acciaio a confronto

Caratteristica Descrizione dei cicli produttivi
Materie prime Ciclo integrale: Minerale di ferro, coke siderurgico e calcare.
Ciclo da rottame: Rottami ferrosi (acciaio riciclato).
Impianti principali Ciclo integrale: Altoforno e convertitore a ossigeno (LD).
Ciclo da rottame: Forno elettrico ad arco (EAF).
Prodotto intermedio Ciclo integrale: Ghisa liquida.
Ciclo da rottame: Acciaio fuso diretto.
Impatto ambientale Ciclo integrale: Maggiori emissioni di CO2 a causa dell’uso di carbone.
Ciclo da rottame: Minori emissioni, promuove l’economia circolare.

Il ciclo integrale da minerale: altoforno e convertitore

Questo processo, che parte da materie prime naturali, si articola in due fasi principali.

1. L’altoforno per produrre la ghisa

L’altoforno è un’imponente struttura verticale, alta circa 30 metri, dove vengono caricati dall’alto minerali di ferro, coke (un combustibile derivato dal carbone) e calcare. Aria surriscaldata viene iniettata dal basso, innescando la combustione del coke. Questo genera monossido di carbonio, che riduce il minerale di ferro, separando il ferro fuso dalle impurità (loppa). Il prodotto principale dell’altoforno è la ghisa liquida, una lega con un alto tenore di carbonio (superiore al 2%).

2. Il convertitore per affinare l’acciaio

Per trasformare la ghisa in acciaio è necessario ridurne il contenuto di carbonio. La ghisa liquida viene trasferita dall’altoforno a un convertitore a ossigeno (o LD). Qui, un getto di ossigeno puro viene soffiato ad alta velocità sul metallo fuso. L’ossigeno reagisce con il carbonio in eccesso e altre impurità, bruciandoli e trasformando la ghisa in acciaio liquido alla composizione chimica desiderata.

Il ciclo da rottame: il forno elettrico ad arco

Il ciclo da forno elettrico ad arco (EAF) rappresenta la via più moderna e sostenibile per la produzione dell’acciaio. La materia prima non è il minerale, ma sono i rottami ferrosi, ovvero acciaio riciclato. Questo processo è fondamentale per l’economia circolare, in quanto l’acciaio può essere riciclato infinite volte senza perdere le sue proprietà, come certificato dalla World Steel Association.

I rottami vengono caricati nel forno, dove potenti elettrodi di grafite generano un arco elettrico che raggiunge temperature elevatissime (oltre 1.600 °C), fondendo il metallo. Durante la fusione, vengono aggiunti altri elementi per raggiungere le specifiche chimiche richieste dal tipo di acciaio che si vuole produrre, come il cromo e il nichel per ottenere l’acciaio inossidabile.

Fasi finali: colata continua e laminazione

Indipendentemente dal processo iniziale, l’acciaio liquido ottenuto deve essere solidificato e trasformato in un prodotto utilizzabile. La fase successiva è la colata continua: l’acciaio fuso viene versato in una lingottiera raffreddata ad acqua, dove solidifica assumendo la forma di prodotti semi-finiti come billette (a sezione quadrata), blumi (più grandi) o bramme (a sezione rettangolare).

Questi semi-finiti passano poi al processo di laminazione. Vengono riscaldati e fatti passare attraverso una serie di rulli che ne riducono lo spessore e li modellano nella forma finale desiderata, come travi, lamiere, tubi o tondini.

Fonte immagine in evidenza per l’articolo sulla produzione dell’acciaio: Wikipedia

Articolo aggiornato il: 17/10/2025

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