Visionario della moda, Thierry Mugler ha rivoluzionato il modo di pensare alla femminilità attraverso un immaginario in cui le donne non si vestono, ma si trasformano. Mugler stesso dichiarò di voler creare vestiti che facessero sentire le donne come delle persone completamente diverse: supereroine, guerriere spaziali o dive seducenti. La maison negli anni ’80 diventa sinonimo di moda teatrale ed esagerata, diventando il marchio preferito di star come Madonna, Sharon Stone e Diana Ross. Ma il suo immaginario non si è fermato alla haute couture e ha trovato forma nella fotografia e nelle sue iconiche fragranze. Sul suo modo di creare, Thierry Mugler diceva “I want to create a fantasy world where people can escape from their everyday lives.”
Le origini di Thierry Mugler
Lo stilista nasce a Strasburgo nel 1948 e da piccolo sviluppa una grande passione per la danza classica. Thierry Mugler, infatti, ha un passato da ballerino e a quattordici anni entra nel corpo di ballo dell’Opéra National du Rhin. Parallelamente, frequenta una scuola d’arte e approfondisce lo studio di elementi architettonici, che saranno poi alla base delle sue creazioni. Nel 1970 si trasferisce a Parigi: mentre lavora come vetrinista in una boutique e segue corsi d’arte, Thierry Mugler inizia a realizzare abiti per sé stesso, attirando l’attenzione di molte persone. A soli ventitré anni, diventa un designer freelance per il prêt-à-porter, collaborando con marchi internazionali e viaggiando tra Parigi, Londra, Milano e Barcellona. Mugler lancia la sua prima linea nel 1973, Café de Paris, con cui lo stilista afferma il suo concetto di moda: vestiti dalle linee strutturate, vitini da vespa, spalline accentuate e assenza totale di stampe. Due anni dopo fonda ufficialmente la maison e inizia a conquistare le passerelle con spettacoli che fondevano moda, teatro, architettura e performance.

Una creatività oltre ogni limite
Tra gli anni ’80 e ’90, Thierry Mugler rivoluziona il mondo della moda e lo fa ispirandosi alla fantascienza, ai film noir e al mondo degli insetti. Tra le sfilate più iconiche della sua carriera c’è quella del 1997 dedicata alla collezione haute couture Les Insectes, in cui le passerelle diventarono una giungla fantastica. I look erano ispirati a documentari sulla natura e al classico La metamorfosi di Kafka e comprendevano corsetti da coleottero, occhiali da sole a mosca e copricapi con antenne lunghissime. Ogni elemento, dai vestiti al trucco, fino ad arrivare al portamento delle modelle, evocava un universo soprannaturale. Il pezzo più iconico della collezione è l’ultimo abito presentato, il Butterfly Finale, ispirato alle ali caleidoscopiche di una farfalla. L’abito nero in velluto è una vera e propria scultura indossabile, grazie alle enormi ali multicolori che si aprono sulla schiena. La sfilata-evento era stata organizzata anche per celebrare i 20 anni della maison, un vero e proprio spettacolo couture che ancora oggi viene ricordato per la sua unicità.
L’universo dei profumi Mugler
Thierry Mugler decide di esplorare anche il mondo della profumeria nel 1992, con il lancio del suo primo profumo Angel. Lo stilista collabora con Olivier Cresp e Yves de Chiris per dare vita alla sua idea di profumo dolce e divertente, che mescola note zuccherine di vaniglia, cioccolato e caramello a quelle fruttate. Angel è diventato il primo profumo gourmand e il suo flacone a forma di stella – disegnato dallo stesso Mugler – è diventato un simbolo iconico del marchio. Dopo lo straordinario successo di Angel, che aveva addirittura superato le vendite di Chanel No.5 in Francia, Mugler crea Alien nel 2005, affermandosi nel panorama di fragranze femminili. A differenza del precedente profumo, Alien punta ad essere più misterioso e ipnotico grazie ad una fragranza ambrata-fiorita e a un flacone ispirato alla pietra ametista.

Ma quando si dice che Mugler ha rivoluzionato il mondo della profumeria, non si fa solo riferimento alle fragranze iconiche, ma soprattutto al concetto di refill. Già nel 1992, un’epoca in cui la sostenibilità non era per nulla considerata dal mercato di lusso, lo stilista propone le Fontaines Mugler, ovvero delle stazioni di ricarica presenti in profumerie autorizzate. In questo modo, i clienti potevano recarsi a riempire il proprio flacone, senza comprarne uno nuovo: una scelta che da un lato evitava gli sprechi e dall’altro rendeva il flacone un oggetto personale e insostituibile. Oggi la tecnica del refill è molto diffusa soprattutto per i profumi di alta gamma, ma il pioniere fu Thierry Mugler che è stato capace di innovare un intero settore.
L’eredità di Thierry Mugler
Lo stilista lasciò molto presto la direzione creativa del marchio nel 2002, per dedicarsi completamente alla fotografia e alle fragranze. Ma nonostante l’anticipato ritiro, le sue passerelle e le sue creazioni sono sempre tra le più celebrate nel mondo della moda. Sull’eredità dello stilista, scomparso nel 2022, l’ex direttore creativo della maison Casey Cadwallader aveva detto “ha cambiato la nostra percezione della bellezza, della fiducia, della rappresentazione e del self power”. Le sue brillanti creazioni oggi più che mai sono apprezzate e indossate: un esempio è Zendaya, che nel 2024 ha indossato l’originale armatura cyborg creata da Mugler nel 1995, in occasione della premiere londinese di Dune: Part Two. Ha destato scalpore anche il fatto che l’attrice non ha avuto bisogno di modificare il pezzo d’archivio perché le calzava a pennello. Il look in metallo ha rinnovato l’interesse per il design futuristico e teatrale di Mugler, dimostrando come il suo immaginario creativo continui a vivere e a sorprendere.
- Fonte: Wikimedia Commons (Stephen Kelly Photography)
- Fonte: screen dal video Youtube di Page Six
Fonte immagine: screen dal video Youtube di Fashion Industry Broadcast