Adolescence: la serie Netflix del momento | Recensione

Adolescence

Adolescence è una miniserie britannica targata Netflix pubblicata nel 2025 scritta e interpretata dall’attore Stephen Graham. La trama racconta la storia di un bambino di 13 anni che è accusato di un crimine terribile e di come la sua famiglia cerchi disperatamente di dimostrarne l’innocenza. 

Trailerhttps://www.youtube.com/watch?v=Wk5OxqtpBR4

I personaggi: la famiglia Miller

La famiglia Miller sembra essere una famiglia tranquilla: composta dal padre Eddie, la madre Manda e i due figli Jamie e Lisa. La loro quotidianità viene interrotta da una violenta irruzione della polizia nella loro casa con il fine di arrestare il loro piccolo Jamie. Ciò che lascia un senso disturbante della serie è proprio il fatto che i personaggi sono realistici e che quindi permettono una facile identificazione con gli stessi.

La regia: una tecnica di ripresa immersiva

La tecnica di ripresa dei personaggi cattura l’attenzione: infatti è come se loro stessero in un videogioco e si “attivassero” nel momento in cui lo spettatore, incarnato dal personaggio in primo piano, si avvicina a loro. Le riprese sono diverse ma propongono una costante linearità: la figura centrale è presa o di spalle o di fronte. In modo tale che nel primo caso vediamo ciò che vede il personaggio come se fosse un POV, mentre nel secondo caso ad emergere è il viso del personaggio che trasmette una serie di emozioni. Questa tecnica non solo permette delle buone transizioni ma mantiene la tensione persistente in tutto il programma. In Adolescence ricorre un’angoscia che è generata anche dal fatto che nella maggior parte delle scene la musica di sottofondo non c’è: è presente solo un silenzio assordante che è così evidente da emergere anche quando i personaggi sono in silenzio. Questo fattore mette ancor di più a disagio lo spettatore: il regista è interessato a marcare i rumori sottostanti come la pioggia, urla o porte che si aprono e chiudono per dare un vero e proprio senso di realtà.

Temi affrontati: l’adolescenza sotto una luce inquietante

Il tema affrontato è molto attuale che banalmente ci suggerisce stesso il titolo: l’adolescenza. Ma non aspettate di vedere inutili discussioni adolescenziali, storie d’amore o grandi amicizie tipiche di questo argomento. Anzi l’età adolescenziale ci viene proposta da tutt’altro punto di vista. Gli argomenti trattati sono molti ma legati tra loro indissolubilmente: la famiglia, la mascolinità tossica, la salute mentale, la violenza e il bullismo. Sono temi che con lo scorrere degli episodi si intrecceranno sempre più fino all’ultima puntata.

Il finale: una conclusione aperta ma coerente

Alcune critiche sono legate al finale perché senza dare spoiler, possiamo dire che è un finale aperto. Questo perché la conclusione non vuole dirci come va a finire la storia, ma è improntata sulla realtà della vicenda stessa. Il messaggio non è legato ad una storia di intrattenimento bensì alle emozioni causate da ciò che sta avvenendo. Dunque, l’epilogo è degno della serie e di ciò che vuole comunicare.

In conclusione: una miniserie originale e coinvolgente

Adolescence, per gli argomenti affrontati e i piani di ripresa, è una serie originale e accattivante. Sebbene ogni episodio duri dai 50 ai 60 minuti, si fanno guardare con una scorrevole attenzione. Anche se il finale non è stato gradito da tutti si può considerare coerente con il programma televisivo.

Fonte immagine: Netflix

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